venerdì 13 gennaio 2023

Il castello di venerdì 13 gennaio



ROCCA SINIBALDA (RI) - Castello Sforza Cesarini

Di notevole impatto visivo, il castello nacque come fortezza militare, intorno alla metà dell’XI secolo, in una posizione strategica a dominio della valle del Turano. Deve il suo nome a Sinibaldo, conte e rettore della Sabina tra il 1058 e il 1065. Nei secoli successivi appartenne ai monaci benedettini di Farfa e, con la dilapidazione dei beni dell’Abbazia, tra il XIV e il XV secolo entrò nei feudi di 2 famiglie poi scomparse – i Buzzi e i Brancaleone di Romancia, con qualche traccia di tutto ciò negli Statuti di Tivoli e nell’Archivio della Cattedrale di Rieti. In quei secoli si stabilizzò l’impianto medievale del castello come fortezza. Solo nel XVI secolo arrivano notizie appena più precise. I conti Mareri risultavano in qualche modo proprietari del Castello. Subirono presto l’aggressività dei Medici, entrati in conflitto con i Mareri che ostacolavano la loro espansione in Abruzzo e in particolare nella zona de L’Aquila. Leone X de’ Medici aveva già nel 1517 nominato cardinale Alessandro Cesarini. Approfittando di una lite tra due Mareri, Clemente VII de’ Medici (papa nell'intervallo 1523-1534) assegnò metà del castello al cardinale, che poi completò l’acquisizione in data incerta, ma in ogni caso entro il 1539. La famiglia Cesarini ebbe l’obbligo di provvedere al suo mantenimento e al rafforzamento del suo ruolo strategico sul confine tra lo Stato Pontificio e il Reame di Napoli. Dopo il Sacco di Roma del 1527, Alessandro Cesarini rinforzò il Castello, con l’obiettivo tuttavia di fare della vecchia Rocca medievale anche un luogo di stampo rinascimentale, adatto a feste ed eventi. Commissionò dunque a Baldassarre Peruzzi, architetto della Fabbrica di San Pietro dal 1530, l’incarico di superare la distinzione tra villa e fortezza, unendo la funzione militare a quella di palazzo nobiliare. I disegni per il rinnovo del vecchio impianto, conservati agli Uffizi di Firenze, evidenziano l’innovativo progetto architettonico, i cui lavori – tuttavia – non furono portati a compimento dal Peruzzi, scomparso anzitempo nel 1536, e subirono diversi adattamenti in corso d’opera. Il Castello presenta un corpo anteriore a sperone con torri merlate, mentre l’ala nord comprende l’abitazione nobiliare e una splendida Coda con funzione difensiva. Meritano un cenno anche i giardini sospesi, riprogettati da lppolito Pizzetti nel 1972. La decorazione delle pareti interne del palazzo, ispirata dalle Metamorfosi di Ovidio con innesti di narrazioni legate alla storia della famiglia Cesarini, fu effettuata da diverse mani e in stili diversi. Tra i vari ricordiamo Girolamo Muziano e le scuole del Manierismo romano e umbro-toscano. Tra il XVII e il XVIII secolo fu feudo dei Mattei, dei Lante della Rovere, dei Muti Bussi e dei Lepri. Nel XVII e nel XVIII secolo vennero ingentiliti gli interni con affreschi; negli anni cinquanta fu acquistato per 2.600 dollari dalla scrittrice americana Caresse Crosby, che lo utilizzò come luogo d'incontro per artisti, anche promuovendo seminari di poesia; dal 1928 è stato classificato come monumento nazionale. Nel 1980, le Poste Italiane dedicarono al castello un francobollo da 550 lire, facente parte della raccolta nota come "Castelli d’Italia". L'intero maniero è stato restaurato e riaperto nell'aprile del 2014. La fortezza è unica in Europa in quanto a impatto visivo, perché ha la straordinaria capacità di prestarsi alle più varie considerazioni in merito alla sua forma estrosa e ricercata, ritenuta da molti assimilabile alle peculiarità estetiche di animali come l’aquila e lo scorpione, senza però postergare la possibilità di un’interpretazione più geometrica, artisticamente riferibile alle tendenze cubiste d’astratta accezione. Una rocca in bilico fra concezione medievale e logica rinascimentale, avente in sé una quantità inimmaginabile di paradossi e contraddizioni, dicotomie capaci di contrapporre i suoi lati più antinomici, il gotico al razionale, la natura militare a quella signorile, la severità alla dolcezza: un bel giorno l’hanno soprannominato “Castello delle Metamorfosi“, ed è così che Rocca Sinibalda lo vuole, anticamera della bellezza spiazzante e porta d’ingresso (o d’uscita) del paese. Attuale proprietario del maniero, che è visitabile su prenotazione, risulta il professor Enrico Pozzi. La visita al castello è permessa solo in alcune parti (le visite private includono anche zone interdette). La scoperta della maestosa fortezza inizia dall’ingresso principale che conduce all’interno della Corte grande, l’ampio spazio merlato al quale si arriva attraversando una stretta galleria. Dalla corte grande passando da un ampio scalone, si entra nel Piano nobile del palazzo signorile. Dopo il passaggio si entra nella Sala Grande, dove son presenti affreschi del ‘700 e le Tre Parche di Marcos Cei a guardia del castello. Cuore della fortezza è il cosiddetto Cannocchiale (visitabile parzialmente) che tocca varie sale come la Biblioteca, la Sala dello Sciamano, la Sala del Criminale, la Sala del Giardino incantato, la Sala della Musica, fino al grande Salone del Totem bianco. Il Cannocchiale è in realtà una “prospettiva” che tocca le suddette Sale fino a terminare sulla terrazza della Coda nord. La vista dal basso, permette di ammirare questa parte del castello in tutta la sua bellezza e il suo straordinario impatto scenico. All’interno di ogni sala sono conservate “Le Collezioni”: maschere rituali del Nord Ovest americano, totem indiani (uno di 9 metri), maschere e oggetti tribali africani, la Collezione Padiglione di maschere, le sculture di Agapito Miniucchi, la street art. Le cantine era uno spazio dove in passato dormivano insieme cavalli e soldati. Oggi viene utilizzato per ospitare installazioni e performance artistiche. Al termine dei suoi 80 metri di lunghezza sorge un piccolo Teatro appoggiato alla cisterna sotterranea della Corte Grande. Essa riforniva di acqua piovana l’esercito durante gli assedi. Il castello ha un sito web che consiglio di visitare per approfondire la conoscenza del prestigioso monumento: http://www.castelloroccasinibalda.it/. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=UJ8xVBaiyMY (video di PiccolaGrandeItalia), https://video.corriere.it/rocca-sinibalda-videoarte-remoto-dimora-medievale/249fa0a4-d076-11ea-b6b4-c1fd88d9cdd9 (video), http://percorsireatini.it/wordpress/i-percorsi/rocca-sinibalda/ (con video proposto)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_Sinibalda, https://www.retedimorestorichelazio.it/dimora/ri/rocca-sinibalda/castello-di-rocca-sinibalda/, https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-rocca-sinibalda-rocca-sinibalda-ri/, https://www.lazionascosto.it/castelli-fortezze-rocche-da-visitare-nel-lazio/castello-di-rocca-sinibalda/

Foto: la prima è presa da https://www.beniculturalionline.it/location-3316_Castello-Di-Rocca-Sinibalda.php, la seconda è presa da https://lazioeventi.com/luoghi-da-visitare/castello-rocca-sinibalda

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