CANOSSA (RE) - Castello di Canossa
I resti del Castello di Canossa si elevano nell'Appennino di Reggio Emilia sopra una rupe di arenaria bianca: sono ridotti ad una limitata porzione dell'area un tempo fortificata, a causa dei fenomeni di sfaldamento del terreno. La rocca fu costruita verso l'anno 940 da Adalberto Atto, figlio di Sigifredo di Lucca, principe di stirpe longobarda. Oltre alla casa dominicale, sulla sommità della rupe, il castello comprendeva un monastero nel quale risiedevano abitualmente dodici monaci dell'ordine dei benedettini cluniacensi e la chiesa di Sant'Apollonio. Era difesa da triplice giro di mura e fra il primo e il secondo, i più bassi, prendevano posto i fabbricati di ricovero per gli armati e i servi e i fabbricati che costituivano i borghi. Durante il Medioevo la rocca fu imprendibile e in essa ebbe rifugio sicuro la regina Adelaide, vedova di Lotario II re d'Italia, che nel 950 si riparò a Canossa per difendersi dal marchese d'Ivrea, Berengario II, che per oltre 3 anni assediò, senza risultato, la rocca. L'episodio principale per cui è famosa Canossa è lo storico incontro avvenuto il 27 gennaio 1077, quando Papa Gregorio VII assolse dalla scomunica l'imperatore Enrico IV alla presenza della contessa Matilde e dell'abate Ugo di Cluny, da cui deriva il detto andare a Canossa, diffuso in tutte le lingue europee. Dopo la morte della gran contessa Matilde di Canossa, avvenuta a Bondeno di Roncore il 24 luglio 1115, si accese una grande lotta per l'eredità del patrimonio matildico (di cui facevano parte anche il vicino castello di Rossena e la Rossenella) avendo questa in vita fatta solenne donazione di tutti i suoi beni alla Chiesa. Con alterne vicende il castello fu dei successori di Matilde, poi dei reggiani, che lo distrussero fino alle fondamenta nel 1255, poi di nuovo dei Canossa, indi di Giberto da Correggio, morto nel 1321. Sulla fine di quest'anno il castello ritornò al Comune di Reggio che lo tenne fino al 1402. Nel Trecento i Visconti, signori di Reggio Emilia dal 1371, dotarono il castello di armi da fuoco. Nel 1392 il castellano visconteo Pisanello de' Pisi trafugò dalla chiesa della fortificazione le reliquie di Sant'Apollonio, San Vittore e Santa Corona e le inviò a Ottone Mandelli, che le donò alla chiesa di San Francesco a Pavia. Nel 1402 Simone, Guido e Alberto Canossa ripresero possesso del castello; questi nell'anno 1409 cedettero la rocca definitivamente agli Estensi, che salvo qualche breve periodo contrastato (nel 1557 da Ottavio Farnese, duca di Parma) lo tennero fino al 1796. Nel 1502 Ercole I nominò capitano della rocca Ludovico Ariosto che vi risiedette per quasi sei mesi consecutivi, e nel 1593 il castello diventò feudo dei conti Rondinelli. Nel 1642 il duca Francesco I investì di Canossa la famiglia Valentini che tenne il feudo fino al 1796. In quell'anno gli abitanti di Canossa si ribellarono aggregandosi alla Repubblica di Reggio e Napoleone I, con decreto dell'8 giugno 1805, istituiva il Comune di Canossa che nel 1809 fu unito a quello di Quattro Castella. Nel 1815, dopo la Restaurazione, il Comune di Quattro Castella fece parte di quello di San Polo e nel 1819 i conti Valentini ottennero dal Duca di rientrare in possesso del feudo di Canossa. Ne restarono proprietari fino al 1878, anno in cui lo Stato acquistò la rocca, dichiarandola Monumento Nazionale. Il castello è stato oggetto di una serie di interventi di restauro e recupero. Questi interventi sono stati realizzati anche grazie ai fondi del Gioco del Lotto, in base a quanto regolato dalla legge 662/96. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale dell'Emilia-Romagna, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei. Sul sito è allestito il Museo Naborre Campanini, che ospita reperti provenienti dagli scavi del castello eseguiti negli anni 1877 e 1893. Gli oggetti contenuti nel museo vertono su più temi: dalla figura di Matilde e la sua epoca, alla storia degli scavi archeologici, al percorso naturalistico. La lettura dei ruderi, delle planimetrie ottocentesche e il confronto con altri castelli contemporanei permettono di ipotizzare un impianto costruttivo realistico. La conformazione della cresta della rupe ha infatti condizionato notevolmente lo schema costruttivo dell’impianto: esso doveva poggiare su di un nucleo residenziale difeso collocato in sommità e separato dal centro monastico, posto più in basso, tramite un diaframma difensivo. Si otteneva così una compartimentazione per recinti paralleli, con specifiche funzioni e accessi indipendenti, che garantivano lo svolgimento di attività senza interferenze. Questa è una caratteristica peculiare che renderebbe questo castello l’unico nell’area dell’Appennino che presenta entrambe le tipologie architettoniche dei castelli medievali: quella fortificata e quella culturale. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=CZqABvVo-no (video di Gianluca Lul), https://www.youtube.com/watch?v=xFpnKfPOJ2M (video di BUNKER TV), https://www.appenninoreggiano.it/it/scheda/castello-di-canossa, https://www.youtube.com/watch?v=feS9bOW7XS8 (video di galmodena), https://www.youtube.com/watch?v=8U0nt1JZ704 (video con drone di Rino Peluso)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Canossa, https://castelliemiliaromagna.it/it/s/canossa/6057-castello_di_canossa, https://fondoambiente.it/luoghi/castello-di-canossa?ldc
Foto: la prima è di Andrea Benelli su https://www.tourer.it/scheda?castello-di-canossa-canossa-castello-canossa, la seconda è una cartolina della mia collezione
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