martedì 25 maggio 2021

Il castello di martedì 25 maggio



BARBANIA (TO) - Torre-porta

Barbania esce dall'anonimato alla fine del X secolo, quando compare in un documento come feudo di Emerico, signorotto borgognone di Camagna. Altre notizie risalgono al 1329: esistevano due parrocchie, una dedicata a Sancta Maria de Rucha Veteri e l'altra a San Giuliano. La prima esiste tuttora, ha pianta rettangolare ed è orientata lungo l'asse est-ovest, come i templi celtici; la chiesa di San Giuliano è un piccolo edificio in legno. Dopo l'anno mille i popolani di Piemonte e Lombardia, stanchi delle angherie dei feudatari, iniziarono a lottare per ottenere condizioni di vita dignitose. Sorsero, i Liberi Comuni. La croce bianca in campo rosso, simbolo delle libertà comunali, che dichiarava al mondo il valore della collaborazione e della democrazia, sventolò per secoli anche in Barbania. Gli abitanti cintarono di mura il borgo, scavarono fossati e innalzarono una torre-porta, che esiste tuttora, per difendere il ricetto. Nel 1305 Filippo II Acaja si mosse verso il Canavese, giungendo di fronte alla torre-porta di Barbania, che trovò sbarrata e affollata di gente armata. Filippo fece avanzare il suo esercito e i borghigiani decisero di aprire la porta invece di spargere inutilmente sangue. Poco dopo scoppiò una rivolta popolare contro i conti di Valperga. Il Canavese, al grido di "Tucc un" insorse nel Tuchinaggio. Anche Barbania partecipò attivamente alla lotta, che terminò nel 1392, con la concessione di molti privilegi ai Comuni: i barbaniesi non potevano venire imprigionati ed il processo si poteva svolgere solo nel paese. In seguito i Savoia iniziarono a vendere titoli di nobiltà. I Barbaniesi, orgogliosi di non aver mai dovuto sopportare feudatari, raccolsero il denaro necessario ed acquisirono la signoria del loro paese. Dopo due secoli di pace e prosperità giunse la Rivoluzione francese. Nel 1240 esisteva un “Hospitium de Guiaz de Barbania”, cioè una struttura dove il signore ospitava servi o coloni, che venne citato ancora nel 1302. Nel 1378 venne distrutto in parte dai San Martino di Front; l’anno successivo i conti di Rivara presero possesso del sito, che venne incendiato dai Valperga alla fine del secolo. Solo nel 1447 un documento parla di “ricetto”, che coincideva con il centro abitato fortificato che sorgeva sull’area sopraelevata di circa quattro metri a fronte della piazza attuale. Il ricetto era fornito di mura, fossati, due torri-porta d’accesso e piccoli edifici interni destinati ad abitazione e magazzino, separati tra loro da strette vie. Non è più possibile evidenziare tracce del nucleo antico e delle altre fortificazioni precedenti le distruzioni del XIV secolo. Si è invece conservata, nella parte più elevata dell’abitato, una torre-porta, una massiccia mole parallelepipeda a cortina laterizia, che risale alle fasi ricostruttive della fine del XIV secolo. Questa costruzione era l’elemento su cui si reggeva la difesa del ricetto e dava accesso al suo interno mediante un ponte levatoio manovrato da bolzoni del quale restano i tagli di manovra e le mensole reggi ponte. All’altezza dei tagli di manovra e superiormente corrono fasce di dentelli. Ha un rivestimento in mattoni risalente alla ricostruzione a seguito delle distruzioni e degli incendi subiti alla fine del 1300, ma conserva tracce della più antica struttura con muratura di ciottoli a spina di pesce e massi lapidei di spigolo. La torre-porta terminava con una merlatura bifida di cui restano tracce ed era aperta verso l’interno, con impalcature lignee ai vari piani. Nel XVII secolo fu aggiunto un tetto in coppi per adibirla a torre campanaria, funzione che mantenne fino al 20 febbraio 1955 quando venne inaugurato il nuovo campanile a lato della Chiesa di san Giuliano martire. La torre è stata recentemente restaurata. Costruita su tre piani collegati da scale a pioli, presenta finestre e feritoie per il controllo del territorio, mentre è aperta verso l’interno. Il quadrante di un orologio nella parte interna della torre-porta testimonia la presenza di un orologio meccanico da torre, citato fin dal 1600 negli archivi comunali e conservato al suo interno fino al 2008, anno in cui sono iniziati i lavori di restauro della torre-porta. L’orologio meccanico da torre datato 1793 è ora collocato nel Palazzo Comunale di Barbania. Il 1° marzo 2017 è stato installato un orologio elettrico completo di lancette.

Fonti: https://www.comune.barbania.to.it/it-it/vivere-il-comune/storia, https://www.comune.barbania.to.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/torre-porta-dell-antico-ricetto-di-barbania-42652-1-e0dd27ed14f127448c14dc0478222483, http://archeocarta.org/barbania-to-torre-porta/

Foto: la prima è presa da http://archeocarta.org/wp-content/uploads/2014/11/Barbania_ciocher.jpg, la seconda è presa da https://www.comune.barbania.to.it/it-it/vivere-il-comune/galleria-foto/antica-torre-ciocher

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