GREMIASCO (AL) - Castello Malaspina
Al tempo delle invasioni barbariche dei Longobardi, Gremiasco era un caposaldo del corno destro della linea di sbarramento a difesa della Liguria. Testimoni delle antiche vestigia romane sono le mura ancora visibili presso il castello vecchio. Nel Medio-Evo appaiono i primi documenti ufficiali che citano Gremiasco. La famiglia di origini viscontee che aveva avuto Gremiasco in feudo dal Vescovo di Tortona vi si rifugiò in seguito all'assedio ed al saccheggio di Tortona da parte di Federico Barbarossa (1155). Il borgo offrì loro protezione nel Castello costruito alla confluenza del Torrente Curone e del Torrente Dorbida (poi divenuto residenza dei parroci). Il Barbarossa, in seguito alla conquista di Tortona, ne pretese la consegna. Il Vescovo di Tortona si recò dal Papa per tutelare i possessi della chiesa tortonese e ne ottenne una Bolla di conferma nel 1157: è il primo documento che riporta Gremiasco. Il nome del paese ricompare nel testo di conciliazione che l'Imperatore Federico Barbarossa firmò con i Tortonesi nel 1177 in seguito alla Battaglia di Legnano in cui l'Imperatore fu sconfitto dalla Lega Lombarda cui Tortona aveva aderito, restituendo loro i castelli perduti. Il terzo documento ufficiale in cui ricorre il nome di Gremiasco risale al 1220. All'epoca il paese, dotato di un castello fortificato e di una torre di guardia (eretta in stile romanico), era un feudo del Comune e del Vescovo di Tortona, città che pur facente parte del Sacro Romano Impero godeva, come altri Comuni, di una certa autonomia. L'Imperatore Federico II pretese l'appoggio della città in caso di guerra coi Milanesi, ma questo fu negato. Allo scoppio della guerra, per mantenere Tortona dalla sua parte, Federico II riconfermò i privilegi concessi dal nonno Federico I. Con un atto del 1358 la famiglia dei Gremiasco che reggeva il feudo lo cedette ai Marchesi Malaspina. Questi vi costruirono un secondo Castello, dotato di una robusta torre che ospitò le carceri, da adibire a Palazzo di Giustizia, a Residenza del Principe, oppure a sede del Commissario e della sua Curia. Nel 1495 i Malaspina vendettero i loro possedimenti gremiaschesi ai genovesi Fieschi, nella persona di Gian Luigi II Fieschi detto il Grande. I suoi discendenti, in seguito al fallimento della congiura contro i Doria ordita e capeggiata da Gian Luigi III nel 1547, dovettero rifugiarsi in Francia: processati in contumacia, la sentenza decretò il passaggio dei loro possedimenti al Fisco Imperiale, e successivamente ai Doria (l'investitura imperiale avvenne nel 1565). Nel XVII secolo Gremiasco si trovava sulla celebre Via dei Feudi Imperiali, detta anche Strada del Sale. Su questa transitavano derrate e cereali provenienti dalla Pianura Padana e destinate alla Liguria. Il borgo aveva la fortuna di trovarsi a metà strada tra i due grandi capoluoghi, Genova e Milano, e anche piuttosto vicino a Piacenza. Era quindi una zona importante dal punto di vista economico e strategico che per questo motivo faceva gola a molti. I Doria, con l'appoggio del Sacro Romano Imperatore, ebbero a scontrarsi con gli eredi Fieschi che trovavano appoggio nella Francia del Re Sole Luigi XIV. Vennero in seguito riconosciuti i diritti dei Doria su questi possedimenti, diritti che mantennero a lungo, fino alla soppressione dei feudi. Nel corso degli anni parecchi dei loro beni, tra cui il Castello, furono venduti a privati. Il Trattato di Vienna del 1738 sancì la cessione alla Casa di Savoia della Provincia Tortonese "come posseduta da S.M. Imperiale". I Doria intendevano mantenere il possesso della zona di Gremiasco e di altri comuni della zona, rifacendosi al contratto di affrancamento del 1692, ancora valido. La guerra vide le truppe piemontesi in paese, praticamente ignorate dalla popolazione gremiaschese che le considerava del tutto estranee. La pace, come spesso avveniva al tempo, si compì con le nozze tra Andrea IV Doria e la Principessa Leopoldina di Savoia-Carignano nel 1767: Gremiasco divenne piemontese ed i Doria rimasero i padroni del feudo. Nel 1796, con il Trattato di Cherasco, Napoleone Bonaparte si fece assegnare tutto il territorio piemontese ed abolì il sistema feudale. Il Principe Andrea IV Doria lasciò quindi Gremiasco: al suo posto s'insediò un Commissario che aveva comunque il compito di incassare i tributi dovuti al Principe. Gremiasco presentò richiesta di affrancamento alla Municipalità di Tortona: in questo documento del 1799 compare per la prima volte l'appellativo di Sindaco. Sotto Napoleone terminò il periodo di fiorente commercio che avveniva sulla Via dei Feudi Imperiali: fu un momento triste perché l'agricoltura di Gremiasco, mai redditizia, in quel frangente addirittura non bastava a soddisfare il bisogno della popolazione; a questo si aggiunse un generale decadimento di strade e strutture. Alla caduta di Napoleone, il Congresso di Vienna (1815) riassegnò il Piemonte ai Savoia, così Gremiasco e la Val Curone tornarono sotto il dominio sabaudo. Con atto ufficiale in data 18 Gennaio 1816, Gremiasco divenne un Comune con un Sindaco. Il paese conserva diverse ed interessanti testimonianze delle sue antiche opere di fortificazione: l'avanzo di una torre quadrata, in pietra da taglio, situata in posizione elevata con evidenti funzioni di osservazione, cui era originariamente affiancata l'abside semi-circolare di un piccolo edificio religioso, poi parzialmente atterrato per far posto alla canonica dell'attuale parrocchiale. Essa misura 4 m. per lato ed un tempo si elevava ad una altezza di 14 m.: attribuita al secolo XI, rappresenta un bell'esempio di torre romanica. Tra la fine del '600 e l'inizio del '700 fu innalzata fino a 36 m. per essere adibita a torre campanaria. Originariamente in paese esistevano due castelli, appartenenti alla famiglia dei Marchesi Malaspina. Dei due, uno, costruito nel XII secolo dai nobili Gremiasco con la funzione di palazzo gentilizio, venne poi adibito a canonica. L’altro, voluto ed iniziato dagli stessi Malaspina al tempo della loro floridezza, fu dagli stessi riadattato. In seguito, sotto la dominazione dei Doria, subì modifiche ed aggiunte che lo portarono allo stato attuale. La nobile famiglia genovese volle trasformarlo prima in Palazzo di Giustizia, poi in residenza occasionale del Principe, nonché in sede ordinaria del Commissario e della sua Curia. Il Castello dei Malaspina ha pianta quadrata, è costruito in pietra non squadrata, con una grande scarpatura a fare da base, ed aveva una merlatura ghibellina. Al pianterreno vi era un vasto salone con grandi finestre in stile gotico ed un ampio camino con cappa e rilievi. Dagli anelli infissi al soffitto della sala è possibile dedurre che si tratti del luogo dove in epoca medievale si amministrava la giustizia. Per mezzo di un loggiato si accedeva alle prigioni confinate nella Torre, in cui la luce filtrava attraverso anguste finestre munite di doppia inferriata. Un’ala del vetusto fabbricato venne abbattuta negli anni 1930 per la costruzione dell’Asilo Infantile, voluto da un benefattore, il Cavaliere Bonfiglio Dusio. Agli inizi dell'Ottocento era adibito ad osteria. Oggi è un’abitazione privata. Altro link suggerito: http://ontheroadinitaly.myblog.it/2016/05/27/gita-i-sentieri-della-val-curone-vacanza-presso-agriturismo-gremiasco/
Fonti: http://www.comune.gremiasco.al.it/section.php?page=a8, http://www.comune.gremiasco.al.it/section.php?page=a11, http://www.terredelgiarolo.it/index.php?page=a1_s1_f16
Foto: la prima è di Davide Papalini su https://it.wikipedia.org/wiki/Gremiasco#/media/File:Gremiasco-castello_Malaspina-complesso.jpg, la seconda è presa da http://www.lonelyplanetitalia.it/diari/gita-tra-i-sentieri-della-val-curone-in-vacanza-presso-un-agriturismo-a-gremiasco
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