martedì 23 febbraio 2021

Il castello di martedì 23 febbraio



SAN MARZANO DI SAN GIUSEPPE (TA) - Palazzo Marchesale

È noto che nel Medioevo l’area di San Marzano di San Giuseppe era abitata; ma non vi era un insediamento concentrato in un unico posto, infatti, a causa delle continue incursioni dei saraceni che durarono dal secolo VIII secolo fino all’anno 1000 circa, la gente viveva nelle grotte sparse nelle vicinanze o si spostava nell’entroterra, dove poteva vivere con più tranquillità. Nei secoli successivi e sino al 1300 non c’è quasi nessuna informazione sulla zona. Nel 1304 il proprietario del “Tenimentum Sancti Marzani” era Egidio de Fallosa, menzionato in un documento della cancelleria angioina perché sollecitato a pagare le decime al clero di Oria. Nel 1329, il casale venne infeudato a Giovanni Nicola De Tremblaio; mentre da un documento degli archivi di Napoli del 1378, si evince che il feudatario del “Tenimentum Sancti Marzani” era Guglielmo de Vicecomite. Più tardi, il casale entrò a fare parte del Principato di Taranto e si trovava proprio vicino ai suoi confini. Poiché era abbandonato, il Principe Giovanni Antonio Orsini del Balzo lo diede in feudo a Ruggero di Taurisano, affinché lo ripopolasse. Ma il casale rimase ancora spopolato quando passò a Delizia, figlia ed erede di Ruggero di Taurisano, la quale andò in sposa a Roberto da Monterone e, il 31 gennaio 1461, donò il casale a suo figlio Raffaele da Monterone. Solo Roberto, figlio di Raffaele da Monterone, si prese cura del ripopolamento del casale, fino a che, per le tristi condizioni del tempo in cui viveva, si trovò impigliato nella congiura dei baroni locali (1459-1462), attizzato dagli Angiò francesi contro il Re spagnolo di Napoli, Ferdinando I, per cui fu accusato di fellonia e il feudo gli venne tolto. Nel 1465, il feudo, insieme al Principato di Taranto fu inglobato nel Regno di Napoli, da parte di Giovanna d'Aragona, vedova di Ferdinando I ed erede del Principato e parzialmente assegnato in piccoli feudi a famiglie di provata fede aragonese. All'inizio del '500, il feudo del “Tenimentum Sancti Marzani” apparteneva a Stefano di Mayra di Nardò, Signore del casale di Sava che, nel 1504, vendette il feudo disabitato a Francesco Antoglietta, 8º barone di Fragagnano. Alcuni documenti dell’epoca ci dimostrano che, intorno al 1508, nella parte bassa di San Marzano vi abitavano alcune famiglie corfiote ed epirote che si erano trasferite dal vicino villaggio di Fragagnano a causa della incompatibilità con la popolazione autoctona. Con disposizione del 24 aprile 1530, il re di Napoli, Carlo IV, incaricò il viceré di Napoli, Filiberto de Chalôns di mettere all'asta i beni appartenenti al regio demanio e quei feudi devoluti alla corona, per raggiungere la somma di 40.000 ducati d'oro. A sua volta, il principe de Chalôns delegò per tale operazione il luogotenente Pompeo Colonna, futuro viceré. Con dispaccio personale del 1º maggio di quell'anno dispose la delega al Colonna di vendere città, terre, luoghi, castelli ecc. Si avviò una serie di negoziati che videro interessato anche il feudo di San Marzano in Terra d'Otranto, situato tra il confine della città di Taranto e quella della città di Oria, per il quale fece richiesta di acquisto il fedele "caballero de armadura ligera" Demetrio Capuzzimati (il cui cognome è stato italianizzato, in quanto letteralmente in lingua albanese significa “scarpa grande”) che lo ebbe per 700 ducati insieme al titolo di barone con atto di compravendita, datata 27 luglio 1530. All'inizio del '500, i Capuzzimati vivevano a San Pietro Vernotico e a Squinzano nel Salento. Il Palazzo Marchesale sorge dove un tempo esisteva una costruzione andata distrutta a causa di scorrerie e saccheggi (secondo il Farella, in origine era il Castrum Carrellum - tesi però non condivisa da altri storici - abbandonato e divenuto in seguito la Masseria delli Rizzi, distrutta anch’essa dalle varie scorrerie e abbandonata). Venne costruito per volere del Barone Demetrio Capuzzimati, nel 1530, sulla linea di confine dei due feudi Li Rizzi e San Marzano, da lui acquistati. L'edificio ha subito nel corso del tempo, vari rifacimenti, ma ha comunque conservato la sua struttura principale voluta dai Marchesi Lopez che sono stati proprietari dal 1639 al 1699. Fu con la famiglia Castriota e in particolare con la marchesa Elena Castriota, dal 1700 al 1744 che il Castello ha ricevuto un poderoso impulso e la struttura è come oggi la vediamo. Alla Marchesa si deve il completamento della piccola chiesa di San Gennaro, posta all’esterno, che assieme al Palazzo Marchesale rappresenta un elegante ed imponente opera di stile rinascimentale tipica del XVI-XVII secolo. I due edifici sono collegati tra loro tramite un corridoio che partendo dal portone del Castello giunge alla chiesetta di San Gennaro, dove i feudatari amavano assistere alle celebrazioni religiose. Imboccando il portone si accede ad un cortile interno. Al piano terra ci sono le stanze adibite alla stalla, agli alloggi del personale e al deposito delle scorte ad uso alimentare. Tramite una scalinata in pietra si accede al piano superiore dove sono ubicate le stanze della nobiltà. Sull’ampia volta vi è dipinto lo stemma dell’ultimo marchese di San Marzano. Nel suo insieme il Palazzo Marchesale ha uno stile sobrio, elegante ma imponente. Ben strutturato ed armonico, con un loggiato grazioso e una fuga di arcate eleganti. Sono state diverse le famiglie che si sono succedute nel Palazzo dal 1530 ad oggi: i Capuzzimati ( 1530-1638)-i Lopez ( 1639-1699)- i Castriota ( 1700- 1744)- i Galluccio ( 1745-1755), i Capece-Castriota ( 1765-1806)- i Bonelli ( 1806-1929)-i Casalini ( 1930- a tutt’ oggi). Ci giungono tracce del Castello, tramite un documento del 5 dicembre 1630 redatto dal tavolaro S. Pinto, incaricato dalla Regia Camera della Sommaria, di valutare i beni in possesso del barone Demetrio Capuzzimati junior in merito all’ordinanza di esproprio del feudo per i debiti che aveva contratto. In un altro documento del 1633, redatto dal tavolaro Scipione Paterno, si ha notizia anche di un “ ponte a levatore”, oggi non più esistente, e quindi, si presume, ci dovesse essere anche un fossato. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=FnAcEQ1RVa4 (video di sammarzanesi), https://www.famedisud.it/a-san-marzano-di-s-giuseppe-si-e-rinnovato-il-rito-dellabbondanza-della-solidarieta-e-del-fuoco-propiziatore-photo-gallery/ (una foto del cortile interno del palazzo)

Fonti: http://www.mondoarberesh.altervista.org/038.html, https://www.iltarantino.it/turismo/san-marzano-di-san-giuseppe-palazzo-marchesale/, http://www.prolocomarciana.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=83:palazzo-casalini&Itemid=148

Foto: la prima è di Asia su https://it.wikipedia.org/wiki/File:San_Marzano_di_San_Giuseppe_-_Palazzo_Capuzzimati.jpg, la seconda è presa da http://www.sanmarzano-ta.gov.it/

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