Varie ipotesi sono sorte sul nome di Controguerra: deriverebbe dalla volontà di pace a seguito ad una furiosa battaglia tra bizantini e goti che rase al suolo il paese, secondo altri viene da un possidente di nome "Contraguerra" che appare nei registri farfensi, un'altra leggenda smentita dalle documentazioni storiche lo vuole "Contra" (davanti) ad un ipotetico insediamento di nome Guerra, non rintracciabile in nessun documento. Di certo si sa che sul territorio, nel corso dell'alto medioevo, erano sorte alcune corti farfensi; Controguerra viene per la prima volta citata nelle documentazioni scritte con l'avvento del dominio normanno: nel 1109 il Vescovo di Teramo si prodigava per confortare la popolazione del castello a seguito del loro passaggio. Compare nel "Catologus Baronum" del 1152 dove si elencavano i baroni soggetti al Re normanno di Sicilia: Ruggero II; qui si legge che il feudo apparteneva a Roberto di Attone V dei conti di Apruzio. Tra il 1255 e il 1279 si fuse con il vicino castello di Corata, antico possesso del vescovo di Ascoli, collocato tra il capoluogo ed il centro di Torano, mentre nel 1258 si fa risalire la fondazione del convento francescano a poca distanza dal torrione, che si sostituì ad un precedente istituto benedettino. Nel 1279 Carlo d'Angiò donò il castello ad Amelio di Agoto, che ne fu possessore solo nominalmente, poiché la popolazione aveva già da tempo giurato fedeltà ad Ascoli; nel 1297 rinnovò i suoi patti con la città ma nel 1342 venne riconfermato il possesso ai precedenti feudatari, nella persona di Aloisio di Agoto, che stavolta riuscì a far valere i suoi diritti, dato che nei catasti ascolani del 1381 il castello non viene segnalato. Nel 1413 il Re di Napoli Ladislao II d'Angiò, alla sua morte, succeduto dalla moglie, la Regina Giovanna II, oltre a riconfermare i diritti ed i privilegi a Colonnella e Controguerra, donò la contea di Ascoli al suo capitano Conte da Carrara. Allo scopo di difendere i confini della nuova signoria, il figlio, Obizzone da Carrara, conquistò Controguerra, lasciando a comando della guarnigione il capitano Carlo Baroncelli da Offida, suo luogotenente. Alla caduta dei Da Carrara, nel 1426, Ascoli tentò di riprendere mano al castello, che ormai era diventato bene personale del Baroncelli; non si sa se dopo aver smosso sia Papa Martino V che la Regina Giovanna II, gli ascolani riuscirono a riprendersi legalmente il feudo. Di fatto nel 1433 passò sotto Francesco Sforza insieme allo stato Ascolano, siglando l'anno successivo nuovi patti di sottomissione alla città; nel frattempo, nel 1450, passò per Controguerra San Giacomo della Marca, che fondò il culto della Madonna delle Grazie, ancora sentito nel paese. Nove anni più tardi venne occupato, durante la guerra con la successione al regno di Napoli tra angioini ed aragonesi, da Giosia Acquaviva, che patteggiava per Giovanni d'Angiò. In risposta gli ascolani inviarono una spedizione armata che riconquistò l'abitato: nella battaglia parteciparono anche le famose amazzoni ascolane Menichina Soderini e Flavia Guiderocchi; successivamente tornò in circostanze poco chiare parte dei territori degli Acquaviva e quindi del Regno di Napoli. Tra XV e XVI secolo il paese venne ripetutamente assediato: nel 1497 fu occupata da truppe fedeli ai francesi angioini e fu assediata da Ettore Fieramosca, nel 1556 venne preso da Francesco Carafa e nel 1557 anche dai francesi di ritorno dal sacco di Campli. A seguito di questi eventi arrivò la pace fino al 1646, quando sull'onda delle proteste esplose a Napoli con Masaniello, anche a Controguerra si accesero delle rivolte presto sedate; intanto cresceva l'importanza della dogana, che insieme a Pagliare del Tronto gestiva i traffici tra il Regno e lo Stato Pontificio. Si mantenne un paese prospero fino all'arrivo in Italia delle idee rivoluzionarie francesi, nel 1798 ci furono scontri tra l'esercito cisalpino ed i conservatori locali che avevano costituito un manipolo di volontari armati, presto sconfitto. Con l'arrivo di Napoleone entrò a far parte del Cantone di Civitella del Tronto nel dipartimento di Pescara; nel paese vennero alloggiati anche i militari del corpo dei "Sanniti" e dei "Cacciatori di Abruzzo", fino alla caduta dell'imperatore. Con la successiva restaurazione napoleonica il paese ritornò a fungere da presidio di frontiera fino all'unità d'Italia, quando scoppiò in paese uno degli ultimi focolai di resistenza filo-borbonica che si conclusero con l'arrivo dei piemontesi diretti alla fortezza di Civitella, ultimo baluardo a cadere del Regno di Napoli. Con l'unità si concluse la travagliata storia del castello che divenne una tranquilla località di confine tra Abruzzo e Marche, parte integrante del comprensorio della Val Vibrata. Il torrione, localmente chiamato "Lu turrepò", cioè torre di ponente, in contrapposizione alla torre di Colonnella, che la fronteggia al di là del torrente Vibrata, a controllo dell'intero territorio (vallata del Tronto), fino al mare, venne edificato durante l’incastellamento, nel 1370. L'edificio, in muratura continua con volte a botte ribassate, ha subito nei secoli una serie di trasformazioni e di rifacimenti: nella parte superiore, la ripresa muraria appare diversa dal paramento di sottili tipici mattoni teramani che invece caratterizza tutta la torre. Probabilmente in origine la costruzione era più alta, e forse anche merlata, nella logica delle torri di avvistamento e di difesa dell'epoca. Le finestre sono state tutte aperte in epoche posteriori, quando la torre è stata adibita ad ampliamento dell'abitazione ad essa adiacente, che alcune fonti considerano coeva alla torre del Palazzo Ducale degli Acquaviva. Il torrione ha svolto la sua funzione di punto d’osservazione fino all’Unità d’Italia. Fatta eccezione per qualche feritoia da moschetto o da bombarda, rimangono ben poche tracce degli aspetti militari del manufatto. Qui è possibile visitarlo virtualmente: http://comune.controguerra.te.it/torrione/. Altra foto disponibile su http://comune.controguerra.te.it/punti-di-interesse/torrione/
Costruito in epoca rinascimentale a ridosso del Torrione, il Palazzo Ducale ha ospitato per secoli i luogotenenti della città di Ascoli e degli Acquaviva.
Fonti: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=torrete&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuTorr5808&tom=808, http://comune.controguerra.te.it/torrione, http://comune.controguerra.te.it/punti-di-interesse/palazzo-ducale/, https://www.habitualtourist.com/torrione(controguerra), https://www.habitualtourist.com/controguerra(capoluogo)
Foto: la prima, relativa al torrione, è presa da http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=torrete&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuTorr5808&tom=808, le altre due, relative al palazzo Ducale, sono prese da https://www.habitualtourist.com/palazzo_ducale(controguerra)
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