giovedì 1 luglio 2021

Il castello di giovedì 1 luglio



GROPELLO CAIROLI (PV) - Castello

Graupellum o Ripelium è noto fin dal IX secolo; era una curtis fiscale che il re Berengario I concesse nel 900 al suo fedele Folcuino detto Vasingone. Era forse già allora difeso da un castello. Nel secolo seguente ne erano signori Bernardo (conte di Parma e dal 996 di Pavia) e la moglie Rolinda (figlia naturale del re Ugo) che, riottenutolo dopo una confisca dall'Imperatore Ottone II, lo donarono alla canonica della Ss. Trinità di Pavia, da loro fondata. Probabilmente faceva parte dei domini di Pavia ancor prima che la città, nel XII secolo, sconfitti i conti palatini di Lomello, ne annettesse i territori (la Lomellina); nell'ambito di tali domini comunque Gropello fu incluso nel distretto della Lomellina. Cadde ben presto sotto la signoria dei Beccaria, un ramo dei quali prese nome da questo paese; ne fu investito nel 1437 Pietro Visconti, di un ramo secondario della illustre casata, per eredità della madre Orietta Beccaria. I Visconti di Breme e Gropello tennero poi, divisi in più rami, la consignoria del feudo nei secoli seguenti (essa comprendeva anche Zerbolò e Carbonara al Ticino). Il feudo fu ereditato, almeno in parte, dai Lonati Visconti, da cui passò per matrimonio al conte Lorenzo Taverna. Dopo la fine del feudalesimo (1797) i Taverna restavano proprietari del castello e di una vasta tenuta, che vendettero nel 1845 al chirurgo pavese Carlo Cairoli. Nel sedime delle ali mancanti del castello originario quest'ultimo fece costruire la villa di campagna della famiglia. Sul luogo del castello esisteva da tempo, forse già nel X secolo, una fortificazione, non sappiamo di che tipo. Il castello attuale è tuttavia trecentesco, e dell'architettura di quell'epoca conserva tutte le caratteristiche, dalle tipiche dentellature in cotto (qui notevolmente insistite) alle monofore archiacute e ciliate. Nel corso del tempo le vicissitudini hanno notevolmente colpito l'edificio, ch'è oggi conservato solo in parte (e anche in questa parte si presenta assai rimaneggiato). Il probabile impianto originario era quadrangolare con torri agli angoli, secondo il caratteristico schema dei castelli di pianura di epoca viscontea. Dopo le varie distruzioni, l'edificio si compone oggi di due corpi di fabbrica uniti ad angolo retto, così da dar vita a una pianta ad L. Sull'angolo orientale si innalza una torre caratterizzata da grande monofora ogivale a modanature di cotto con cornice a rosette ed un davanzale sorretto da archetti intrecciati, tipicamente viscontea. Il possente prospetto della facciata principale si articola su tre altezze diverse ed è caratterizzato da aperture di vario tipo, modificate nel corso dei secoli, che lo alleggeriscono. Risulta inoltre ingentilito da una duplice fascia a dentelli; anticamente era dotato anche di una merlatura oggi tamponata. Un ampio portale, posteriore all'epoca della costruzione originaria, consente l'accesso all'interno, sopra l'archivolto è murato uno stemma in cotto, molto deteriorato e illeggibile. All'interno del cortile si nota a destra, il secondo corpo del fabbricato. Vi spiccano al primo piano, tre aperture ad arco ribassato, sotto, tre grandi ed eleganti finestre di foggia viscontea a sesto acuto, modanate in cotto, La parete conserva ampi lacerti del primitivo intonaco decorato con graffiti entro riquadri regolari. A sinistra si notano le vestigia d'una presunta cortina su mensole in granito, dove è visibile anche un profilo maschile con tecnica a graffito, che potrebbe ritrarre le sembianze di un personaggio dell'epoca d'oro viscontea, o di quella sforzesca. All'esterno si notano i rilievi della canne fumarie. Secondo l'Agosteo di Gaido, all'interno del cortile esisterebbe un passaggio sotterraneo che conduce pochi metri più avanti ad un vano in tufo nel quale esiste una colonna con capitello romanico. Si afferma che il cunicolo un tempo segreto avesse uno sbocco a valle e che fino al secolo scorso, all'epoca delle guerre risorgimentali, fosse completamente agibile. Ora la galleria sarebbe interrata. Nel luogo delle ali mancanti del trecentesco castello, dove oggi si trova Villa Cairoli, è probabile esistesse un torrione simile a quello di cui sono visibili le strutture in facciata. Altri link suggeriti: https://www.comune.gropellocairoli.pv.it/vivere-il-paese/paesaggio-e-cultura/in-giro-per-gropello/il-castello/, https://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Groppello.htm, https://www.viadellegallielomellina.it/gropellocairoli, http://www.infolomellina.net/html/gropello.htm

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Gropello_Cairoli, https://www.comune.gropellocairoli.pv.it/vivere-il-paese/paesaggio-e-cultura/cosa-vedere/, https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00169/

Foto: la prima è di Alessandro Vecchi su https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Gropello_Cairoli_castello.jpg, la seconda è di Solaxart 2012 su https://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Groppello.htm

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