venerdì 20 gennaio 2023

Il castello di venerdì 20 gennaio



MONTECALVO IRPINO (AV) - Castello in frazione Corsano

L'esistenza di Corsano è attestata fin dall'epoca della dominazione normanna, poiché il borgo è già citato nel "Catalogus baronum" del secolo XII. Corsano era infatti soggetta a un barone dipendente dalla grancontea di Ariano, mentre gli uffici religiosi erano affidati a un abate-curato dipendente dalla diocesi di Ariano. Il borgo disponeva di un palazzo baronale fortificato (il "castello") ubicato sul colle più alto, descritto come assai sfarzoso e dotato di ampi granai, e di due chiese: quella abbaziale di San Nicola di Mira (poi rovinata dal terremoto del 1962, ma ricostruita nel 2000) e quella di Santa Maria degli Angeli (citata solo in antichi documenti); nel XV secolo vi si aggiunse il convento dei Padri Eremitani di Sant'Agostino fondato dal beato Felice da Corsano, nativo del posto. Dal 1445 Corsano fu possesso di Luigi di Capua, poi passò a Caterina Pignatelli, quindi ai Carafa e infine ai Riccardi. Il borgo, che con i suoi 498 abitanti era nel 1593 l'undicesimo comune per popolazione fra i 14 che componevano la diocesi, rimase però totalmente deserto dopo la devastante epidemia di peste del 1656; a seguito di tale evento la baronia fu soppressa e le sue terre, frequentate ormai solo stagionalmente da braccianti agricoli avventizi, vennero assoggettate al barone di Montecalvo che provvedeva a nominare un governatore. Viceversa la diocesi di Ariano non soppresse ufficialmente l'abbazia, ma la carica di abate divenne solo nominale data l'assenza di popolazione residente. A partire dal Novecento la località è stata resa accessibile mediante la strada provinciale 148 che collega l'ex strada statale 414 di Montecalvo Irpino alla valle dell'Ufita. Il castello di Corsano era diverso e forse esteticamente più bello del castello di Montecalvo (di cui parleremo prossimamente nel blog), perché più residenza abitativa civile che fortezza. È crollato a seguito dei terremoti del Novecento: 1930, 1962 e 1980. È invaso dalla boscaglia che avanza inesorabilmente, come la giungla nei templi della Thailandia, o del Messico dei Maya e degli Aztechi. Ma diverse strutture murarie sono ancora in piedi. E poi al suo interno si trovano i pezzi del frantoio dell’olio, funzionante ancora alla fine degli anni Cinquanta, integri nelle parti metalliche e in pietra. Esistono di esso le foto scattate prima del terremoto del 1930. Si potrebbe recuperare e ricostruire buona parte dei suoi ambienti crollati, risanarlo e destinarlo alla storia della produzione del grano, dell’olio e del vino, istituendovi un Museo della civiltà contadina. In questo modo lo si farebbe diventare un luogo di storia e archeologia sociale, raccogliendovi i reperti e gli strumenti di lavoro dismessi, ancora reperibili sul territorio.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Corsano_(Montecalvo_Irpino), https://www.angelosiciliano.com/S.%20o%20S.%20PER%20IL%20TRAPPETO.htm

Foto: la prima è di ALC su https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Castello_di_Corsano.jpeg, la seconda è una foto d'epoca che mostra come si presentava il castello prima della sua distruzione (https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/87/Corsano_%28Montecalvo_Irpino%29_ante-1930.jpg)

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