venerdì 16 luglio 2021

Il castello di venerdì 16 luglio



CELLOLE (CE) - Torri

Nel Medioevo Cellole divenne un punto di ritrovo in quanto la città era ubicata tra l'antica Via Appia e la nuova "via Appia", durante il feudalesimo il territorio cellolese era stato integrato nei domini dei signori di Sessa Aurunca. Con l'arrivo dei Longobardi i territori dell'ager sinuessanum si disgregarono e quel villaggio che allora contava poche centinaia di abitanti fu inglobato nel territorio di Sessa Aurunca che era l'unico riferimento economico culturale e sociale di tutta la zona circostante. Durante il Medioevo il piccolo villaggio divenne un avamposto difensivo per la vicina Sessa Aurunca. Infatti, dalla città aurunca non era possibile avvistare i fuochi di segnalazione della costa, anche a causa della nebbia della zona paludosa prossima al mare detta Pantano, Cellole serviva da ponte tra la costa e le mura sessane. Ebbe quattro torri cosiddette saracene dell'altezza di alcune decine di metri, ora distrutte e ricostruite con materiali di risulta dell'epoca precedente o in pietra locale. Le torri attualmente presenti nel comune di Cellole risalgono approssimativamente al X e XI secolo motivate dalla guerra del vespro (1272-1302), periodo in cui le nostre coste erano esposte ad attacchi portati dai siculi-aragonesi. Del sistema difensivo a Cellole sono presenti e in ottimo stato di conservazione due torri: la torre di Cerrito e la torre del Parroco. Altre due torri, che la memoria storica delle persone anziane ricorda con chiarezza sia nella localizzazione che nella loro struttura architettonica, sono ormai totalmente inserite nei nuovi fabbricati da aver perso ogni evidenza stilistica e sono: la torre di Sorgente e la torre del Cortinaccio. Prendendo in considerazione la torre di Cerrito, che risulta essere la migliore conservata e ultimamente ristrutturata, essa si presenta a pianta quadrata, di 6 m per ogni lato e 21,50 m di altezza. La base è più robusta per la presenza, sui quattro lati di uno sperone o contrafforte che dal livello del piano, dove inizia con circa 1.50 m in aggetto, si assottiglia man mano che si sale per circa 5.50 m senza alcuna finestra e con volta a botte. La prima stanza al piano superiore presenta una volta a cupola spezzata, è alta 5.20 m circa e per ogni lato misura 5.50 m. le altre due stanze che si elevano in successione di piani hanno le stesse dimensioni, ma a differenza della prima presentano un soffitto con travi in legno che si presume fossero originali per non appesantire con la muratura la struttura portante della torre. Lo spessore dei muri esterni, si assottiglia elevandosi per piano e passa dai 50 cm ai 30 cm; la torre termina con un terrazzo scoperto che certamente doveva servire per avvistare e per segnalare la presenza di eventuali invasori. Queste segnalazioni erano rivolte presumibilmente a Sessa Aurunca ed ai vari casali dell’entroterra. La distanza in linea d’area dalla torre di Capodiferro, sita presso la foce del Garigliano, a Sessa è ed era veramente tanta e le segnalazioni a volte potevano risultare faticose sia per la vegetazione, sia per la condizioni atmosferiche; è per questo che furono realizzate le torri di Cellole con funzione dunque di ripetitore del segnale. I segnali lanciati dalle torri erano dei veri e propri allarmi per i popoli presenti sul territorio che nel frattempo si rifugiavano aspettando l’arrivo dei soldati acquartierati a Sessa Aurunca. A conferma di tale ipotesi è il toponimo di un luogo ancora esistente a meno di 2 Km dall’attuale abitato, sulla strada Cellole-Sessa verso l’Appia: le Friole. Questo luogo è caratterizzato da alcuni ambienti scavati nel sottosuolo accuratamente ricavati e funzionali nei quali le donne specialmente le più giovani si rifugiavano per sottrarsi alla violenza dei saraceni, agli stupri, alle uccisioni, e alle deportazioni per schiavitù. Il termine friole è una corruzione del termine latino filiolae che significa figliolette, bambine, ragazzine. Una parete risalente all’epoca normanna è venuta alla luce nel centro storico di Cellole durante i lavori di restauro dell’antica Torre del Parroco dell’XI secolo. La scoperta è stata fatta dagli operai della ditta cui è stato commissionato il recupero della struttura alta sei metri ed è stata certificata da un architetto della Sovrintendenza dei Beni Culturali. «Siamo rimasti piacevolmente sorpresi nell’apprendere che nel corso dei lavori di recupero di un tesoro inestimabile come la torre sia venuta fuori addirittura una parete di epoca normanna, che il tempo aveva deteriorato e celato», ha commentato il sindaco di Cellole Aldo Izzo. La torre, un tempo di proprietà della Curia, da diversi anni ormai versava in pessime condizioni strutturali tanto che lo scorso anno fu transennata per pericolo di crollo. La struttura sorge in piazza Compasso, l’antica `agorà´ costruita per collegare i quartieri di Lupoli e Aurunci. Altro link suggerito: http://halleyweb.com/c061102/zf/index.php/galleria-fotografica/index/album/album/47 (foto varie)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Cellole, https://www.comunedicellole.it/c061102/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/18, https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/caserta/cronaca/15_febbraio_25/parete-epoca-normanna-scoperta-torre-cellole-b5d5ea88-bce5-11e4-8966-4c3928ab626d.shtml

Foto: la prima (Torre di Cerrito) è presa da https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/caserta/cronaca/15_febbraio_25/parete-epoca-normanna-scoperta-torre-cellole-b5d5ea88-bce5-11e4-8966-4c3928ab626d.shtml, seconda (Torre del Parroco) è presa da https://www.macronews.it/?p=2220

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