PELAGO (FI) - Castello di Nipozzano
È posto sulla sommità di una collina, a circa 350 metri di altitudine, da cui domina gli abitati di San Francesco e Pontassieve, dove si trova la confluenza della Sieve con il fiume Arno. Il castello si trova nel territorio di produzione del Chianti Rufina. Per la tradizione popolare "nipozzano" significa “senza pozzo”, a testimoniare che la zona era povera d'acqua: circostanza favorevole alla coltivazione della vite. La sua posizione strategica ha permesso, nei secoli, il controllo delle valli sottostanti, percorse dalla strada romana "Cassia Vetus". Il castello di Nipozzano è stato uno dei più potenti fortilizi del contado fiorentino, oggi sicuramente quello dela zona di Pelago che conserva le maggiori strutture medievali. Un tempo era dominato dalla possente mole quadrilatera del cassero, ricordata fino dal 1371, e circondato da due giri di mura che racchiudevano anche l'abitato. Purtroppo la struttura è stata per gran parte distrutta dalle mine tedesche nel 1944. Ricostruita è la chiesa di S. Niccolò, sulla quale crollò il cassero dopo l'esplosione. Il castello è al centro di un piccolo borgo murato. L’insediamento è tipico del periodo medievale: il cassero in posizione dominante rispetto al cortile d'armi e agli altri edifici che si sviluppano lungo la strada di accesso. L’aspetto attuale del complesso, oggi trasformato in villa fattoria, è il risultato di una importante opera di restauro eseguita nel dopoguerra. Il piano terreno è costituito da alcuni locali seminterrati e da un grande cortile circondato da un camminamento ad U e terminante su un lato con una torre vedetta. Antico feudo dei conti Guidi, la cui signoria sopra Nipozzano fu confermata dai diplomi imperiali del 1164, 1191 (ad opera dell'imperatore Arrigo VI) e 1220 (ad opera di Federico II) e terminò quasi certamente prima del 1225 dal momento che non si fa menzione di questo castello nell’atto con il quale i cinque figli di Guido Guerra si divisero i beni aviti in questa parte del contado. A Nipozzano i Guidi ebbero possessi fondiari dal 1062, come risulta da un contratto col quale un conte Guido acquistò la "quarta parte di due porzioni del Poggio già castello posto a Nipozzano e circondato da fossati'". Dall'esame di tale documento si può anche supporre che il castello, o meglio il sito fortificato, ebbe origine verso la prima metà del secolo XI, sebbene la struttura originaria fosse stata distrutta e solo in seguito ricostruita. Lapo da Castiglionchio afferma che il castello passò sotto il controllo dei da Quona i quali lo avrebbero poi ceduto insieme al suo distretto all’Abbazia di San Fedele a Strumi (Poppi). Questa notizia del possesso da parte dei da Quona non trova riscontro nei documenti, mentre è certo che nel 1218 l’abate di San Fedele, per pagare un debito contratto con la famiglia Adimari, fu costretto a concedere in affitto per il periodo di cinque anni, tutte le terre, case e vigne che l’abbazia possedeva a Nipozzano (concessione ripetuta anche nel 1275). Nel 1283 i monaci rinunciarono definitivamente al loro patrimonio di Nipozzano cedendolo a Bindo de’ Cerchi in cambio di terre più vicine alla città. Nipozzano passò in mano alla Repubblica di Firenze, a partire dai primi anni del 1300: la Repubblica vi teneva un suo castellano, come risulta da lettere del 1312, conservate nell' Archivio delle Riformagioni di Firenze. In tali lettere, vi è esplicito riferimento all'incarico di sorvegliare il passaggio dell'esercito di Arrigo VII di Lussemburgo, in movimento da Arezzo a Firenze, per assediare la città. Dalla ricca famiglia dei Cerchi, coinvolta nella lotta per il controllo del Comune di Firenze, Nipozzano passò tra i possedimenti della famiglia Albizzi, loro alleati, che in breve tempo divennero una delle più ricche famiglie della città di Firenze. Verso la fine del Trecento, con gli Albizzi, il castello conobbe il periodo di massimo splendore: fu trasformato in una splendida dimora di campagna, divenendo ritrovo di artisti e letterati. Tra il 1300 e il 1400 gli Albizzi si scontrarono contro la famiglia rivale dei Medici, uscendone però sconfitti. Della dimora voluta dagli Albizi rimangono ancora vari elementi architettonici riferibili al Quattrocento. Il Castello è stato abbellito ulteriormente nel corso dei secoli, fino all'inizio del Seicento. Uno dei discendenti della famiglia, Vittorio degli Albizzi, introdusse nuove metodologie di viticultura nella zona di Pomino (Rufina), non lontano dal Castello di Nipozzano. Alla morte di Vittorio, avvenuta nel 1877, tutti i suoi beni passarono alla famiglia della sorella Leonia degli Albizzi, moglie di Angelo Frescobaldi, non essendosi Vittorio mai sposato. Il Castello di Nipozzano appartiene tuttora alla famiglia Frescobaldi, risultandone tra le proprietà più celebri e storiche. Altri link suggeriti: https://www.frescobaldi.com/tenute/castello-nipozzano/, https://www.youtube.com/watch?v=1IUuB_6KmNU (video con riprese aeree di Frescobaldi Vini),
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Nipozzano, http://www.castellitoscani.com/italian/nipozzano.htm,
Foto: la prima è presa da https://www.nihaoitaly.com/content/castello-di-nipozzano, la seconda è un fermo-immagine preso dal video di Emiliano Nannucci (https://www.youtube.com/watch?v=0tfDoYxrBlA)
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