mercoledì 27 aprile 2022

Il castello di mercoledì 27 aprile

                                      


                                       

VIGNOLA (MO) - Rocca

Non è certa la data della sua costruzione, si presume successivamente all'età Carolingia per difendere l'abitato della cittadina dai barbari Ungari. Un documento risalente all'anno 936 attesta che la città di Vignola in quel periodo era sottoposta all'autorità del Vescovo di Modena. Un altro documento prova l'esistenza della Rocca almeno a partire dall'anno 1178. Fino al XV secolo la funzione della costruzione era esclusivamente militare. Nel 1401 il nobile ferrarese Uguccione dei Contrari ricevette in dono da parte del signore di Ferrara Niccolò III d'Este il feudo di Vignola. Nei venti anni successivi la rocca mutò profondamente la propria destinazione trasformandosi in sontuosa dimora della famiglia Contrari, che disponeva di elevate ricchezze. Nel 1575 i Contrari si estinsero per cui i beni feudali tornarono agli Estensi. Gli Estensi governarono Vignola solo per un biennio, in quanto nel 1577 il feudo fu ceduto a Jacopo Boncompagni, figlio naturale del futuro Papa Gregorio XIII, in cambio di 75.000 scudi d'oro ferraresi. La famiglia Boncompagni affidò la gestione della Rocca e di Vignola ad un amministratore, visitando sporadicamente la cittadina. Antonio Boncompagni, fu l'ultimo feudatario di Vignola, in quanto nel 1796, con l'arrivo di Napoleone Bonaparte decadevano i Boncompagni e subentrava un comitato repubblicano. Nel 1815 Vignola, non tornata marchesato, fu incorporata nei domini del duca di Modena, Francesco IV. Nel XIX secolo all'interno dell'edificio trovarono sede diverse istituzioni sociali e politiche: il Municipio, la biblioteca e la Cassa di Risparmio di Vignola che ha acquistato l'immobile nel 1965, che successivamente, nel 1998 è stato ceduto alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Vignola. La Fondazione di Vignola, in collaborazione con gli Enti locali sta in questi anni portando avanti un ricco panorama di iniziative, in parte collegate alla valorizzazione di questa area geografica, in parte all’inserimento di Vignola in un più vasto circuito di cultura internazionale. La Rocca di Vignola, “forte fabrica all’anticha con due recinti di mura con tre torri et diverse altre commodità” si presenta al visitatore come un imponente quadrilatero, prodotto finale di tante fasi costruttive ed in particolare di quelle apportate dai Grassoni prima e dai Contrari poi, che l’hanno trasformata da roccaforte ad imponente residenza nobiliare. Sulla sinistra della facciata si apre l’androne d’ingresso anticamente difeso da ponti levatoi, fossato, portoni e saracinesche di cui restano oggi due portoni e le vestigia del resto. Sulla destra si innalza la torre del Pennello, dietro ad essa, nell’angolo del quadrilatero che guarda il fiume Panaro, la torre delle Donne ed ultima la torre denominata di Nonantola: la più antica ed imponente. Sul muro esterno che corre tra questa torre e l’androne d’ingresso si apre un bastione arrotondato chiamato Rocchetta, che per la forma singolare, si distacca dalla rimanente struttura architettonica. Quest'ultima fu fatta costruire dai Contrari a ridosso di un antico muro esterno della Rocca. Utilizzata come fortino, in passato era dotata di due ponti levatoi, uno dei quali portava ai giardini pensili ricavati dal rivellino medievale. I locali, in origine, non erano coperti e non erano illuminati dalle finestre, realizzate solo nel Seicento. Sulle pareti sono visibili le feritoie utilizzate per archi, balestre o pezzi d’artiglieria. Tra i cimeli oggi conservati nella Rocchetta si può osservare un cannone ad avancarica del 1819 e due coppie di campane. Il recente restauro della Rocchetta ha reso possibili nuovi percorsi di visita al suo interno. All’esterno della Rocchetta vale la pena di soffermarsi a considerare la Corte. Osservando le mura si notano subito i diversi materiali costruttivi utilizzati nel corso dei secoli: il sasso di fiume delle strutture più antiche e i mattoni in cotto delle ristrutturazioni successive, soprattutto di epoca Contrari. Da notare i due archivolti che ornano l’accesso alla Rocchetta e ai locali della Rocca: il primo con rose e rocchi sormontato dallo stemma dei Contrari, il secondo con gigli e aquile estensi. La Rocca, edificata su roccia calcarea, comunemente chiamata “tufo”, a strapiombo sul fiume, si configura oggi disposta su cinque piani, dai sotterranei, dove si trovano le Sale dei Grassoni e dei Contrari, ai camminamenti di ronda. La ristrutturazione dei sotterranei della Rocca ha permesso il recupero di una vasta area ora adibita a spazio culturale. É stato infatti possibile, superate le molteplici difficoltà di carattere tecnico, dovute alla particolare conformazione del terreno, caratterizzato dalla presenza di “sfarsein” (piccole sorgenti naturali), trasformare gli antichi scantinati, dove venivano conservate le derrate alimentari utili a provvedere al fabbisogno dell’intera corte, in due splendide sale. Particolarmente suggestiva la Sala dei Contrari, un tempo dispensa, ma anche sicuro rifugio antiaereo durante l’ultimo conflitto mondiale, si presenta maestosa nella sua armoniosa e severa struttura esaltata dall’alternarsi del sasso di fiume e del mattone rosso. La sala, a forma di elle, è inoltre particolarmente originale per la soffittatura a botte, che in corrispondenza dell’intersecarsi dei due bracci forma un’ampia e poderosa crociera. Per quanto concerne le sale e la loro funzione d’uso, al piano terreno si aprono quelle riservate alla rappresentanza, cioè adibite ai momenti pubblici ed ufficiali della vita di corte: banchetti, feste, musica, teatro. Spiccano la Sala dei Leoni e dei Leopardi, la Sala delle Colombe e quella degli Anelli. Il primo piano era, invece, dedicato al privato, agli appartamenti dei signori e dei loro ospiti. Al livello superiore vi sono le stanze probabilmente utilizzate per gli alloggi della servitù e delle truppe di stanza alla Rocca, ma anche i locali di servizio, indispensabili in un edificio di tali dimensioni. Questi spaziosi locali, pavimentati con ciottoli di fiume o cocciopesto, in tempi antichi erano dotati di camino per il riscaldamento e di una controsoffittatura atta a difendere gli occupanti dai rigori delle stagioni invernali, creando così ambienti relativamente confortevoli. Soltanto in epoca successiva, quando ormai la "sentinella" del Panaro aveva cessato il suo ruolo e quindi non necessitavano più truppe permanenti in Rocca, molte di queste stanze furono utilizzate come prigioni. Continuando a salire si raggiungono gli spalti, o camminamenti di ronda, che circondano tutt’attorno la Rocca, collegando tra loro le torri di Nonantola, delle Donne e del Pennello. Se ora li vediamo coperti e corredati da piccole finestre ad arco, avevano in origine ben altra fisionomia in quanto non esisteva soffittatura, ma solamente una solida merlatura ghibellina a "coda di rondine". Sino al Cinquecento, dietro i merli si potevano preventivamente concentrare e schierare le truppe che difendevano il maniero per impedire qualsiasi tentativo di scalata ostile, tenendo a debita distanza gli assalitori con linee multiple di tiro. Il pavimento dei corridoi mostra le ondulazioni regolari che in assenza del tetto convogliavano le acque piovane verso i fori di gronda aperti nei beccatelli. Dei camminamenti la parte sicuramente più suggestiva è indubbiamente il piccolo ballatoio (pugiuolo) che conduce alla torre di Nonantola. Nel corso del XIV essa fu elevata ed ampliata una prima volta, per poi essere innalzata e interamente consolidata con murature in mattoni nel periodo compreso tra il 1402 e il 1406. La torre delle Donne trae la sua denominazione dalla presenza al suo interno delle celle in cui, secondo alcune testimonianze (Belloj), venivano recluse le donne. Durante i restauri effettuati negli scorsi decenni, sono emerse le decorazioni ad affresco realizzate sia nelle spallature delle finestre, con tralci di foglie e melograni eseguiti a composizione libera, sia come riquadrature e contorni dei merli.
Delle tre torri, questa è l’unica ad avere al suo interno una scala che collega tutti i piani dell’edificio, dai camminamenti ai sotterranei, integrando il sistema di collegamenti verticali ed orizzontali che contraddistinguono la costruzione. La torre del Pennello, come quella delle Donne, fu innalzata ex novo nei primi due decenni del Quattrocento. Il suo nome deriva alla presenza di una garitta di avvistamento posta sulla sua sommità, che da lontano appariva come un "pennello". Questa torre si diversifica dalle altre per la sua pianta pentagonale. Negli ultimi decenni è stato messo in opera un attento e scrupoloso lavoro di restauro che ha consentito il recupero sia architettonico che pittorico della Rocca. Grazie ad attente ricerche storiche è stato possibile risalire al significato degli affreschi in gran parte databili al XV secolo che decorano le sale del piano terra e alcune stanze al primo piano (sale delle Dame, sala degli Stemmi e sala dei Tronchi d'Albero). La maggior parte degli affreschi riportano la storia della famiglia Contrari e provano il forte legame con gli Estensi. Nella Cappella della Rocca si può ammirare il prezioso ciclo di affreschi tardogotici commissionato da Uguccione Contrari, anch'esso recentemente restaurato. I dipinti raffiguranti le Storie di Cristo, sono attribuiti al Maestro di Vignola, personalità di spicco dell'arte emiliana dei primi decenni del XV secolo, di cui attualmente non si conosce il nome. Altro splendido ambiente affrescato è la sala del Padiglione, che deve il nome alla rappresentazione di una grande tenda, con i lembi aperti e finemente decorata, davanti alla quale sono raffigurati due personaggi che si ritiene identificare in Battistina Campofregoso e Ambrogio Contrari, sposi nel 1461. Proprio nella scena del loro matrimonio e rappresentato l'interno delle mura merlate che lasciano intuire la struttura di un giardino pensile, abbellito da melograni, tralci di fiori e foglie, oltre le quali appaiono molteplici varietà di piante da ornamento. Altri link proposti per approfondimento: https://www.icastelli.it/it/emilia-romagna/modena/vignola/rocca-di-vignola, https://www.cinziamalaguti.it/il-castello-di-vignola/, https://www.youtube.com/watch?v=fQZokXca_d4 (video di Pierangelo Magri), https://www.youtube.com/watch?v=o-n-vtdoFzg (video di paoloslavazza), https://www.terredicastelli.eu/comuni/vignola/ (video), https://www.youtube.com/watch?v=EBopQn3rwMo (video di Drone GABBYFLY)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_di_Vignola, https://www.fondazionedivignola.it/rocca-di-vignola/visita-la-rocca/percorso-classico/, https://www.terredicastelli.eu/luoghi-di-interesse/rocca-di-vignola/

Foto:la prima è di Marco Albertazzi su https://www.pinterest.it/pin/753860425110177531/, la seconda è una cartolina della mia collezione. Infine, la terza è di Dario Perugini su https://www.facebook.com/CastelliRoccheFortificazioniItalia/photos/a.10157670404745345/10157030003755345

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