lunedì 14 febbraio 2022

Il castello di lunedì 14 febbraio


 
GALATONE (LE) - Castello di Fulcignano

Avamposto di una linea difensiva realizzata nel Salento meridionale dai Normanni, il castello di Fulcignano ha forma quadrangolare con i lati che presentano una lunghezza variabile che va dai 75 metri (torri comprese) del lato d’ingresso, ai 49 metri del lato più corto. L’altezza delle mura è di circa 8 metri con uno spessore di circa 2,6 metri. Le due torri angolari rimaste ancora in piedi, hanno i lati che presentano misure variabili tra gli 8,40 e i 7,55 metri. L'edificio si trova in posizione leggermente più rialzata rispetto alla campagna immediatamente circostante, ma un più in basso rispetto all'altura delle Serre Salentine, che lo costeggia sul versante est. Il sito è lambito da un antico corso d'acqua stagionale che scende dalla collina dei Campilatini e si spande nella piccola pianura disperdendosi in alcune vore carsiche poste a nord del castello. Il fronte del fabbrico guarda ad oriente ed è rafforzato da due torri quadrate. Si entra nel recinto attraverso un arco a sesto acuto. Dell’antico fossato rimane solo traccia in un lungo ed ampio avvallamento posto ad una decina di metri dal castello. Questo lascia supporre che l’eventuale ponte levatoio non fosse parte integrante del Castello, ma posto in una struttura prospiciente il prospetto d’ingresso. Il primo vano dopo l’ingresso è caratterizzato da una volta a crociera a sesto acuto con interessanti decorazioni, un sedile in muratura lungo il lato destro e un camino. L’accesso al giardino è stato modificato e, guardando dall’esterno, è chiaramente visibile la forma originaria ad arco, poi successivamente tamponato in mattoni per ricavare l’attuale porta. Dal vano d’ingresso si accede, sulla destra a due vani con volta a botte, oggi abbondantemente deturpati da scritte in vernice o a penna.
Dal secondo vano, da una porticina sia accede ad un terzo locale privo di pavimentazione caratterizzato, da diversi elementi architettonici che meritano una breve descrizione. Al centro del locale vi sono i resti di un antico ed ampio camino oggi ormai completamente distrutto. A sinistra del camino, da un’apertura con arco a sesto acuto, parte quel che resta di una scala circolare che conduceva su una delle torri di difesa. Oggi è solo percorribile in parte e bisogna stare attenti ai detriti e mattoni crollati. Mentre a destra parte una scala che conduce sul tetto dei locali in precedenza attraversati, da cui è possibile ammirare l’interno del complesso fortificato e il profilo della città di Galatone. Le caratteristiche del terzo vano visitato sono ben diverse rispetto ai primi due vani attraversati tanto da far sorgere qualche dubbio sui tempi di realizzazione di questi locali, che appaiono costruiti solo in tempi successivi. Questo terzo vano ha un porticina che conduce all’esterno verso il giardino. Percorrendo un piccolo vialetto il cui piano di calpestio è di circa un metro più in basso rispetto al piano del giardino, si ritorna verso il corpo centrale del Castello. A sinistra si notano tracce di locali ormai crollati, con la sezione iniziale di un arco in pietra ancora ben visibile e altre decorazioni in pietra sulla facciata dell’unico locale non crollato presente su quel lato del complesso. Molto probabilmente, si tratta di locali già da tempo non più utilizzati, per lo meno a fini abitativi, perché non vi è un accesso diretto dal vano d’ingresso, né in quella sezione conduce il vialetto del giardino. Continuando a seguire il perimetro interno delle mura, la torre posta a sinistra dell’ingresso nasconde al suo interno un incredibile sorpresa. Occorre fare un piccolo sforzo per arrampicarsi ed accedere dall’apertura ad arco a sesto acuto che conduce all’interno. Proseguendo mantenendosi sul lato sinistro, con molta attenzione, si può nuovamente arrivare, grazie ai resti di un antico passaggio in pietra arricchito con semplici decori, sulla sommità delle mura. A destra invece vi è un’ampia apertura che si affaccia all’interno della torre che si presenta cava all’interno. Tornato nel giardino e proseguendo lungo il lato sinistro, è possibile notare una evidente particolarità nella struttura delle mura, non visibile dall’esterno. Sino all’altezza di circa cinque metri la muratura è a pietre informi ed opera incerta, salvo diventare ben rifinita nella restante parte superiore dove sono ben visibili numerose buche per quasi tutta la lunghezza della muratura. Non si tratta di ripari per piccioni, sono delle “buche pontaie”, ossia dei fori nella muratura usati solitamente per conficcare i pali delle impalcature necessarie per completare le costruzioni particolarmente alte, per poi essere successivamente sfilate a lavoro ultimato. Ma a volte venivano usate, in modo definitivo, come base per realizzare dei ballatoi esterni. Vi è anche l’ipotesi che potessero accogliere delle travi di copertura di alloggiamenti realizzati in legno. Solo studi approfonditi e verifiche anche alla base delle mura potranno svelare l’effettivo utilizzo che venne fatto di queste buche e cosa vi fosse intorno al perimetro interno delle mura. Vi è comunque da tener presente che lungo l’esterno delle mura vi sono lunghe file di buche pontaie, e queste sono sicuramente state utilizzate per elevare l’altezza delle mura. Concludendo il cammino lungo il lato sinistro della cinta muraria, nella parte finale si aprono due ampie nicchie ad arco, sotto una delle quali passa un lungo canale di scolo che, partendo da una sorta di pozzo-cisterna porta verso il vicino tracciato ferroviario, e i resti della solita apertura che doveva condurre sulla torre ormai distrutta. L’utilizzo di queste nicchie è alquanto oscuro e potrebbero lasciar pensare ad un nucleo di strutture in muratura andato poi successivamente incluso nelle mura. Il lato che corre parallelo a quello d’ingresso presenta indicativamente le stesse caratteristiche del tratto appena percorso. Nel giungere al luogo dove una volta doveva sorgere la quarta torre, si possono notare tra i rami dei melograni, i resti dell’antico ballatoio in muratura che doveva condurre sulle mura. Dai resti del castello-recinto, ancora generalmente ben conservati, emerge chiara la tipologia del castrum romano come mutuata dagli svevi. Le prime notizie documentate risalgono al XII secolo. Durante una visita pastorale tenutasi nel 1719, il Vescovo di Nardò Antonio Sanfelice fece riportare l’esistenza di un’epigrafe scritta in greco e in latino che descrive Fulcignano come un centro di passaggio di carovane e pellegrini: “theodorus protopas famulus sanctae dei genitricis hospitium construxit anno 6657”, corrispondente al 1149 del calendario cristiano. Altre notizie, sempre dello stesso periodo, riportano i nomi di alcuni signori e possessori di Fulcignano. Nel 1192 un certo milite, Maurizio Falcone, e poi successivamente un Aymarus di Guarnierius Alemannus possessore di Zurfiniani. E’ presumibile che il Casale di Fulcignano continuò la sua crescita dimensionale nei successivi due secoli, tra il XIII e il XIV secolo, sino a quella che il Galateo descrive come una sorta di guerra con la vicina Galatone, che portò alla distruzione del casale. Il Chronicon Neretinum fa riferimento a questa contesa, datandola nel 1335. Nel 1412 gli abitanti del Casale non dovevano essere più di 170 e appena trent’anni dopo un focolario aragonese non ne conta più di una trentina. Da quel nefasto evento, quel che rimaneva del Casale e il suo Castello, passarono di mano in mano a diverse nobili famiglie, tra i primi Giovanni Del Balzo Orsini che lo ricevette come donazione nel 1426 dalla Regina Giovanna II. La sconfitta di Fulcignano nel 1335 e alcune successive contese che interessarono alcune zone del Salento, tra cui presumibilmente anche quella tra Orsini del Balzo e Ottino de Caris, portarono al suo definitivo declino e al suo progressivo abbandono. Il massimo splendore di Fulcigano è attestato attorno alla metà del secolo XIV. Come tradizione vuole, ogni castello che si rispetti ha il suo fantasma. La leggenda racconta che durante un assedio che si stava protraendo da lungo tempo, senza che gli aggressori ne venissero a capo, costoro con un colpo di mano riuscirono a rapire il figlioletto del feudatario del tempo, per fiaccarne le difese. Il fanciullo fece un orribile fine: venne ucciso e, una volta squartato, le sue membra vennero appese ad un carrubo affinché i poveri resti fossero visibili dall’interno del castello. Quando all’indomani la madre si trovò dinanzi allo scempio fatto al corpo del figlio, impazzì per il dolore e invocò il diavolo affinché custodisse il tesoro del castello. Chi voleva impadronirsi delle ricchezze avrebbe dovuto portare un bimbo in dono a Satana. Il tempo che il demonio avesse impiegato per divorare il bimbo, sarebbe stato il tempo concesso per trovare il tesoro. Si racconta che un uomo tentò nell’impresa ma con l’inganno, camuffando da bambino un gatto. Purtroppo per lui il gatto si mise a miagolare e i suoi versi mandarono a monte l’impresa. Il diavolo resosi conto del raggiro scatenò una tremenda tempesta facendo fuggire a gambe levate il malcapitato imprudente. Da allora nessuno provò più a cercare il tesoro del castello che rimase e rimane così protetto e guardato a vista dal diavolo. C’è poi chi racconta che in alcune notti è possibile udire ancora le grida e i lamenti della povera madre privata crudelmente della vita del suo figlioletto. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=HAlLrcnI5YY (video di Massimo Negro), https://www.youtube.com/watch?v=n2h34GEOie4 (video di salentowebtv), http://www.mondimedievali.net/castelli/Puglia/lecce/fulcignano.htm, https://www.corrieresalentino.it/2020/03/alla-scoperta-del-salento-il-castello-di-fulcignano/, https://www.youtube.com/watch?v=5K20uiGw5xM (video di La Postilla)

Fonti: https://www.comune.galatone.le.it/vivere-il-comune/territorio/da-visitare/item/castello-recinto-di-fulcignano, https://fondoambiente.it/luoghi/castello-di-fulcignano-le?ldc, testo di Massimo Negro su https://massimonegro.wordpress.com/2012/01/22/galatone-il-castello-di-fulcignano-e-la-triste-leggenda-del-tesoro/

Foto: la prima è presa da https://www.corrieresalentino.it/2020/03/alla-scoperta-del-salento-il-castello-di-fulcignano/, la seconda è presa da https://www.irenemarchese.it/6193/castello-fulcignano-galatone/

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