Spettine è una frazione del comune di Bettola. Poche sono le notizie riguardanti questo fortilizio posto a controllo di una delle strade di collegamento fra le valli del Nure e del Trebbia. Il primo possesso del castello fu certo della nobile famiglia che appunto dalla località prese il nome: i Da Spettine che annoverarono personaggi di rilievo nell'ambito piacentino in epoca comunale. Da citare, in particolare, Guglielmo Da Spettine, che, nel 1272 fu canonico di S. Antonino e decano di Antiochia nonché cappellano di Papa Gregorio X (il piacentino Tebaldo Visconti) e fece a lungo parte dell’entourage del cardinale Ottobono Fieschi; oppure Albertino che nel 1304 fu podestà di Alba e quindi di Asti; ed ancora Pietro, podestà di Tortona nel 1305. Nel 1396 il duca Gian Galeazzo Visconti diede procura ad Antolino de Angusolis, podestà di Pavia, affinchè comprasse a suo nome il castello di Spettine. Il fortilizio fu assediato nell'aprile del 1440 dal conte Giovanni Anguissola e dai suoi seguaci che provocarono gravi danni alla Val Nure. In seguito il feudo di Spettine, unitamente a quelli di Macerato, Pradovera e Montebarro, passò agli Anguissola i quali ne vennero privati nel 1462 da Francesco Sforza, duca di Milano per avere Onofrio Anguissola, in quello stesso anno, capeggiato una sollevazione di contadini. Dopo l'uccisione dell'Anguissola, avvenuta nel castello di Binasco presso Milano dopo molti anni di prigionia, il duca investì di quei beni il suo camerario, Gian Francesco Attendolo. Ai primi del Cinquecento il conte Gian Ludovico Caracciolo (condannato a morte e giustiziato per tradimento nel 1517) otteneva dal re di Francia conferma della sua signoria su varie località della Val Trebbia e Val Perino e su metà del feudo di Spettine; la restante parte competeva invece al conte Francesco Maria Anguissola. E’ molto plausibile che, con l'affermarsi del potere centrale dei Farnese come guida del Ducato di Parma e Piacenza (istituito nel 1545 da Papa Paolo III), l'importanza degli antichi confini tra feudi appartenenti alle varie famiglie nobili sia venuta meno, e così la rilevanza dei castelli destinati a difenderli. Del resto, la maggior parte degli antici fortilizi si mostrava ormai inadatta a resistere alle nuove tecniche d'assedio, che prevedevano un sempre maggiore impiego di armi da fuoco. Da sottolineare che già dalla seconda metà del XVII secolo il castello di Spettine cessò, di fatto, di comparire negli annali storici locali. E’ quindi possibile che, in linea di massima, da quel momento sia stato abbandonato e lasciato andare in rovina. Il castello presenta un corpo centrale (quasi certamente il primitivo, affiancato da altri edifici eretti in epoca successiva. La parte più antica sovrasta in altezza le altre e conserva nelle muraglie tracce di archi in arenaria. Nella stanza a pianterreno, al di sopra di altrettante porte che si fronteggiano, si notano capaci forni. A piano terra di uno degli edifici, la cui costruzione risalirebbe al 1500, si trova un'ampia sala con un grande camino in arenaria e soffitto ligneo a cassettoni; la tradizione vuole che fosse l'aula in cui si teneva giustizia. Un'altra parte del complesso risale invece al 1668, come conferma la data scolpita in una pietra. Di fronte al corpo centrale esiste un'altra costruzione nella cui parte superiore era l'oratorio privato del castello. Due locali con accessi bassi e in origine privi di finestre, sono rispettivamente indicati come "la prigione degli uomini" e la "prigione delle donne". Per quanto il castello versi in grave stato di abbandono (è in larga parte ricoperto dalla vegetazione e presenta, purtroppo, crolli sempre più evidenti e significativi), la prigione delle donne - che si distingue per una evidente seduta per i bisogni corporali - è rimasta perfettamente conservata. L'ambiente di modeste dimensioni prende aria da una feritoia e bocca di lupo, mentre il carcere maschile si presenta più ampio, ma privo di sedute. All'interno della sala della giustizia, al pian terreno del castello di Spettine, le pareti sono rivestite di firme incise nell'intonaco. Interessante un volto umano ricavato dai diversi strati di pittura murale e delineato con il carbone del camino. Degna di nota è anche la chiesa, posta sul ciglio del dirupo che aggetta sulla valle. L’edificio è in rovina ma se ne possono scorgere le caratteristiche di edificazione; si può ad esempio osservare la pianta a croce latina con l'altare rivolto ad oriente. Non mancano inoltre le notizie sull'importanza di questo edificio nei secoli passati. Era certamente la più antica della Provincia ed è risaputo che vi si tumulavano salme provenienti dai paesi limitrofi. Nonostante le sue condizioni di evidente rovina, il castello continua a dominare, imponente e misterioso, nel mezzo dei colli piacentini. E' raggiungibile soltanto a piedi, o con mezzi fuoristrada. Il complesso è stato acquistato da un privato che lo sta ristrutturando. Altri link: https://www.youtube.com/watch?v=pyBAbif-3NI (video di Capu Drumart), https://www.youtube.com/watch?v=0IbXV4bB38U (video di Stefano Guarnieri), http://geo.regione.emilia-romagna.it/schede/castelli/index.jsp?id=1714, https://www.facebook.com/pg/GiamesPhoto-Foto-Storie-e-Leggende-dallAppennino-delle-Quattro-Province-149986885100741/photos/?tab=album&album_id=490966754336084, http://www.moto-ontheroad.it/on-the-road/reportage-in-moto/emilia-romagna/
Fonti: http://www.altavaltrebbia.net/castelli/val-nure/2166-castello-di-spettine.html, testo di Paolo Panni su http://www.emiliamisteriosa.it/2013/08/il-misterioso-castello-di-spettine.html,
Foto: la prima è di Simone Segalini su http://simonesegalinitrekking.blogspot.com/2018/05/escursione-da-spettine-al-monte-santanna.html, la seconda è di Paolo Panni su http://www.emiliamisteriosa.it/2013/08/il-misterioso-castello-di-spettine.html
Nessun commento:
Posta un commento