giovedì 11 febbraio 2021

Il castello di giovedì 11 febbraio



LUGAGNANO VAL D'ARDA (PC) - Castello in frazione Prato Ottesola

La monumentale struttura che fu dei conti Mancassola Pusterla è una delle più prestigiose testimonianze di architettura fortificata in val d’Arda. Il Castello, di cui vi sono tracce risalenti al 1000, è situato in posizione dominante su un’altura a pane di zucchero che denota l’antica presenza del mare, confermata dalla presenza nel terreno di conchiglie e di vari resti marini. La posizione amena di questo antichissimo insediamento, oggi proprietà del nobile Agostino Fioruzzi, erede dei Mancassola Pusterla, è resa particolarmente suggestiva dagli ampi quadri panoramici che si colgono dalla sommità della collina, oggi coltivata a vigneto, e che determinano le mutevoli, naturali, scenografie dell’intorno. Nella parte medievale si notano costruzioni di epoche diverse, tutte comunque precedenti al XIV secolo mentre la parte antistante è stata destinata ad abitazione civile nel corso del XVIII secolo, pur mantenendo importanti presenze medievali. Il castello faceva parte di un importante sistema di castelli e torri di segnalazione, i più vicini dei quali si trovano a Monte Zago (ruderi) e a Magnano, ancora in buono stato. La monumentale residenza fortificata e il suo giardino, emergenti in un contesto paesaggistico pressoché intatto, assumono i connotati di invariante del paesaggio e punto di riferimento percettivo e orientativo, che si colgono progressivamente, percorrendo in salita la strada che si stacca dalla comunale. Questa sobria, eppure sfarzosa residenza fortificata, che assume anche aspetti di compenetrata ruralità, è il risultato di una serie di interventi aggregativi, scalati nel tempo, promossi dai conti Mancassola Pusterla e che la ricca documentazione dell’archivio privato della famiglia consente di ricostruire. I lavori, compiuti nel Seicento, comportarono radicali trasformazioni alla “casa chiamata il castello”, come veniva denominato all’epoca il maniero, riqualificato negli ambienti interni tuttora esistenti e ancora parzialmente identificabili nella loro configurazione originaria. Inoltre, le carte d’archivio restituiscono in modo inappuntabile l’alto livello di raffinatezza degli interni, la presenza degli arazzi, immancabili complementi di arredo delle dimore dell’aristocrazia, e testimoniano altresì la presenza di un oratorio, intitolato a S. Giustina, compatrona di Piacenza, posto nel primo cortile. L’apertura straordinaria del giardino e degli ambienti dell’antichissimo complesso di Prato Ottesola, di recente restaurato, ha consentito di potere entrare negli spazi privati di questa aristocratica architettura del passato e di cogliere lo stretto rapporto creatosi nel tempo fra la residenza, il giardino e il contesto paesaggistico.Attraverso l'ampio portone ad arco si accede alla corte interna con doppio loggiato a tre luci con pilastrini in cotto sul lato corto, e con ambienti abitativi e funzionali sviluppati sui lati lunghi. L'edificio che conclude a nord la quinta di fondo della corte è la rocca vera e propria, circondata da un fossato superabile tramite un ponte, in origine levatoio, con una torre posta all'angolo nord-est, recentemente recuperata a un rovinoso degrado. Molti ambienti della rocca furono modificati nel corso dei secoli, ed è difficile se non aleatorio arrivare a fondate letture. E' tuttavia sostenibile che la torre nord, denominata il "torrone" nei documenti settecenteschi e da poco restituita a una forma assai vicina a quella originaria, sia la costruzione più antica, esempio dell'architettura castrense che nel Basso Medioevo proliferava in tutto il territorio piacentino, legata a logiche militari, di difesa, di controllo, economiche, "inizialmente solo torre di avvistamento a molti piani, fortificata e massiccia, poi torre casa e castello, posto in un angolo o al centro o a cavaliere del recinto", scrive Carmen Artocchini, quasi a paradigma della storia di Prato Ottesola. Nell'inventario del 1716 per la prima volta si registra l'esistenza di un'iscrizione lapidea collocata tra gli incastri del ponte levatoio della rocca, tuttora esistente. Il documento testualmente recita "nel Maschio del Torrone una campana, che si sona per la giusticia con sotto una pietra con il millesimo 953 alli 4 giugno con l'arma Mancassola", parole che, con minime varianti, si ritrovano nei successivi inventari del 1748 del 1792.

Fonti: http://www.altavaltrebbia.net/castelli/val-darda/2208-castello-di-prato-ottesola.html, https://www.turismopiacenza.it/2020/12/31/il-castello-di-prato-ottesola/, alcuni testi di Letizia Scherini Rota Candiani su https://www.academia.edu/42060380/IL_CASTELLO_DI_PRATO_OTTESOLA (una pubblicazione dedicata proprio al castello, che invito a leggere nella sua interezza!)

Foto: la prima è presa da http://www.turismoapiacenza.it/castello_di_prato_ottesola.html, la seconda è di Sergio Efosi Valtolla su https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/88237184_3334512429899328_6858885346613002240_o.jpg?_nc_cat=105&ccb=3&_nc_sid=730e14&_nc_ohc=rzrQZGRUgG8AX-Um-d8&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=81c2d36704d7dd2e6f408f89441484fb&oe=604AC8C8

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