martedì 24 gennaio 2023

Il castello di martedì 24 gennaio



TITO (PZ) - Rovine e torre di Satrianum

Citata in fonti medievali già nel IX secolo, Satrianum fu edificata su una collina (mt.950 s.l.m.) in posizione strategica da cui si controllava il valico di Brienza e l'antica via Herculea. Distrutta, venne ricostruita da Carlo D’Angiò, divenne possesso di Giovanni de Anches e poi degli Sforza e fu definitivamente abbandonata nella metà del XV secolo. L'antica Satriano, venne distrutta durante per volere di Giovanna II Durazzo D'Angiò e non fu mai più ricostruita. Sulla distruzione della città, avvenuta in seguito ad un incendio attorno al 1450, la leggenda narra che la regina di Napoli, Giovanna II d'Angiò-Durazzo, fece condurre a Satrianum una giovane dama di compagnia scortata da milizie del Regno. Quando il corteo attraversò Satrianum, la nobile donna venne rapita a causa della sua bellezza e Giovanna II, dopo l'affronto subito, ordinò una tremenda vendetta. L'abitato, infatti, venne incendiato risparmiando solo la torre normanna ed alcuni muri di edifici. I suoi abitanti si dispersero nei paesi vicini di Pietrafixa (oggi Satriano di Lucania) e Tito e del suo glorioso passato non rimasero che il nome, i resti che ancor oggi possono essere visitati e i racconti a metà tra la realtà e la fantasia circa la sua distruzione. I ruderi attualmente visibili comprendono, due cinte murarie, due villaggi con edifici residenziali e una chiesa con annesso cimitero. Sul pianoro sommitale sono visitabili una torre quadrata di XII secolo (adibita a museo multimediale “Una rocca di avvistamento sulla storia”) e i resti di un episcopio e della Cattedrale di S. Stefano. L’allestimento museale si sviluppa su tre piani. Il primo piano della torre, che poggia sulla cisterna per la raccolta delle acque piovane, porta il visitatore alla scoperta delle risorse ambientali e delle trasformazioni che il paesaggio ha subito ad opera di questi elementi naturali, con approfondimenti sulla rete viaria, l’economia e gli scambi. Il secondo piano è invece dedicato alla cultura materiale – alimentazione, agricoltura e artigianato – e si completa con un approfondimento su religiosità e riti popolari, dall’era precristiana al medioevo. L’ultimo piano del museo è a cielo aperto ed è rappresentato dal terrazzo della torre da cui, nelle ore notturne, si possono osservare le stelle mediante un telescopio computerizzato, oltre che elementi di geostoria riferiti al vasto territorio dominato dalla fortezza. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=wBwLW6NN1Fo (video di Comune di Tito), https://www.rainews.it/tgr/basilicata/video/2021/08/bas-torre-satriano-scavi-scuola-specializzazione-matera-archeologia-tito-92808984-3c40-4366-9164-86e09047555e.html (video), https://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/tiles/popupPrint.jsp?secId=100133&otype=1023&cntId=2985821

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Tito_(Italia), https://comune.tito.pz.it/vivere-la-citta/torre-di-satriano-in-tito-e-il-museo-multimediale-una-rocca-di-avvistamento-sulla-storia/, https://it.wikipedia.org/wiki/Satrianum, https://www.basilicataturistica.it/scopri-la-basilicata/arte-e-cultura-in-basilicata/musei-in-basilicata/musei-multimediali-in-basilicata/museo-torre-di-satriano-in-tito/

Foto: la prima è presa da https://cultura.gov.it/evento/l%20%27altura-di-Torre-di-Satriano, la seconda è presa da https://comune.tito.pz.it/vivere-la-citta/torre-di-satriano-in-tito-e-il-museo-multimediale-una-rocca-di-avvistamento-sulla-storia/

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