mercoledì 21 luglio 2021

Il castello di mercoledì 21 luglio

 

                                                            

GRAGNANO TREBBIENSE (PC) - Castello di Castelmantova in frazione Campremoldo Sotto

Nel medioevo il feudo di Gragnano fu governato dai Malaspina, dai Piccinini e poi dagli Scotti.La zona fu teatro di aspri scontri tra guelfi e ghibellini; nell'ambito di queste contese, nel 1220 il castello di Campremoldo Sotto fu dato alle fiamme da esponenti della fazione guelfa. Nel Trecento la zona fu fedele alla famiglia Visconti nell'ambito delle guerre con il papato, costringendo nel 1373 le truppe pontificie ad un assedio per espugnare Castelvecchio. Nel 1624 il pieno possesso della zona di Campremoldo Sopra e Sotto e dei castelli fu concesso al conte Annibale Scotti ad opera della camera ducale farnesiana presieduta da Odoardo I Farnese. Nel 1636 Castelvecchio fu saccheggiato dalle truppe spagnole nell'ambito del conflitto tra questi ultimi e i francesi appoggiati da Odoardo Farnese. Nel 1799 la zona di Gragnano e di Rottofreno fu teatro di una battaglia tra le truppe francesi comandate dal generale MacDonald e quelle austro-russe guidate dal generale Suvorov che costrinsero i francesi alla ritirata verso La Spezia. Il castello di Castelmantova è situato in aperta pianura Padana sulla sponda destra del torrente Luretta. Sul sito in cui sorge il castello, si trovava una precedente fortificazione, risalente forse al Duecento, che fu coinvolta nei combattimenti tra le fazioni guelfa e ghibellina. Fra il XII ed il XIII secolo questo feudo apparteneva a due importanti famiglie, i da Pecorara e i da Campremoldo. I primi erano una nobile famiglia originaria dell’alta Val Tidone che diede i natali al cardinale Jacopo da Pecorara, legato pontificio noto per l’aspra ostilità che lo contrappose a Federico II. I secondi erano invece una potente famiglia locale distintasi fra le societates piacentine e lombarde grazie all’attività mercantile e finanziaria esercitata sui mercati di mezza Europa. Nella seconda metà del XII secolo queste due antiche famiglie furono scalzate dall’ascesa degli Scotti, i quali acquisirono la proprietà di buona parte di questi territori proprio all’apice della loro potenza politica ed economica, dovuta in gran parte ad Alberto Scoto, signore di Piacenza. Negli anni '20 del Duecento, la primitiva fortificazione venne espugnata e saccheggiata dai guelfi, in un'azione culminata con l'incendio del castello. Di questo edificio non rimangono tracce visibili. All'inizio del XV secolo Francesco Borla, medico del duca di Milano, ottenne da questi la concessione a ricostruire il fortilizio. Il castello, che nel 1636 era stato incendiato a seguito di operazioni militari nelle quali era stato coinvolto, rimase di proprietà della famiglia Borla fino alla morte di Giovanni Batista Borla, che avvenne in quello stesso anno. Entrato a far parte delle proprietà della Camera Ducale farnesiana, nel 1658 venne autorizzata la sua cessione a Giovanni Pietro Savini, che comprava l'edificio per sè e per Giulia Del Sole, la quale rivestiva la carica di tutrice dei figli del Savini. Due anni più tardi il castello venne venduto dai Del Sole a Gian Giacomo Civardi, che avviò lavori di ricostruzione. L'edificio rimase di proprietà dei conti Civardi sino al 1854 quando venne venduto da parte del conte Giacomo Civardi a Carlo Besini, nobile originario di Modena e residente a Mantova, che lo ribattezzò Castelmantova a ricordo della città lombarda. Agli inizi del XX secolo l'edificio passò nelle proprietà dei signori Sutti-Guasconi ai quali rimase fino al 1925, quando fu ceduto a Carlo Prati.Il complesso, pesantemente rimaneggiato nei secoli, presenta una struttura a forma quadrata, caratterizzata dalla presenza di due torri poste sugli angoli, diagonalmente tra loro. Dell'originaria struttura castrense sono visibili i resti della pusterla, dotata di ponte levatoio e posta nella torre meridionale, alcune bocche da fuoco e una porzione della cordonatura a toro posta lungo il fossato, la cui presenza, lungo i lati sud e est della costruzione, era ancora documentata negli ultimi anni del XVIII secolo. I resti del ponte levatoio sono uno dei pochi elementi presenti nella costruzione originale ancora visibili. Il castello presenta un cortile interno, dotato di portico e loggiato su tre lati posto sia al piano terra che al primo piano. Gli spazi tra le colonne sono scanditi da lesene toscane che hanno la funzione di sorreggere gli architravi, il primo dei quali svolge la funzione di parapetto del piano superiore, mentre il secondo svolge la funzione di supporto al cornicione di gronda. Il castello è circondato da un parco, all'interno del quale si trova una cappella, caratterizzata dalla facciata in stile barocco a doppio ordine di lesene, che conserva al suo interno alcuni dipinti, opera del pittore Giovan Battista Ferrari, realizzati nel 1885 e raffiguranti alcuni membri della famiglia Besini, nonché alcuni contadini. Castel Mantova è sede estiva permanente di eventi musicali promossi dalla Fondazione Val Tidone Festival. Il castello, il giardino e l’oratorio sono disponibili per matrimoni, cerimonie, convegni, mostre, concerti, riprese fotografiche e cinematografiche. Altri link proposti: https://www.preboggion.it/Castello_di_Castelmantova.htm, http://www.altavaltrebbia.net/castelli/val-luretta/2091-castelmantova.html, https://www.mondimedievali.net/Castelli/Emilia/piacenza/castelmantova.htm

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Gragnano_Trebbiense, https://it.wikipedia.org/wiki/Castelmantova, http://www.visitvaltidone.it/castel-mantova.html?interessi[]=3, https://www.turismopiacenza.it/2020/12/29/castel-mantova-campremoldo-sopra/

Foto: la prima è presa da https://www.locandadeimelograni.it/dintorni/5-castel-mantova, la seconda è di Solaxart 2013 su https://www.preboggion.it/Castello_di_Castelmantova.htm

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