GRAMMICHELE (CT) - Castello di Occhiolà
L'abitato sorgeva quattro chilometri a sud-ovest di Grammichele nella località denominata Terravecchia, sulle sommità e nelle insellature di tre colline facenti parte di un sistema di formazione arenaria dai fianchi particolarmente ripidi. Dal sistema di colline alcuni rigagnoli alimentano il torrente Caltagirone. Dell'abitato è ancora possibile vedere i resti del castello, delle chiese e delle abitazioni e altre rovine che si estendono verso Santo Spirito. Negli scavi condotti dal 1890 l'archeologo Paolo Orsi (1859-1935) rilevava, dove terminano le rovine medievali, la presenza di ulteriori resti più antichi ma manomessi dalla riduzione in colture dei campi dove sorgevano e dall'asportazione di materiale per le successive ricostruzioni di Occhiolà. L'Orsi vedeva in quelle rovine l'esistenza certa di un precedente insediamento ellenistico o tardo-greco, particolarmente sviluppato in forma di acropoli sulla cima appiattita di una collina di 490 m. L'ipotesi avanzata è che si tratti del residuo di un insediamento siculo ellenizzato menzionato da Diodoro Siculo con il nome di Echetla in riferimento all'occupazione siracusana del 309 a.C.; tuttavia l'ipotesi non è condivisa da tutti gli studiosi, alcuni dei quali non concordano con quanto ipotizzato da Orsi (vedi Antonio Taramelli. I reperti archeologici sono conservati presso il locale museo comunale di Grammichele e presso il Museo Archeologico Paolo Orsi di Siracusa. Domenica 11 gennaio 1693 verso le ore 14, mentre la popolazione cercava di sistemare le proprie case danneggiate dal terremoto avvenuto il venerdi 9 gennaio, una nuova fortissima scossa distrusse l'abitato. I superstiti abbandonarono l'abitato e si trasferirono verso l'eremitorio Madonna del Piano e verso le campagne di Margi e Camemi. Al momento del terremoto l'abitato di Occhiolà contava 2 910 abitanti: secondo alcune fonti (Mongitore) ne morirono 1 407; per altre (Gallo) 725, per altre (Boccone) ci furono circa 100 morti e 190 feriti. Il paese fu totalmente atterrato. Nel 1993, in occasione del 300º anniversario della distruzione a causa del terremoto, venne avviata la realizzazione del Parco Archeologico di Occhiolà, già interessato da frequenti campagne di scavo. Il monumento più importante del Parco è il castello, arroccato sulla parte più settentrionale dell’abitato, in diretto collegamento visivo con le colline di Caltagirone ad ovest e la rupe di Mineo ad est. Del maniero, utilizzato negli anni precedenti il sisma del 1693 come palazzo signorile, allo stato attuale restano in piedi i muri perimetrali del corpo centrale a pianta rettangolare che raggiungono in alcuni punti anche due metri di spessore. A ponente lungo il ripido fianco che volge verso il vallone delle Canne si conservano consistenti porzioni di un potente contrafforte realizzato con blocchi di pietra calcarea perfettamente squadrata. Del castello di Occhiolà, mai indagato in modo sistematico, si hanno poche notizie storiche e risale alla fine del XIII sec. il più antico documento, in cui ricorre per la prima volta il nome di “Alchila”, inviato da re Pietro d’Aragona al Giustiziere del Val di Noto . Nel 1398 il feudo ed il castrum di Occhiolà furono concessi ai Santapau, signori di Licodia, e rimasero proprietà della famiglia fino al 1591, quando divennero possedimenti di Fabrizio Branciforti, principe di Butera, nipote di Antonia, sorella di Francesco Santapau, deceduto senza figli. Altri link suggeriti: https://www.siciliafotografica.it/gallery/index.php?/category/230 (ricco di foto), https://www.youtube.com/watch?v=6vFLuNsGvW8 (video di Mirco Mannino), https://www.youtube.com/watch?v=GAylI8AQ1io (video di Angelo Coppoletta), https://www.youtube.com/watch?v=FsulTSdtq0Y (video di Grammichele EU)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Occhiol%C3%A0, https://www.sicilmedtv.it/castello-di-occhiol/
Foto: la prima è di Diego Barucco su https://www.siciliafotografica.it/gallery/index.php?/category/230, la seconda è presa da https://fondoambiente.it/luoghi/parco-archeologico-di-occhiola?ldc
Nessun commento:
Posta un commento