venerdì 5 febbraio 2021

Il castello di venerdì 5 febbraio



BASILIANO (UD) - Torre in frazione Basagliapenta

Basagliapenta è situata nel mezzo della pianura friulana, lungo la strada statale n.13 a 60 metri sul livello del mare. Dista 14 Km. da Udine, conta circa 600 abitanti ed è frazione del comune di Basiliano. Troviamo Basagliapenta nominata per la prima volta in un documento del 1229 nella forma di «Basalgiapenta» poi in altri successivi del 1231, del 1326 ecc. nella forma di Basalgapenta, Basalgapinta, Bascagliapenta, Basalghiapenta, Basilicapicta». Non è da escludere che tale nome possa identificarsi nel toponimo in «duas basilicas» che appare nel documento sestense de 762. È questo un atto di donazione, con cui i fratelli Longobardi Erfo, Anto e Marco dotarono il monastero di Salt sulla sponda del Torre, per le monache Benedettine, dove si era ritirata la loro madre e del monastero di Sesto al Reghena per i monaci Benedettini. Lo stesso toponimo appare in un documento del mille «Varianum, due basilice». Basagliapenta o Basilicapicta e i suoi sinonimi deriverebbero da basilica picta cioè chiesa dipinta, intendendo per basilica un luogo di culto; più che a una Basilica romana dobbiamo pensare ad una piccola chiesa campestre. In passato qualche studioso (Leicht) vedeva in questo nome una derivazione bizantina o greca da «Basilike odos» o da « Basilejos» e «penta» nel senso di strada regia o consiliare quinta. Ora però quest’ipotesi è stata dai più abbandonata. Circa l’origine dell’abitato di Basagliapenta possiamo dire che è medioevale (VII-IX secolo). Con questo però non si esclude che il paese possa essere di origini romane. Di solito furono le vie commerciali che diedero origine alle nostre comunità e Basagliapenta sorgeva proprio lungo il tracciato di una strada romana che da Forum Julii (Cividale) attraverso Orzano, Pradamano, Basaldella, Basagliapenta raggiungeva Quadruvium (Codroipo) immettendosi poi sulla consolare Postumia. Con l’invasione degli ungari, che desolarono anche la zona di Basagliapenta, tutto fu sconvolto, perirono uomini, vennero distrutti villaggi ed archivi. Basagliapenta è sempre stata sotto il diretto possesso temporale e spirituale dei Patriarchi di Aquileia. Beni in Basagliapenta possedeva il monastero di Aquileia. Notiamo in un documento del 13 agosto 1229 che la Badessa Meregarda provava, davanti al decano Corrado ed al canonico Filippo, giudici papali, le violenze sui suoi possedimenti nella località di Beano, Pantianicco, Basagliapenta e Villaorba, da Federico di Castello e dalle sue genti. Altri beni aveva in Basagliapenta la nobile famiglia di Cuccagna come notiamo da un atto di vendita fatto da Giovanni q. Tomaso di Cuccagna l’8 aprile 1315. Così pure si nota da un atto del 3 gennaio 1356 che i signori Mainardo ed Enrico vendono per cinque marche aquileiesi tutti i loro beni in Basagliapenta a Coraduccio q. Giovanni di Coloredo. Dai documenti del XV secolo notiamo che la maggior parte del territorio era coperto da boschi e selve e le colture più in uso erano: frumento, segala, orzo, miglio e pascolo. Basagliapenta figura pure nell’elenco delle ville bruciate durante le terribili invasioni dei Turchi e precisamente in quella del 30 ottobre 1477 in cui arsero anche le ville vicine. Di particolare interesse in questa frazione friulana troviamo la Chiesa di Santa Maria Maggiore con l'annessa torre camanaria. Proprio il campanile è oggi un monumento nazionale, come opera di epoca antica. In esso si devono distinguere tre parti, come era prima del terremoto del maggio e settembre 1976:
1) La torre antica
La maggior parte degli storici la ritengono costruita intorno al Mille, al termine delle incursioni nel Friuli degli Ungari. In seguito a questa terribile esperienza, nel timore che le scorrerie si ripetessero, tutti i paesi di una certa consistenza, si costruirono le “cortine”. Queste erano delle piccole fortificazioni costruite per lo più intorno alle chiese, con muraglioni e circondate da fossati. Dentro si costruivano magazzini, cisterne d’acqua, rifugi e nel mezzo si ergeva la torre di difesa. Non mancano, tra gli storici competenti, coloro che sostengono che la torre di Basagliapenta fosse più antica delle “cortine” suddette, ritenendola esistente già al tempo dei Longobardi (600-700). Essa fu, dunque, in origine, una Torre di difesa, avvistamento, segnalazione e lo si desume dai particolari della costruzione, fornita di numerose finestrine – feritoie e archibugiere, che si aprono a coda di rondine internamente e finiscono all’esterno con piccola apertura rettangolare; molte di queste feritoie furono murate in seguito alla costruzione della nuova Chiesa settecentesca, addossata al campanile (1753). All’angolo nord della torre è incastonata una pietra angolare di scultura antropomorfa, forse barbarica, con incise due teste.
2) La cella campanaria
Si ritiene costruita fra il 1400 e il 1500 all’avvento delle campane, sopra la torre preesistente. E’ visibile a occhio nudo la sopraelevazione, dall’altezza dell’orologio in su, con altra pietra e altra lavorazione. Spiccano ai quattro lati le finestre a bifora, divise da eleganti colonnine terminanti a gruccia.
3) La cuspide.
Una cuspide fu costruita alla fine del 1600 (se si ritiene valida la data incisa sulla bandierina segnavento di ferro inserita nella croce terminale indicante il 1691). Fu, però, un errore architettonico: una cuspide gotica su di un tetto romanico. Costruita in mattoni di argilla, fu intonacata con malta di cemento nel 1929, aumentandone il peso. Fu demolita nel 1980 a causa delle lesioni prodotte dal terremoto del 1976. Ecco un video per osservare meglio la torre campanaria in questione: https://www.youtube.com/watch?v=QBIFy0WXzdg (di FlyDronesUdine)

Fonti: https://www.natisone.it/0_archivio_messe/messe2001/messe158.htm, https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/basiliano-ud-fraz-basagliapenta-chiesa-di-santa-maria-maggiore/

Foto: la prima è presa da https://www.natisone.it/0_archivio_messe/messe2001/messe158.htm, la seconda è presa da https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/basiliano-ud-fraz-basagliapenta-chiesa-di-santa-maria-maggiore/

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