martedì 2 giugno 2020

Il castello di martedì 2 giugno



CASINA (RE) - Castello di Leguigno

Leguigno apparve come parrocchia agli inizi del primo millennio, e come contea verso il XIV secolo, quando la nobile famiglia reggiana dei Fogliani eresse il suo mastio sulla collina più alta del borgo di Montata (nel "Liber Focorum" del 1315 i Fogliani figurano come fondatori e signori del castello). Il Castello di Leguigno, in realtà oggi una corte fortificata visitabile ed in ottimo stato, sorse sul luogo dove probabilmente si trovava una piccola guardiola, o torrione, necessario ai tempi delle vicende di Matilde di Canossa per far funzionare il "sistema" di castelli, spesso in comunicazione visiva a catena, con cui la Gran Contessa amministrava il suo vastissimo territorio (se si accetta l'identificazione del toponimo "Laguia" con Leguigno, il castello viene nominato per la prima volta nel "Memoriale potestatum" del 1198 in cui si certifica il suo assoggettamento al comune di Reggio). I Fogliani protessero fino al XV secolo la Contea di Leguigno mantenendola in una specie di "exclave" visconteo-parmense incuneata oltre il torrente Enza in pieno territorio estense, per poi venderla proprio a Ferrara che la affidò al Conte Giangiacomo della turbolenta famiglia dei Bebbi (1468), i quali la mantennero come un'oasi nascosta in cui rifugiarsi durante le scorrerie e le battaglie fra "guelfi e ghibellini" locali, ovvero fra le fazioni dette della "Tvaia" (tovaglia) e della "Cuseina" (cucina) che per tanti anni durante la prima metà del cinquecento insanguinarono il territorio reggiano. Leguigno ebbe così da una parte il privilegio di ritrovarsi "zona franca" con relativi privilegi, esenzioni e detassazioni, dall'altra l'inquieto status di "zona dimenticata", rifugio di fuorilegge, con i concetti stessi di "diritto" e di "legge" saldamente nelle mani del Conte di turno. Nel secondo medioevo quindi la collina leguignese fu teatro di sanguinose faide, distruzioni e ricostruzioni: da qui la famiglia Bebbi si organizzava, esiliata dal governatore di Reggio Gozzadini, per le sue battaglie cittadine che arrivarono fino all'assassinio dello stesso nel Duomo diocesano. Nel 1512 il castello fu distrutto da un acerrimo nemico dei Bebbi, Domenico Amorotto. I Bebbi riedificarono la rocca e la mantennero fino al 1645 quando il duca Francesco I investì del feudo Antonio Scapinelli, membro di una pacifica e coltissima famiglia che amministrò il feudo più o meno graditamente, nel difficile periodo degli assolutismi cui pare non si sottrassero completamente, come - però - da costume dell'epoca. Nel 1796 l'arrivo delle truppe di Napoleone spazzò via feudo e Feudalesimo, e Leguigno divenne Comune indipendente prima del distretto di Carpineti, nella Repubblica Cispadana, poi di Castelnovo ne' Monti. La Restaurazione riportò gli Scapinelli al loro castello non più come dòmini ma semplicemente come privati proprietari: dopo vari passaggi amministrativi infatti Leguigno divenne parte del Comune di Casina di cui tuttora è la maggiore frazione dopo il capoluogo. Prima degli eventi bellici del XX secolo la corte fortificata, divenuta residenza privata del Cardinale Raffaele Scapinelli di Leguigno - Nunzio Apostolico a Vienna durante la Grande Guerra - (che l'aveva riacquistata dopo un breve periodo di proprietà dei Signori Dallari) ospitò numerosi ambasciatori e grandi esponenti di stati esteri, soprattutto durante il periodo estivo. Proprio al cardinale spetta il merito di aver promosso massicci interventi volti alla ricostruzione della parte centrale della rocca, all'innalzamento di una nuova torre adibita a museo ed alla fondazione di una cappella. Il ricordo tanto caro di questo grande uomo e principe dal carattere taciturno, riflessivo ma generoso è giunto fino alle nostre generazioni attraverso nonni e bisnonni, e la sua luce splende ancora. Fu il pronipote Pietro Scapinelli, grande asso dell'aviazione italiana, che risiedette per ultimo fra le mura dell'antica residenza comitale con la sua grande famiglia. Del castello di Leguigno, che sorge su un poggio dominante le pendici alla sinistra del torrente Tassobbio, rimane un corpo centrale di modeste proporzioni, incorniciato da due torri quadrangolari che si profilano da lontano. E' visitabile solo esternamente ed è possibile osservare le mura e parte del giardino interno. Alte mura disposte a quadrilatero e dotate di torri angolari circondano l'edificio e circoscrivono un ampio cortile centrale abbellito da conifere. Altro link suggerito: https://www.tourer.it/scheda?castello-di-leguigno-leguigno-casina

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Leguigno, http://mototurismo.mobi/mt/emergenza.jsp?id=268, http://www.4000luoghi.re.it/luoghi/casina/castello_leguigno.aspx

Foto: la prima è di ARTEAS Progetti su http://www.4000luoghi.re.it/luoghi/casina/castello_leguigno.aspx, la seconda è di Alfio Ansaloni su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/328325/view

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