FARIGLIANO (CN) - Castello
Quanto importante fosse Farigliano in epoca basso-medievale ce lo suggerisce il nome della famiglia che per secoli ne ebbe il controllo, nientemeno che i Marchesi di Saluzzo, che qui avevano un avamposto rispetto al grosso delle loro terre montane e pedemontane. In località Castello restano i ruderi dell’antico maniero che un documento del 1210, stipulato dal Marchese Manfredo II, sommariamente descrive: si trattava di una torre fortificata con un palazzotto adiacente. Successivamente il castello fu ampliato: erano i tempi di Manfredo IV che, a testimonianza di una certa frequentazione, proprio a Farigliano venne sepolto. La vedova, Isabella Doria, continuò a dimorarvi (sembra per 15 anni) non incontrando le simpatie della gente, ma ancora più temuto era il figlio Manfredo (un nome che continuava a ripetersi tra i Saluzzo) indicato da alcuni come "flagello di Dio o figlio del demonio". La distruzione del castello risale però a tempi successivi, all’epoca delle guerre tra l’imperatore Carlo V ed il re di Francia Francesco I: siamo nella prima metà del XVI secolo e l’ordine espresso che sia ‘abatuto, smantellato e ruinato’ il maniero giunse nel 1544 dal Governatore di Cherasco Lois de Boller de Riez. Ma se fu abbattuto il castello, che rare notizie descrivono forte e munito ma insieme residenza confortevole e ornata, restano a testimonianza di un passato degno di nota alcune frammenti architettonici e figurativi di deciso carattere. Di gatti rossi è probabile che a Farigliano non ne troverete tanti, o comunque non più del solito. Ma sappiate che, praticamente da sempre, gli abitanti sono detti “i gat rus”, i gatti rossi. Nei tempi andati, attorno all’inizio del XIV secolo, il castello era abitato dalla Marchesa Isabella Doria. In un banchetto in suo onore pare che un gatto, bianco candido, saltò sul tavolo e fece rovesciare tutto il vino, macchiandosi inevitabilmente di rosso. Tutti i gatti che nacquero dopo furono rossi e Farigliano divenne inevitabilmente il “paese dei Gatti Rossi”. Discretamente conservate a Farigliano sono alcune case medievali, mentre non resta che un rudere dell'antico castello, demolito nel 1537 durante le guerre tra Francesco I e Carlo V per ordine di Ludovico Bollero di Centallo, un pioniere del banditismo politico, che si fece pioniere dei francesi in Piemonte taglieggiando le popolazioni nonostante la sua dignità di vescovo di Riez, diocesi di cui non prese mai il possesso.
Fonti: https://www.comune.farigliano.cn.it/Home/Guida-al-paese?IDPagina=29548&IDCat=4517, https://visitmondovi.it/farigliano-tra-gatti-rossi-e-artisti-misteriosi/, https://www.radiocorriere.tv/piemonte/Farigliano_cn.html
Foto: entrambe di Luisella Occelli su https://www.facebook.com/groups/221844924669748
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