Dal secolo X iniziò a manifestarsi un ripopolamento di tutta la Pianura Campana. Il sito della futura Afragola era occupato da diversi pagi, villaggi rurali di piccola dimensione, occupati dai coloni delle vastissime terre: Arcopinto (a ovest dell'attuale centro storico cittadino, verso Frattamaggiore), Arcora (a sud - est), Salice (a sud), San Salvadore delle Monache (sito non ben definito ma a nord dell'attuale centro, presso il Clanio), Cantarello (a sud). Tra XII e XIII secolo questi villaggi cominciarono ad essere assorbiti da insediamenti demici più grandi, riuniti ciascuno intorno ad una chiesa: Santa Maria d'Ajello, San Giorgio e San Marco. Afragola si formò nel Duecento dal progressivo ampliamento e dal conseguente saldamento di queste tre entità demiche principali. Diverso fu il caso di Arcora, mai incorporato nel tessuto urbano primigenio per la sua lontananza e che nella seconda metà del Duecento risultava addirittura spopolato. Risulta quindi senza fondamento la tradizione che vuole che la città sia stata fondata nel 1140 dal re Ruggero II di Sicilia, detto Ruggero il Normanno, il quale avrebbe distribuito terre incolte ai suoi veterani. L'episodio è raffigurato nell'affresco della sede municipale, eseguito dal pittore Augusto Moriani nel 1866. Tale tradizione è stata già da tempo riconosciuta come falsa dallo storico ottocentesco Bartolommeo Capasso. Parte del suo territorio fu feudo dell'arcivescovo di Napoli e uno dei "casali" considerati parte integrante di Napoli. Alcune terre furono possesso feudale di vari personaggi, mentre altre appartenevano al demanio regale; la collettività locale si era organizzata in una universitas guidata da un syndicus. Nel 1576 l'universitas acquistò i diritti della parte feudale e della parte demaniale del suo territorio, mentre il re si riservava il diritto di nominare un governatore per l'amministrazione del "casale". Nel 1639 il duca di Medina, viceré di Napoli, decise la vendita dei "casali" per finanziare la guerra dei Trent'anni e gli abitanti di Afragola furono costretti a versare nuovamente una considerevole somma di denaro. Nel 1799 Afragola partecipò alla Repubblica Napoletana e fu issato nell'attuale piazza Municipio l'albero della libertà. Il Castello Angioino sorge vicino alla Parrocchiale di San Giorgio. La sua costruzione risale al 1337 ed è opera della famiglia Durazzo, ramo collaterale di quella Angioina. Secondo la tradizione fu residenza della regina Giovanna II d'Angiò. Si presentava in origine come un vasto quadrilatero protetto da quattro torri e circondato da un fossato, più tardi riempito. Le vicende storiche succedutesi fino ad oggi hanno causato una tale metamorfosi della struttura che diventa arduo rintracciarne i resti trecenteschi: attualmente, il castello si presenta come un enorme caseggiato. Nel 1420 qui si insediò la famiglia Capece-Bozzuto, che trasformò l'edificio da maniero in abitazione. Con il passare del tempo, il fossato è stato colmato, dando spazio ad alcune costruzioni che sono state addossate lungo il perimetro delle vecchie mura. Nel 1571 fu venduto alla universitas, corrispondente all'attuale comune. In stato di degrado fu venduto nel 1726 a Gaetano Caracciolo del Sole, duca di Venosa, che lo restaurò. Grazie al proprietario dell'epoca il castello ha conosciuto lo sfarzo e lo splendore tipici delle residenze aristocratiche napoletane. Nel 1823 è stata creata, grazie ai tre governatori Castaldo, Alfieri e Ciaramella, eletti dal Consiglio Comunale, la cappella della Vergine Addolorata, sul cui ingresso è esistita l'ultima torre dell'antico castello. In quel periodo il complesso presentava un vasto giardino interno con una bella edicola votiva raffigurante la Vergine Addolorata che protegge sei religiose ai suoi piedi. Dalla fine dell'800 l'edificio, nuovamente in abbandono alla fine del secolo, vi fu installato un orfanotrofio. Attualmente l'edificio ospita una scuola dell'infanzia e primaria paritaria, denominata Addolorata, il cui ente gestore è la Città di Afragola, la cui frequenza è gratuita. Tale scuola è erede dell'orfanotrofio gestito dalle Suore Compassioniste Serve di Maria nel secolo scorso in base a un protocollo d'intesa, non più vigente, siglato tra la fondatrice della Congregazione, la beata suor Maria Maddalena Starace, e l'amministrazione comunale. La Congregazione ha ancora una comunità nel castello, che ospita anche il centro di accoglienza diurno "Il Bruco", semiconvitto per ragazzi in difficoltà gestito da una cooperativa sociale. Nel 1892 il piccolo tempio nel castello venne distrutto, insieme all'ultima sua torre, da un terribile fulmine. Nel nostro secolo il castello Angioino ha subito ulteriori modifiche, con alterazioni strutturali e abbattimento di quel poco che restava del vecchio maniero. Il castello, in seguito ai numerosi interventi effettuati, non conserva nulla dell’antica struttura: tutte le caratteristiche tipiche del forte sono state rimosse per dargli l’aspetto simile a un caseggiato. Nella corte è ancora oggi possibile ammirare un affresco rappresentante la Vergine, un po’ sbiadito dal tempo. Altro link per approfondire: http://vetusetnovus.blogspot.com/2018/05/il-castello-di-afragola-una-difficile.html
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Afragola, https://www.geoplan.it/luoghi-interesse-italia/monumenti-provincia-napoli/cartina-monumenti-afragola/monumenti-afragola-castello.htm, http://www.mondimedievali.net/castelli/campania/napoli/provincia000.htm#afragol
Foto: entrambe (la seconda raffigura il castello al tempo della I Guerra Mondiale) sono prese da http://vetusetnovus.blogspot.com/2017/12/afragola-darte-il-castello-nota-storica.html
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