BARGE (CN) - Castello inferiore
Il primo documento che citi il nome di Barge è del 1001, un diploma imperiale di Ottone III. Il grande campanile romanico lombardo della chiesa di San Giovanni Battista sta, però, a dimostrare che già nel primo quarto dell'XI secolo il villaggio costituì un centro di notevole rilievo demografico (essendo il più grande campanile pievano in un'area molto vasta). Barge fece parte delle terre torinesi, come dimostra il titolo della sua chiesa principale, dedicata a san Giovanni Battista. La particolare posizione geografica del territorio bargese lungo la via pedemontana, nel punto di un'importante deviazione che attraverso il facile passo della Colletta permetteva di raggiungere la media val Po a Paesana, ne fece ben ben presto un punto di importanza strategica. Tra XI e XIII secolo, ricadde sotto il dominatus di un consortile signorile, detto "Dei Signori di Barge". Stando agli storici e genealogisti ottocenteschi, che studiarono i nomi propri di questi Signori, si sarebbe trattato di un ramo dei Robaldini (framiglia presente nel Cuneese, derivante da un Robaldus transalpino, servo di un cavaliere francese, che sarebbe divenuto "conte di Auriate" - insediamento scomparso, ma allora esistente su un'isola fluviale della Stura, vicino a Borgo San Dalmazzo - citato dalla Cronaca di Novalesa). Naturalmente, non esistono prove storiche concrete per tale attribuzione. Certo è, invece, che i Signori di Barge (agenti, non sempre unitariamente, in forma di "consortile") non ebbero la forza di rendersi autonomi e dovettero giurare fedeltà a signori superiori. Alcuni rami, perciò, si legarono ai Savoia e altri al casato dei Saluzzo. Ciò portò a forti tensioni nel corso del XIV secolo. Alla fine, una parte dei signori locali decadde e un'altra parte si trasferì proprio a Saluzzo, acquisendo differenti terre feudali. Trattandosi di località a Nord del Po, in epoca medievale fu considerata come rientrante tra i dominii sabaudi. Nel 1325, però, Manfredo IV di Saluzzo si riconobbe vassallo di Casa Savoia per parte di Barge (comprendente il centro urbano antico o burgus vetus,che ricevette le prime franchigie proprio dal marchese); l'omaggio venne rinnovato anche dai suoi successori, fino a quando Tommaso II adottò una condotta apertamente anti-sabauda. Il giovane principe di Savoia-Acaia, residente a Pinerolo, cercò di contrastarla con la fondazione di un burgus novus a monte del vecchio insediamento bargese, ma questa politica fu considerata dallo zio Amedeo VI come insufficiente rispetto alle offese subite. Quindi costui, nel 1363, valicò le Alpi con proprie truppe e mosse contro il burgus vetus e il castello superiore di Barge, espugnandoli. Nonostante ciò, l'esercito saluzzese riuscì a riprenderne il controllo successivamente e solo nel 1364 il territorio passò totalmente e definitivamente nella diretta e piena disponibilità dei Savoia, che fecero rifortificare la terra dai chieresi e dai moncalieresi. Barge fu considerata, nell'ambito del Principato di Piemonte, come communitas immediata, cioè dipendente direttamente dal Sovrano, cui spettava la nomina del Vicarius civile. A partire dalla metà del Cinquecento, a seguito di frequenti guerre e del continuo passaggio degli eserciti spagnoli, francesi e piemontesi, tesi al controllo dell'importante castello, il territorio fu soggetto a distruzioni e miseria. Queste vicende culminarono con la peste del 1630, che spopolò la regione. Alla fine del Seicento il comune fu coinvolto nella guerra tra il Piemonte e la Francia: nel 1690, il generale francese Catinat, dopo la vittoria di Staffarda, mosse contro Barge, devastandone il territorio e saccheggiando il paese. Il relativo periodo di pace del Settecento contribuì a risanare le ferite dei decenni trascorsi. Nel XVII secolo, venne infeudato al ramo Savoia Carignano. Per questo motivo, durante il Risorgimento, il re di Sardegna, Carlo Alberto, primo di quel ramo a salire sul trono sabaudo, usò un passaporto riportante il solo titolo di "conte di Barge", per poter sfuggire a un posto di blocco austriaco, dopo la rovinosa battaglia di Novara. Religiosissimo ed educato a non dire menzogne, egli ritenne fosse peccato meno grave la menzione di una sola parte di verità. Il territorio, dopo lo scioglimento del Principato d'Acaia, fu fatto rientrare nella Provincia di Pinerolo, poi, in quella di Saluzzo, quindi nelle province unite di Pinerolo-Saluzzo e infine, nuovamente in quella di Saluzzo. Come conseguenza seguì le sorti delle terre saluzzesi in epoca napoleonica, andando a far parte del Dipartimento della Stura, avente per capitale Cuneo e successivamente, della neocostituita Provincia di Cuneo, che inglobò la provincia saluzzese. Il castello inferiore, sorgente su una rupe alla confluenza dei torrenti Infernotto e Chiappera, fu eretto quando il feudo di Barge apparteneva agli omonimi signori, vassalli dei marchesi di Saluzzo. Col tempo venne inserito in un sempre più complesso sistema difensivo che comprendeva, oltre alla doppia cinta muraria che proteggeva l’abitato, un castello superiore posto a poca distanza ed una fortezza in posizione pianeggiante, collocata nei pressi dell’attuale peso pubblico. Lo sviluppo del sistema difensivo coincise con due momenti importanti per la storia bargese: la definitiva conquista da parte dei Savoia nel 1363 e, nel Cinquecento, le guerre tra francesi e spagnoli per il dominio dell’Italia. Tra il 2 e il 3 luglio 1363 Amedeo VIII di Savoia, detto il Conte Verde, piegò la resistenza delle milizie saluzzesi comandate da Azzone di Saluzzo, fratello del marchese Federico II e conquistò il castello grazie al tradimento del suo castellano. Da quel momento Barge divenne feudo dei Savoia e fu legato ai loro destini. Nel XVI secolo il sistema difensivo bargese raggiunse il massimo sviluppo, come testimonia uno schizzo conservato ancora oggi alla Biblioteca nazionale di Parigi. Nel 1431 i Frati Minori Conventuali di San Francesco chiesero al Comune ed ottennero di potersi insediare sui resti del vecchio castello, ormai abbandonato. L’ordine ottenne il permesso di stabilirsi a Barge per erigervi una chiesa ed un convento con un breve di papa Eugenio IV (al secolo Gabriele Condulmer) del 1° novembre 1431. Il Comune intervenne nelle spese ed elargì un contributo il 25 marzo 1435 affinché si potesse "… reddificari et cellas fieri pro comoditate et usagi fratrum minorum ibidem residere debencium" (tr. “ricostruire e realizzare le celle per la comodità ed uso dei frati minori che ivi debbono risiedere). I frati francescani rimasero nel loro convento di Barge fino al 1801, quando le leggi napoleoniche ridussero la presenza degli ordini religiosi nel territorio dell’impero incamerando il denaro derivante dalla vendita dei loro beni. Caduto in mani private l’antico convento andò in rovina e verso la fine del secolo fu acquistato dal senatore Bertini che lo fece restaurare secondo il gusto dell’epoca. La chiesa fu demolita e il grande crocifisso fu donato alla Confraternita dei battuti di Santa Croce, dov’è tuttora conservato. Il campanile, già innalzato sui resti di una torre medievale del castello preesistente, fu riadattato a torre merlata, tamponando gli archi dove avevano sede le campane, eliminando il tetto in lose e costruendo dei finti merli. Una parte degli edifici fu demolita, preservando soltanto due ali del chiostro e le stanze sovrastanti. Agli inizi del Novecento il complesso fu acquistato dal pittore e scultore bargese Romolo Bernardi, che lo arricchì di alcune sculture e lapidi. Negli Anni Sessanta del secolo scorso i resti del convento furono trasformati in una dimora privata. Dell’antico convento, oltre alla struttura, rimangono alcuni lacerti d’affresco, raffiguranti San Francesco, nascosti entro le mura della torre. Dell’antico castello resta l’arco in pietra dell’enorme ponte levatoio, mentre del convento resta, come detto, l'alta torre campanaria. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=KTX3Bwyus4k (video di TheDubischeggia), https://www.youtube.com/watch?v=KTX3Bwyus4k (video di Simona NonSoloRAdio)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Barge, https://www.comune.barge.cn.it/archivio/pagine/Barge_arte_e_cultura.asp, testo di Tiziano Vindemmio su http://www.mondimedievali.net/Castelli/Piemonte/cuneo/provincia000.htm#bargk, http://archeocarta.org/barge-cn-castelli-ed-edifici-medievali/
Foto: la prima è presa da http://archeocarta.org/wp-content/uploads/2014/11/Barge-cast-sup.jpg, la seconda è presa da https://www.gruppomonviso.it/163/il-castello-di-barge-tra-passato-e-presente/
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