MONTE SAN VITO (AN) – Palazzo Malatesta
Il primo documento scritto in cui si menziona Monte San Vito è del 1053. Successivamente si ha una citazione nel 1155, dai quali si deduce la formazione in un unico insediamento anteriore al X secolo. Nel 1177 Federico I il Barbarossa lo sottrasse dalla giurisdizione del marchese anconetano per porlo sotto suo diretto dominio, dandogli nel contempo in concessione un territorio comprendente i castelli di Morro, Alberello, Orgiolo e Morruco, sei ville (tra le quali quelle di San Marcello e di Antico) e il territorio che si estendeva fino al mare, includendo la Selva di Castagnola, ad eccezione dell'Abbazia cistercense. Alla morte dell'imperatore, andò sotto la giurisdizione della Diocesi di Senigallia, e poi, in seguito ad accordi, venne ceduto nel 1213 alla vicina e potente città di Jesi, generando aspre contese con la città di Ancona. Nel XV secolo il castello fu occupato dai Malatesta, che lo consolidarono, costruendo una rocca che è attualmente parte del Palazzo del Municipio. Ancona, si rivolse direttamente al papa Martino V, ma solo con il successore Eugenio IV (7 febbraio 1432) poté ottenere la sovranità su Monte San Vito. Le diatribe fra Ancona e Jesi terminarono solo quando papa Leone X De' Medici assegnò definitivamente il castello alla città dorica. Monte San Vito divenne quindi uno dei castelli di Ancona. I seguenti due secoli, sotto il governo pontificio, furono caratterizzati da una costante crescita dovuta allo sviluppo agricolo, che consentì al paese una certa ricchezza economica, testimoniata da un documento di papa Pio VII del 1803, da cui risulta che il patrimonio comunale era pari alla considerevole cifra di 100.667 scudi romani. Nel 1822 Eugenio Beauharnais (figliastro di Napoleone Bonaparte, ora Duca di Leuchtemberg e genero del Re di Baviera) vendette alla sorella Ortensia 30 terreni ed un palazzo ubicati a Monte S. Vito, facenti parte dei beni da lui ricevuti come "Appannaggio" quando era Viceré d'Italia. I beni erano stati requisiti alla Collegiata ed ai Conventuali di Monte San Vito e all'Abbazia Cistercense di Chiaravalle. Negli anni successivi Ortensia Beauharnais soggiornò frequentemente a Monte San Vito insieme ai suoi due figli, uno dei quali sarà il futuro Imperatore Napoleone III. Damiano Armandi, precettore dei due ragazzi ed amministratore dei beni di Ortensia, sarà ad Ancona uno dei protagonisti dei moti rivoluzionari 1931 contro lo Stato Pontificio. Il primo documento illustrato del castello di Monte San Vito è un disegno della fine del XV secolo che rappresenta una fortificazione composta da vari elementi, secondo alcuni studiosi il palazzo comunale fu costruito nei primi anni del 1400, sotto il dominio dei Malatesta, dove preesisteva un cassero o una fortezza. La porta era strategicamente posizionata verso est nel punto più difendibile del nucleo urbano, e per tutto il XVI sec. fu l'unico accesso al castello. Il mastio sembrerebbe coincidere con l'attuale torre dell'orologio posta sopra la porta del castello, l'orditura a pettine dei vicoli prende l'avvio dall'orginaria struttura delle mura difensive. Alla fine del '400 la sommità della cinta muraria era percorribile attraverso un cammino di ronda, mentre un fossato cingeva il castello. Il documento iconografico più interessante che ci aiuta a ricostruire la fisionomia del castello è un dipinto della metà del 1500 in cui è raffigurato San Vito che tiene in mano il castello stesso. L'aspetto generale è ancora medievale, ma si differenzia per i lavori di ampliamento del palazzo comunale con un corpo di fabbrica con tre livelli più il sottotetto, i piani corrispondo a quelli attuali. All'inizio del 1600 il palazzo subì diversi lavori di ristrutturazione e modifiche compresa la costruzione di una nuova facciata e la costruzione di una nuova torre campanaria che andarono ad inglobare le strutture medievali compresa la porta del castello. Il grande fornice al centro della facciata, privato dell'infisso e del ponte levatoio è ciò che rimane della porta d'accesso al castello medioevale Le notizie rintracciate dagli storici circa l'uso dei locali pubblici ci indicano una vita castellana condizionata da ambienti ristretti, chiusi, spesso malsani con un utilizzo delle stanze promiscuo e confuso. A metà del XVIII secolo il Consiglio decise di fare nuove stanze sopra il palazzo e fece ricostruire le scale in pietra, contemporaneamente proseguirono i lavori della nuova fabbrica in direzione est, annessa alla vecchia. Tra le varie modifiche subite dal castello quella più importante avvenne nel XVIII secolo quando una parte delle mura fu sostituita dalla collegiata di San Pietro e ne fu interrato il fossato. Palazzo Malatesta, con la sovrastante Torre civica, come già scritto, oggi è sede del Comune. Nella sala consiliare, recentemente restaurata, si conservano sette tele di prospettive architettoniche, anch'esse restaurate, attribuite a Lorenzo Daretti. Lorenzo Daretti, pittore ed architetto attivo nella seconda metà del XVIII secolo, probabilmente di nascita anconetana, si formò alla scuola bolognese del Bibbiena, presso la quale apprese l'arte della rappresentazione prospettica. Le opere mettono in rilievo il carattere familiare della bottega dei Daretti, mostrando in almeno due di essere, la presenza di più mani, che determinano, seppure nella unitarietà della concezione dell'apparato decorativo, una non omogeneità nei risultati pittorici. Le tele si fanno apprezzare per una solida costruzione generale, per la ricchezza dei dettagli architettonici e per una grande accuratezza nell'esecuzione. Oltre alle sette tele attribuite a Lorenzo Daretti, il Palazzo Comunale ospita anche dodici tempere nelle lunette del soffitto della Sala adiacente a quella consiliare: sono opere di Carlo Boria, pittore di Chiaravalle, e realizzate negli anni Ottanta; rappresentano i momenti salienti di vita e di storia locale del Novecento.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Monte_San_Vito_(Italia), http://www.montesanvito.pannet.it/Engine/RAServePG.php/P/257910020300/M/250910020300, http://www.comune.montesanvito.an.it/informative/palazzo%20malatesta/index.htm, http://www.italialuoghisconosciuti.info/Luoghi-sconosciuti-in-Italia/il-castello-di-monte-san-vito
Foto: la prima è presa da http://www.italialuoghisconosciuti.info/Luoghi-sconosciuti-in-Italia/il-castello-di-monte-san-vito, la seconda è di Stazio Vinicio su http://mapio.net/pic/p-82116536/
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