sabato 17 luglio 2021

Il castello di sabato 17 luglio




SERRAVALLE PISTOIESE (PT) - Rocca di Castruccio Castracani (o Rocca Nuova)

La Rocca Nuova si contrappone all'altra rocca detta "Vecchia" nucleo originario del castello di Serravalle Pistoiese (https://castelliere.blogspot.com/2021/06/il-castello-di-sabato-26-giugno.html) di cui facevano parte la torre Longobarda e la torre del campanile (così oggi chiamata perché trasformata in campanile della chiesa di Santo Stefano nella parte più antica del paese). La storia della "Rocca Nuova" o "Rocca di Castruccio" nasce dai fatti di guerra tra i comuni di Lucca e Firenze alleati tra loro e la città di Pistoia. Dopo aver razziato e conquistato molti dei castelli della montagna e creato danni nella pianura vicino alla città pistoiese, vollero tentarne la sua conquista. Trovandola ben forte nelle sue possenti mura e decisa a resistere all'eventuale assedio, l'alleanza fiorentina - lucchese decise di rivolgere il suo esercito contro il castello di Serravalle Pistoiese. Questo era uno dei più importanti punti strategici per il comune pistoiese e spina nel fianco delle loro città. Il castello era stato recentemente rinforzato da Pistoia, in vista di questo bellicoso evento, da più di trecento dei migliori uomini di Pistoia oltre ad altri soldati mercenari provenienti da Bologna, si parla di circa 500 arcieri, inoltre era stato ben rifornito di vettovaglie ed armamenti per resistere ad un assedio o portar danno in territorio Lucchese. L'esercito nemico così si divise in tre tronconi: i lucchesi al comando del marchese Moroello Malaspina, allora signore di Lucca e gran capitano di tutte le forze alleate, si posizionarono presso il Poggio dello Spedaletto vicino al colle del paese, mentre un altro fu stanziato presso il castello della Castellina così che da lassù si potesse vedere cosa si faceva entro Serravalle. I fiorentini misero il loro campo proprio attorno al castello costruendovi una palizzata tutt'intorno per fare in modo che chi era dentro non potesse uscir fuori a compiere delle imboscate. Una volta posto il campo cominciarono a tirar con i trabucchi (catapulte) lanciando massi notte e giorno per sfiancare gli assediati. Questo durò circa tre mesi, fino a quando le vettovaglie all'interno del castello cominciarono a scarseggiare. La penuria di viveri ed il continuo "bombardamento" da parte dei nemici costrinse i serravallini a riunirsi in consiglio e fu deliberato di mandare nottetempo di nascosto, sembra attraverso passaggi segreti sotto il castello, un messo per chiedere rinforzi alla città di Pistoia. I pistoiesi, avvertiti di quando succedeva nel loro castello, accorsero in forze cercando di rompere l'assedio andando in parte incontro alle forze Fiorentine posizionate presso il paese ed in parte al campo Lucchese della Castellina. Avvistati gli aiuti che venivano da Pistoia i serravallini ripresero coraggio ed aprirono le porte uscendo in 400 armati per distruggere lo steccato che proteggeva il campo nemico ed aiutare le forze pistoiesi accorse in loro appoggio. Si ebbe un duro scontro e nonostante il tenace attacco dei Serravallini e pistoiesi contro il nemico non riuscirono a resistere alla forza della moltitudine Fiorentina e furono costretti a ritirarsi lasciando molti morti sul campo di battaglia. I pistoiesi che erano alla Castellina a combattere i lucchesi, quando videro che la loro gente a Serravalle era stata sconfitta e si dava alla fuga si ritirarono in fretta e tornarono alla loro città lasciando il castello alla mercé dei nemici. I fiorentini, forti della sconfitta inflitta a quelli di Pistoia, ancora con maggior forza dettero assalto con mangani e trabucchi notte e giorno fortemente combattendoli. Gli assediati nel castello, consapevoli di essere abbandonati e sconfitti, e mancando di che mangiare, pensarono di poter salvare almeno i loro abitanti e chiesero di poter parlare col marchese Moroello. Il marchese accettò e fu fatto consiglio. Dopo lunga trattativa s'accordarono a queste condizioni: tutti i soldati pistoiesi e di Serravalle dovevano esser presi prigionieri e condotti in catene a Lucca, il popolo dovette giurare sottomissione ai Lucchesi per ottenere salva la vita, i mercenari furono rilasciati con l'obbligo di tornare alle loro terre. Inoltre, dopo ulteriore accordo fra Fiorentini e Lucchesi fu stabilito che il castello di Serravalle fosse sottoposto a giurisdizione di Lucca. Fu allora che nacque la Rocca Nuova, all'incirca nell'anno 1302, costruita dai lucchesi per rinforzare il castello e controllare la popolazione di Serravalle, avendo il timore che una volta partito il grosso delle truppe, essi si sarebbero di nuovo risollevati per tornare sotto la giurisdizione di Pistoia. La Rocca fu munita di forti e spesse mura con camminamenti interni e torrette di osservazione (tuttora ben visibili) e di diverse alte torri di guardia. Uno spesso muro fu posto per dividere La nuova Rocca da quella Vecchia e l'unico punto di collegamento fra di esse era costituito da una sola porta. All'interno della nuova Rocca fu scavata una grande cisterna per l'acqua piovana, utile in caso d'assedio, che proseguiva fin sotto la torre più alta. Per ribadire il proprio dominio, le torri, furono costruite in pietra calcarea scolpita proveniente dai territori lucchesi. Quando a Lucca si ebbero lotte di potere vi furono varie successioni dei loro signori: ne prevalse uno particolarmente più agguerrito, ben appoggiato politicamente e potente, tale Castruccio Castracani, poi divenuto in seguito un grande e famoso condottiero dell'Italia di quel periodo. In seguito a nuovi episodi bellici contro Pistoia la Rocca Nuova di Serravalle assunse il nome di questo signore, il quale, riuscendo a capire l'importanza strategica di questo castello come base per le sue mire espansionistiche a danno di Pistoia e successivamente Firenze, lo rinforzò nella sua struttura rendendolo ancora più imponente e sempre ben munito di una grossa e addestrata guarnigione di suoi soldati. Scomparso Castruccio (1328) e fallito il tentativo di autonomia della Valdinievole, Serravalle e i castelli del Montalbano, acquisiti definitivamente da Firenze, entrarono a far parte di un sistema di insediamenti fortificati che si estendeva dal Valdarno (con Fucecchio, Cerreto Guidi, Vinci, Lamporecchio, Larciano, Montevettolini, Monsummano, Montecatini) per arrivare a Massa e Cozzile, Buggiano, Uzzano e Pescia. La rocca ha una pianta grossomodo triangolare con un andamento a cuneo che segue la morfologia del terreno. Nel lato maggiore del poligono, rivolto verso l’abitato, si apriva la porta di ingresso alla rocca, posta a 2,50 metri di altezza da terra e a cui si doveva giungere con scale mobili; a questa quota si trovava il pavimento del primo livello, posato su volta a botte con botola-caditoia centrale. Sugli angoli del recinto murario si si innalzavano due torrette rispettivamente pentagonale (a nord) e quadrangolare (a sud) che ne costituivano l’irrobustimento. Avevano un paramento murario (con paramento vogliamo indicare ciascuna delle facce parallele di un muro, o per estensione, lo stesso rivestimento murale) in pietra calcarea squadrata a conci regolari. La torre esagonale ( lato 6 m e altezza 30 m) presenta un paramento esterno con conci di pietra calcarea ben squadrati e di dimensioni regolari (altezza 20-28 m e larghezza 22-45 m). Alla base sono presenti tre riseghe (arretramento della faccia esterna o interna dei muri) che ampliano e irrobustiscono la struttura, utilizzata dalla metà del XV secolo per migliorare la resistenza nella parte bassa della cortina muraria. Le torrette pensili innalzate sul lato est sono impostate su archi angolari a tutto sesto e presentano un paramento in pietra macigno misto ad alberese; aperture a pieno centro con arco realizzato in laterizio sono presenti su due lati della torretta pentagonale in corrispondenza dei camminamenti alla sommità delle cortine. Torri e mura erano poi dotate di numerose bertesche in legno che miglioravano l’apparato difensivo sulla sommità; il cassero della rocca nuova era dotato di tre bertesche, una delle quali a guardia della porta. Le poche aperture rispecchiano la tipologia delle feritoie arciere realizzate mediante la combinazione di elementi lapidei standardizzati. Nel perimetro murario si aprivano due porte: la porta a Nievole (o della Gabella) , posta nella parte più bassa del castello, contigua alla rocca nuova, e l’altra detta di Sant’Andrea, nella parte più elevata del circuito murario. La Porta della Gabella è realizzata con arco a pieno centro impostato su mensole modanate in travertino; la protezione della porta era assicurata da una torre soprastante. La costruzione della rocca nuova ha generato una determinante mutazione dell’abitato, verso nord le mura procedevano in linea retta e saldavano la cortina della rocca nuova con quella della vecchia, mentre nel versante sud-est il circuito si collegava alla porta di S. Maria, questo ampliamento poteva consentire una crescita dell’abitato lungo il nuovo asse orientato verso est-ovest. La Rocca Nuova all’estremità ovest era separata dall’abitato da una vasta area non costruita che permetteva spazio a sufficienza nel caso ci fosse stata la necessità di alcuni interventi e azioni belliche. Alla funzione di mastio era abbinata quella di guardia, sottolineata dall’attenzione con cui venivano selezionate le sentinelle, cittadini pistoiesi con buona reputazione con reddito abbastanza elevato, e dai meticolosi provvedimenti di controllo dell’accesso, esercitati dal console pistoiese. All’interno del castello il tessuto si distribuiva in maniera molto diversificata. Per favorire l’edificazione e il popolamento coloro che intendevano risiedere nel comune di Serravalle vennero esentati per un anno da tasse e oneri. Dopo tale periodo i nuovi residenti erano iscritti alla custodia diurna e notturna e, per usufruire della razione di sale, dopo due anni erano tenuti a pagare le tasse come i serravallini. Le strade e le piazze del castello dovevano essere mantenute libere da materiali ingombranti e tutti gli uomini erano tenuti a eseguire le opere di manutenzione previste dagli Ufficiali del Comune per le strade all’interno e fuori dal castello. Anche in questo caso si applicava un’ammenda pari a 10 soldi di denari per gli inadempienti. Era inoltre vietato circolare per le strade del castello in orario notturno (dopo il terzo suono della campana) come pure di frequentare taverne e osterie che si aprivano lungo le principali arterie stradali. Una deroga era concessa in particolari occasioni festive come la festa di S. Croce del mese di settembre fino “alle calende di novembre”. Altri link proposti: https://www.youtube.com/watch?v=zQkZZm220Og (video con drone di Jacopo Marcovaldi), https://www.youtube.com/watch?v=-kUKox6eMC8 (video di Micky Technology).

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_Nuova, https://castellitoscani.com/serravalle/, https://www.visittuscany.com/it/attrazioni/la-rocca-di-castruccio-a-serravalle-pistoiese/, http://visitserravalle.it/luoghi-dinteresse/rocca-di-castruccio/, http://www.vivipistoia.it/visitare/rocca-castruccio-serravalle-pistoiese/

Foto: la prima è di Paolo Volpi su https://www.facebook.com/CastelliRoccheFortificazioniItalia/photos/a.10158143756130345/10152622822195345, la seconda è di Jacopo Marcovaldi su https://m.visittuscany.com/it/attrazioni/la-rocca-di-castruccio-a-serravalle-pistoiese/. Infine, la terza è una cartolina della mia collezione

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