sabato 6 giugno 2020

Il castello di sabato 6 giugno



PIEGARO (PG) - Castello di Pietrafitta

Pietrafitta è una frazione del comune di Piegaro, situata a 276 m s.l.m., sul pendio di un colle che domina la vasta zona della pianura di Tavernelle, nei pressi di un antico monastero Benedettino del secolo XI chiamato “l’abbazia dei sette frati”. Il primo insediamento, ad opera di braccianti che lavoravano la terra dei monaci, avvenne verso la metà del XII secolo. A quell’esiguo numero di casette da loro costruite sul fianco del colle, dove migliore era l’esposizione e minore il pericolo d’inondazione e di frane, si aggiunsero col trascorrere degli anni e dei decenni altre case e successivamente anche alcune botteghe artigianali. Il vescovo di Perugia, per soddisfare le richieste degli abitanti, non solo fece erigere la chiesa, che prese il nome di S. Maria in Piano, ma provvide pure ad inviarvi un sacerdote con fissa dimora, affinchè “…custodisse la chiesa e la plebe commessagli…”. Il nome della località è di indubbia derivazione geologica, un cosiddetto “geonimo”, da collegarsi non solo all’intima struttura della collina su cui è sorto l’insediamento ( su pietre arenarie tenere ), ma anche alle numerose cave di pietra esistenti un tempo nella zona. L’estrazione dell’abbondante pietra e la sua lavorazione possono aver avuto un ruolo determinante della genesi del nome. Pertanto l’etimologia del toponimo dovrebbe essere Petraficta come pietra finta o falsa o poco dura in riferimento appunto alla costituzione geologica del colle su cui sorge il paese. Nel censimento del 1282 Pietrafitta era ancora classificata “villa” e la sua popolazione ammontava a 48 focolari. Soltanto verso il 1340, con la costruzione delle mura e della possente torre d’angolo, potè fregiarsi del titolo di “ Castrum “ cioè di Castello. Solo quattro anni dopo la peste del 1348 descritta da Boccaccio nel Decamerone, esattamente nel 1352, Pietrafitta corse il più grave pericolo della sua storia. Durante la cosiddetta "guerra di Bettona" tra le milizie dell’arcivescovo Giovanni Visconti (cui si unirono le schiere dei ghibellini locali) e l’esercito guelfo perugino (rinforzato da fiorentini e senesi) Pietrafitta fu assalita dalle soldataglie ghibelline del conte Nolfo di Urbino. Durante la battaglia una delle tante pietre lanciate dai difensori colpì alla testa il fuoriuscito perugino Filippo di Cecchino di Messer Vinciolo, vice comandante delle truppe ghibelline che morì ai piedi della torre. Malgrado la notevole disparità di forze gli abitanti e i pochi soldati di guardia si difesero accanitamente, ma alla fine di una sanguinosa battaglia il numero prevalse sul valore ed il castello fu conquistato. Il conte Nolfo, il cui scopo era quello di portare aiuto a Bettona assediata, dovette però interrompere la sua marcia e tornarsene indietro perchè i perugini gli avevano precluso ogni via. Anche a seguito di questi avvenimenti, durante tutto il XIV secolo, il paese si trasformò in una vera e propria fortezza, tanto che nel 1403 Perugia dovette intervenire per indebolirne le difese (smantellamento parziale della torre), che l'avrebbero resa inespugnabile qualora fosse caduta in mano al nemico. Le abbazie italiane, a differenza di quelle francesi, non raggiunsero mai l’autonomia gestionale e finanziaria, dipendevano dallo Stato Pontificio e dai vescovi che nominavano i priori. Quando nel 1377, il papa Gregorio XI, su supplica di Santa Caterina da Siena, riportò la sede pontificia da Avignone a Roma, per aggraziarsene la benevolenza fu apposta nel castello una targa con la data di suddetto evento. Il castello venne poi adibito ad “Hospitum” o foresteria, serviva di accoglienza agli ammalati ed ai pellegrini. A capo di questa benefica istituzione c’era un priore che durava in carica un anno e che poi, al termine del mandato, rispondeva del suo operato. Le spese di gestione erano abbondantemente coperte dai lasciti di pie persone e dalle rendite dei terreni che costituivano i “beni dell’hospitale”. In questo castello dormì il futuro Papa Leone XIII, primo Papa ad abolire il potere temporale della Chiesa. Col restauro della Torre del Castello di Pietrafitta, la storia di questo territorio riaffiora e ci porta a quei tempi trascorsi, eco del Rinascimento che tanto splendore nell’arte diedero all’Italia. Con la calata dei francesi, nel 1798, Pietrafitta entrò nella zona di interesse di Panicale, e solo nel 1817 passò definitivamente al comune di Piegaro. Il castello di Pietrafitta era noto nel tardo medioevo per la cosiddetta “Fiera della Badia“, manifestazione già celebre agli inizi del secolo XIV, tanto che l’ordine veniva tutelato dallo stesso capitano del contado e dal vicario del podestà di Perugia. Altri link suggeriti: https://www.icastelli.it/it/umbria/perugia/piegaro/castello-di-pietrafittahttp://www.castellopietrafitta.it/Luogo.htmhttps://digilander.libero.it/cyberserker0/

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