mercoledì 23 febbraio 2022

Il castello di mercoledì 23 febbraio

 


                                      

CASTEL D'ARIO (MN) -Castello

Per ben sette secoli (1082-1796) il paese fu feudo del vescovo di Trento anche se dal 1275 al 1708 venne continuamente sub-infeudato ai signori di Mantova, prima i Bonacolsi e poi i Gonzaga. Governato direttamente da Trento dopo la morte dell'ultimo Gonzaga (1708) e fino all'avvento di Napoleone, il paese entrò a far parte della provincia mantovana proprio sotto la dominazione francese e, come Mantova, fu poi retto dagli Austriaci fino al 1866, quando venne annesso al Regno d'Italia. Il patrimonio-simbolo del paese è il castello medievale, ricco di storia millenaria come attestano gli affreschi con gli stemmi scaligeri della seconda metà del Trecento al piano nobile del palazzo pretorio, l'unico edificio recentemente restaurato e utilizzato come luogo di rappresentanza e di spettacoli, oltre che sede della Biblioteca comunale e Sala Consigliare. Il professore Varanini, docente di storia medievale all’università di Verona, ha chiarito che gli stemmi non furono dipinti nell’Ottocento secondo una moda neomedievale, ma sono autentici siglati con la C di Cansignoro della Scala (1359-75). Il castello è un'antica roccaforte risalente al X secolo situata nel centro storico del paese, che conserva inalterato l'originario impianto urbanistico, oltre ad alcuni edifici e opere difensive, tra cui le cinque torri. Risulta essere uno dei principali castelli recintati medioevali a pianta pentagonale. La prima notizia certa relativa all’esistenza delle fortificazioni casteldariesi risale al 1273, quando i Bonacolsi acquisiscono la struttura dai veronesi Turrisendi. Il complesso di Castel D’Ario, infatti, fu parte, fino al secolo XIII, del sistema di difesa del confine veronese. Si tratta di un castello pensato come ricetto, funzionale al deposito dei prodotti agricoli e al rifugio in caso di bisogno. L’attuale struttura realizzata a partire dal secolo XII, in diverse fasi costruttive, si compone di due fortificazioni distinte: la rocca e il castello. La parte più antica sorge in corrispondenza del mastio che costituiva la parte centrale dell’originaria rocca, mentre, come ampliamento di questa struttura, si realizzò, nella seconda metà del secolo XIII, il recinto con le quattro torri perimetrali. Tra il 1357 e il 1377 si portò a compimento il Palazzo Pretorio, decorando tutto il piano nobile con gli stemmi degli Scaligeri, i signori veronesi che l’avevano in pegno in quel ventennio. Fu da sempre importante baluardo per le terre di confine per gli Scaligeri, i Bonacolsi e i Gonzaga. All'interno del castello sorge la Torre della Fame in cui, a metà Ottocento, furono trovati in essa alcuni scheletri. Qui vennero lasciati morire i quattro figli di Passerino Bonalcosi dal Gonzaga, che spodestò la dinastia al potere a Mantova, con la congiura del 16 agosto 1328, con l’aiuto degi scaligeri di Verona e uccise Passerino. Questi però, a sua volta, nella torre di Castel d’Ario aveva rinchiuso a morte in precedenza Francesco Pico della Mirandola e due suoi figli (1321). Una lapide sulla porta del castello ricorda questa vicenda. Il castello nel 1484 fu prigione anche per un Gonzaga, Evangelista, figlio naturale di Carlo, fratello di Ludovico, che aveva mire sgradite ai parenti (egli fu infatti accusato e poi scagionato di aver tramato una congiura contro il marchese Francesco II Gonzaga). Andò meglio a Taddea Cardinalina, detta così perché moglie del Cardinalino, ovvero il figlio del cardinale Francesco Gonzaga. Il marito l’avrebbe trovata a letto nientemeno che con il fratello Enea Forlani. Fu imprigionata nel castello, ma insieme alla figlia (e non nella torre) e dopo due anni liberata. Documentazione certa comprova che il noto architetto Luca Fancelli si occupò di lavori di restauro eseguiti tra il novembre 1478 ed il giugno 1484. Il castello, dopo il periodo austriaco, finì anche nelle mani di Napoleone, poi di nuovo all’Austria seguendo ormai il destino di Mantova. Oggi nell'antico recinto c’è un campo da tennis, eredità degli anni Sessanta quando fu un modo per dedicargli attenzione e cure. Fino alla meta del ‘700, la torre della rocca era affiancata da una torre laterale ad angolo detta torresino, ed era circondata da un muro di cinta merlato con fossato, da un terrapieno e da un ponte levatoio verso l’interno del castello. A mezzo metro da terra una porta in ferro introduce nel locale del mastio dove nel 1851 si ricavò la ghiacciaia comunale. La merlatura esistente in cima alle torri e lungo le cortine perimetrali, è stata demolita alla fine del secolo XVIII. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=gZY8_nwlZ0g (video con drone di FreeFly),https://www.youtube.com/watch?v=ovg-4ib5qjg e https://www.youtube.com/watch?v=Bz61RzOTxcw (entrambi i video di Bruno Umberto Spagna)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Castel_d%27Ario, https://www.comune.casteldario.mn.it/index.php/cenni-storici, https://web.archive.org/web/20180624010353/http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2012/06/29/news/il-castello-delle-vendette-dei-gonzaga-1.5338322,http://ecomuseomantova.it/luoghi-da-visitare/829/castello-e-rocca-di-castel-dario,https://catalogo.reggedeigonzaga.it/it/sirbec/nome=castello_di_castel_d_ario%7Cid=21%7Ctipo=MSCH_ARCH%7Ccomune=castel_d_ario

Foto: la prima è presa da http://ecomuseomantova.it/luoghi-da-visitare/829/castello-e-rocca-di-castel-dario, la seconda è una cartolina appartenente alla mia collezione

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