SAMBUCA DI SICILIA (AG) - Fortino di Mazzallakkar
Zabut, l'odierna Sambuca, fu fondata dagli Arabi intorno all'830, qualche anno dopo il loro sbarco in Sicilia. Circa l'etmologia del nome "Zabut" esistono varie interpretazioni. Ma perchè Zabut? La tradizione popolare e la leggenda indicano quale fondatore di Sambuca l'Emiro Al-Zabut, un seguace dell'ascetico conquistatore maghrebino Ibn Mankud l'"Ardente guerriero della fede", signore indipendente delle Kabyle di Trapani, Marsala e Sciacca che guidò le truppe d'assalto dell'Afrfriyqal alla conquista di Castrogiovanni, Val di Noto e, dopo lungo assedio, alla presa di Siracusa, allora capitale bizantina dell'isola. Secondo questi dati l'Emiro AL-Zabut partecipò come giovane guerriero alla conquista della testa di ponte di Mazara ed ebbe ruolo di rilievo nei combattimenti di Girgenti e Castrogiovanni, guadagnandosi per il suo valore l'appellativo "Al-Chabut" - lo splendido - che trasmise alle terre da lui conquistate. Zabut fu abitata da popolazione islamica fino al tredicesimo secolo fino a quando si ribellò alle operazioni di consolidamento imperiale ordinate da Federico II che costruì il Castello di Giuliana da usarsi come quartiere generale per la soluzione della "questione saracena" in Sicilia, voluta dal Papa. Zabut resistette per due anni. La resistenza fu stroncata nel 1225 e la strage fu totale. Sambuca conserva ancora le tracce di questa sua matrice islamica nel "quartiere arabo", costruito da un impianto urbano che si sviluppò attorno a sette "Vicoli saraceni", trasformati in un museo vivente di storia arabo-sicula e nella fortezza di Mazzallakkar sulle sponde del lago Arancio che viene sommersa ogni qualvolta s'innalza il livello del Lago. La cultura, le tradizioni popolari, i modi di esprimersi degli abitanti di sambuca testimoniano di questa origine storica. La cittadina-fortezza di Zabut, dopo l'eccidio e la deportazione dei superstiti saraceni, fu lentamente ricostruita. Gli arabi convertitisi al Cristianesimo per paura o per convinzione e i cristiani di Adragnus convissero insieme pacificamente. Distrutta nell'autunno del 1411, sul finire dellla lunga guerra di successione al Regno di Sicilia, la cui protagonista fu una donna, Bianca di Navarra, gli Adragnini si trasferirono nella fortezza di Zabut, risparmiata alla distruzione per l'eroica resistenza opposta all'assedio dei seguaci del Barone di Modica e per l'imponenza delle sue fortificazioni. Avvenne così che il primitivo impianto urbano della parte settentrionale di Zabut, costituito da un'acropoli e da un quartiere di viuzze, incominciò ad ampliarsi verso le propaggini della collina. Dal XV al XIX secolo, Sambuca conobbe alterne vicende: prosperità e pestilenze, benessere e miseria, splendore e terremoti. Nonostante tutto il paese progredì. Sorsero nuovi quartieri, si allargò la cinta delle mura, vennero costruiti palazzi baronali e signorili, chiese, monasteri, conventi. Da baronia la Terra della Sambuca venne promossa con privilegio di Filippo II - Madrid 15 novembre 1570 - a Marchesato. Il quale, il 16 settembre 1666, passò, a causa di un matrimonio, ai Beccadelli di Bologna assurti successivamente al rango di Principi con il Principato di Camporale. Il titolo viene a tutt'oggi detenuto dagli eredi. Tra i Principi Marchesi della Sambuca, i più celebri furono Don Pietro - 1695/1781 - e il figlio Don Giuseppe - 1726/1813. A ridosso delle acque del lago Arancio, nel territorio di Sambuca di Sicilia, si possono individuare i ruderi di un fortino costruito dagli Arabi e chiamato Fortino di Mazzallakkar. Esso si trova nella zona dei Mulini, chiamata così per la presenza di diversi mulini funzionanti grazie alle acque di Rincione, tra la collina Castellazzo e la Torre Cellaro che si estende nella parte bassa del territorio di Sambuca di Sicilia. La sua costruzione fu realizzata nello stesso periodo in cui gli Arabi stavano fondando Zabut (Sambuca) e cioè successivo all'830. Probabilmente si trattava di un avamposto per difendere il territorio attorno il castello di Zabut. Fino agli anni cinquanta, anche se adibito al ricovero di greggi e armenti, il fortino si trovava in ottime condizioni. In seguito alla costruzione della diga Carboj resta sommerso parzialmente dalle acque del lago Arancio per almeno sei mesi all'anno. Il fortino ha una forma quadrangolare; in ogni angolo si eleva un torrione di forma circolare, coperto da una cupoletta in pietra calcarea con un ornato cuspidale che forse fu una fiamma o una mezzaluna. I torrioni sono dotati di feritoie e l'altezza delle mura raggiunge circa 4 metri. Le escursioni termiche e le depressioni idro-geologiche stanno distruggendo irrimediabilmente questo capolavoro storico e architettonico, unico in tutta la Sicilia. Altri link suggeriti: http://www.distrettoturisticoselinuntino.it/a.cfm?id=507, http://www.virtualsicily.it/Monumento-Fortino%20di%20Mazzallakkar-Sambuca%20di%20Sicilia-AG-1062
Fonti: http://www.comune.sambucadisicilia.ag.it/Turist-Turn/Cenni-Storici/CenniStorici.htm, https://it.wikipedia.org/wiki/Fortino_di_Mazzallakkar
Foto: la prima è di Ennio Gurrera su https://it.wikipedia.org/wiki/Fortino_di_Mazzallakkar#/media/File:Fortino_di_Mazzallakkar.jpg, la seconda è presa da https://www.inspirock.com/italy/sambuca-di-sicilia/lago-arancio-a5404388401
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