venerdì 19 giugno 2020

Il castello di venerdì 19 giugno



CASTELNOVO DI SOTTO (RE) - Rocca

Il primo documento che attesta l'esistenza di un nucleo abitato nell'area in cui sorge l'attuale paese risale al 980; in esso si dà conto di una compravendita avvenuta in "Castronovum". Il toponimo esprime l'originaria vocazione militare del borgo che, appunto, sorse attorno a un "castrum" cioè ad un forte che, nel corso del tempo, acquisì sempre maggiore rilevanza strategica fino a diventare, intorno al 1200, una rocca di una certa importanza. Signori del luogo furono così casati di antico blasone come i Canossa, i Visconti, i Terzi. Il dominio sul paese fu però a lungo conteso soprattutto tra i Da Correggio e gli Este. Nel 1366 Bernabò Visconti assegnò il feudo di Meletole e Castelnovo di Sotto a Luchino Dal Verme. Nel 1386 Antonio da Correggio vendette parte della Rocca a Jacopo Dal Verme, figlio di Luchino dal Verme ed erede. Alla morte di Jacopo il feudo passò al figlio Luigi Dal Verme, conte di Bobbio, Voghera e signore di Castel San Giovanni della val Tidone. Nei primi decenni del Quattrocento si alternarono nel suo dominio i Duchi di Milano (Visconti e Sforza) e gli Estensi. Nel 1447 lo riebbe il Marchese Leonello d'Este. Tornato ai Duchi di Milano nel 1457 rientrò in possesso nel 1479 del Duca di Ferrara Ercole I d'Este insieme con Brescello e da lui uniti al Ducato di Modena e Reggio. Dopo il periodo di occupazione pontificia (1513-1527) rimase sempre agli Estensi. Nel 1652 il duca Francesco d'Este vendette il feudo al ramo veronese dei Gherardini di Montagliari che lo tennero fino alla napoleonica Campagna d'Italia, a seguito della quale, nel 1796, Castelnovo fu proclamato "Libero Comune" ed entrò così a far parte dapprima della Repubblica Reggiana e poi della Repubblica Cisalpina. Con la Restaurazione il paese tornò ad essere un possedimento estense, fino all'avvento dell'Unità d'Italia. L'edificio originale, intorno al quale sorse il borgo, fu edificato, stando alle cronache, intorno all'anno 1000 da Sigifredo di Lucca, capostipite della casata dei Canossa. Non era certo la Rocca che vediamo ora e d'altra parte è impossibile immaginare com'era. Il dominio di Castelnovo, alla morte di Sigifredo, venne ereditato da Atto Canossa. L’illustre casata attivò qui un vero cantiere per rendere più munita ed inespugnabile la fortezza. La signoria canusina durò fino a quando l’imperatore Arrigo IV spogliò la Contessa Matilde di questo dominio e concesse l’investitura dei terreni e della rocca ai fratelli Pietro e Giberto da Correggio, che già possedevano diversi domini limitrofi. Questi feudatari intervennero sulla fortezza, ampliandola ed ingentilendola, e sullo sviluppo del borgo, iniziando un’opera di bonifica del territorio adiacente. Gli anni seguenti furono costellati di eventi nefasti per Castelnovo: cinto d’assedio nel 1305 ed espugnato dalle milizie di Azzo I d’Este, signore di Ferrara, venne sottoposto ad un più violento attacco dalle truppe di Giberto Da Correggio. Costretta a capitolare dopo 24 giorni di combattimenti, la rocca viene abbattuta e spianata al suolo. Dopo averla rioccupata, Giberto, nel 1318, ordinò l’edificazione di un nuovo castello innalzandolo sulle attuali fondamenta. Testimonia quest’epoca cruenta una lapide raffigurante uno scudo con le iniziali “S. I.” avvolto in ghironi, i panni che anticamente coprivano gli scudi. Questa targa, voluta dai Da Correggio per commemorare gli aiuti ricevuti dal vescovo di Parma, Obizzone I San Vitale, e dal fratello Pietro nella lotta contro i Lombardi, è attualmente collocata all’ingresso della rocca. Da una mappa antica è chiaramente osservabile la “fossa del castello” o “Fossa della Rocca”: un fossato che, con il suo andamento circolare, limitava e proteggeva il fortilizio di Castelnovo, eretto nel 1318 da Giberto Correggio, che ora racchiude il nucleo urbano. Un secondo fossato aveva invece lo scopo di separare il borgo dal castello e costituiva un ulteriore strumento di difesa. Il castello, nel corso del Trecento, fu sottoposto ad un alternarsi di distruzioni e riedificazioni, causate dagli insistenti assedi ed attacchi mossi dalle milizie dei Gonzaga. Nel 1345 un terremoto danneggiò ulteriormente la fortificazione. La signoria dei Da Correggio subì nel secolo seguente diverse interruzioni di potere, attribuibili alla loro incerta politica durante le lotte tra le signorie dell’epoca. Nel 1479 il territorio di Castelnovo venne acquistato dal Duca Ercole I che avviò un’operazione di rafforzamento della rocca, potenziata nei suoi apparati difensivi e dotata di ponti levatoi nei due ingressi principali. Il Duca provvide anche al restauro e all’abbellimento delle stanze signorili. Gli Estensi mantennero il possesso di Castelnovo fino al 1652, quando il Duca Francesco I lo cedette in feudo alla famiglia Gherardini di Verona, che abitò stabilmente nella rocca. Il loro dominio su Castelnovo, prolungatosi fino al 1796, fu interrotto negli anni 1707-1709 dai franco-spagnoli, nemici degli Este, che occuparono il castello e costrinsero i feudatari a trasferirsi a San Polo. Nel corso dei secoli l'edificio ha dunque subito numerose modifiche, pur conservando tutt'oggi i tratti originari di fortezza militare a scopi difensivi, come appare evidente dalla pianta quadrangolare compatta su tre livelli più sottotetto; sulla copertura poi si erge una torretta e la facciata è preceduta da un avancorpo porticato. La ristrutturazione più incisiva si ebbe nel Settecento quando la rocca fu convertita dal marchese Gherardini in residenza civile, circondata da un parco creato su disegno di Geminiano Macagni. Nel 1869 la proprietà dell'edificio passò alla famiglia Chioffi. Nel 1903 la sede municipale, che prima si trovava al civico 131 di via Gramsci, è stata collocata nell'attuale Rocca. Nel 1910, su proposta del sindaco Salvarani, il Consiglio Comunale, per rendere più decorosa la sala, decise di affidare al pittore Radames Dossi, da poco stabilitosi a Castelnovo Sotto, la decorazione della sala stessa mediante pareti istoriate con soggetti rappresentanti episodi del Risorgimento italiano, soffitto con medaglioni raffiguranti le allegorie della Storia, della Giustizia, della Scienza, della Giurisprudenza, del Progresso, dell'Agricoltura con motti e stemmi delle Provincie Emiliane. (Bertolotti, A., Castelnovo di Sotto dalla fine del '700 agli inizi del '900. Notizie storico urbanistiche, Comune di Castelnovo di Sotto, 1981). Nel 1995 hanno preso il via, con il sostegno della Provincia di Reggio Emilia, i lavori di restauro conservativo della Rocca sottoposta, per il suo elevato valore, sottoposti ai vincoli della Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali della Regione Emilia Romagna. Il restauro del Palazzo Rocca fa parte di un complessivo progetto di riordino urbanistico del centro Storico sia dal punto di vista architettonico che culturale e turistico nell'ottica di una sempre maggiore vivibilità e a fronte dell'accrescersi della partecipazione alle manifestazioni del Carnevale di un pubblico sempre maggiore anche da fuori Regione. Sul retro del palazzo municipale, sul lato destro dando le spalle al parco, è posta la Lapide a ricordo dei 5 partigiani uccisi il 24 aprile 1945. Altri link suggeriti: http://rete.comuni-italiani.it/wiki/File:Castelnovo_di_Sotto_-_La_rocca_-_lato_posteriore.jpg, http://rete.comuni-italiani.it/wiki/File:Castelnovo_di_Sotto_-_Municipio.jpg

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castelnovo_di_Sotto, https://comune.castelnovo-di-sotto.re.it/contenuti/136878/storia-monumenti, https://turismo.comune.re.it/it/castelnovo-di-sotto/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/rocca-di-castelnovo-sotto

Foto: la prima è presa da https://turismo.comune.re.it/it/castelnovo-di-sotto/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/rocca-di-castelnovo-sotto, la seconda è presa da https://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=197025

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