martedì 23 aprile 2019

Il castello di martedì 23 aprile



CASTELCIVITA (SA) - Torre angioina

Castelcivita è un nome recente: infatti, come molti paesi della Campania costruiti sull’alto della montagna e poi distrutti, ha subito varie denominazioni. Il paese è indicato nei documenti Angioini con il nome di Civita Pantuliano mentre in età Aragonese con il nome di Castelluccia, probabilmente per indicare, già dal XIII secolo, una piccola città fortificata. Si pensa che le mura di Castelcivita siano opera di Pandolfo Fasanella, nobile feudatario, il quale la fece costruire per ordine di Carlo I D’Angiò. A Castelcivita vi erano un castello di epoca normanna e una cinta muraria di cui nulla più esiste. Resta invece una torre costruita intorno al XIII secolo da Pandolfo di Fasanella (l'ipotesi più autorevole la vuole edificata tra il 1268 e il 1284), allora feudatario di gran parte del territorio che lui per primo probabilmente fortificò. La torre, innalzata a strapiombo sulla valle, nel punto più alto dell'abitato, assunse grande importanza in rapporto alla cinta muraria del borgo e rispetto all'allora scomparso castello. La difesa di Castelcivita costituì il punto di forza di tutta l'operazione difensiva voluta dagli Angioini che ritennero necessario fortificare le terre del Principato Citeriore. La Torre è legata ad uno dei più noti avvenimenti del nostro passato, i Vespri siciliani, che fecero di Castelcivita, allora chiamata Civita Pantuliano, la punta più avanzata della penisola nella sanguinosa insurrezione. Scoppiata nel 1282, la rivolta siciliana si allargò sul continente ed i Siculi-Aragonesi inviarono contro gli Angioini di Napoli dei guerrieri detti Almugàveri. Questi assediarono il paese e ne fecero un covo fortificatissimo che, data la sua posizione orografica, era quasi inespugnabile. Per tale motivo costituiva un ostacolo per gli Angioini che dovevano accorrere in aiuto dei Francesi in Sicilia. L’inevitabile scontro si tramutò in un assedio che solo dopo tre anni Carlo Martello risolse a favore degli alleati napoletani. La Torre, da tempo irresistibile richiamo turistico, si sviluppa su pianta circolare con diametro di circa quindici metri. Un primo vano, contenuto nella scarpata, diventava all’occasione prigione o deposito mentre in un secondo vano (praticamente il primo piano) si svolgeva la vita del feudatario. Al di sopra di questo sono presenti altri due vani il cui accesso era presumibilmente consentito con scale di legno o funi. Nel mese di aprile 2018 il maestoso monumento, alto circa 25 metri, è stato riaperto al pubblico, dopo essere stato oggetto di alcuni lavori di ristrutturazione resi necessari dal danneggiamento occorso alla costruzione in seguito ad un fulmine abbattutosi nel novembre del 2016. All'interno del vano dove avveniva la vita quotidiana del feudatario è stata allestita, dall'associazione "La Pagoda", una mostra della civiltà contadina delal vecchia "Civita Pantuliano". Altri link suggeriti: http://www.cilentontheroad.it/it/borgo/65/castelcivita (dove trovare altre notizie storiche del luogo), https://www.noitour.com/vacanze-nel-cilento/comune_scheda.asp?id=15, https://digilander.libero.it/alburni.cilento/castelcivita.htm

Fonti: https://www.grottedicastelcivita.com/castelcivita, http://xoomer.virgilio.it/analfin/castciv5.htm, testo di Luigi Maiale su http://vocedistrada.it/articoli-2/attualita/castelcivita-riapre-al-pubblico-la-torre-angioina/, https://www.consumionline.it/la-torre-angioina-castelcivita/

Foto: la prima è presa da https://ilpalazzodisichelgaita.wordpress.com/2014/09/18/ritratto-di-un-politico-giovanni-da-procida/, la seconda è presa da http://www.cilentontheroad.it/it/borgo/65/castelcivita

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