giovedì 10 maggio 2018

Il castello di giovedì 10 maggio



VIBONATI (SA) – Torre spagnola in frazione Villammare

La prima menzione del borgo risale al 1415, quando fu concesso a Masello Conte di Ravello. Nel 1603 Carlo Caracciolo ne fece vendita a Diego Simone, da cui passò a Francesco Pertinet, e Fabio di Bologna e a Francesco Galuppo. Al termine del periodo feudale era possesso di Teresa Caracciolo, principessa di Policastro. Vibonati è stato al centro dei sanguinosi moti cilentani del 1848 e, il 3 settembre 1860, ha ospitato Giuseppe Garibaldi, come ricorda una lapide posta sulla facciata del palazzo De Nicolelis. Questo borgo ha sempre assunto un ruolo molto importante nel Golfo di Policastro in quanto fino all'immediato dopoguerra è stato sede del Real Ufficio del Registro, della Pretura e delle Carceri. Successivamente, con l'emigrazione di molti vibonatesi, questa importanza si è andata via via riducendosi. Dal punto di vista artistico, Vibonati è denominato "il paese dei portali" per la grande quantità di portali, appunto, che si rincorrono tra le viuzze (ruve) del borgo. Di estremo valore artistico sono, inoltre, le Chiese in cui si osservano dipinti del XII e del XIII secolo. Le più importanti sono senza dubbio la Chiesa di Sant'Antonio abate, santo patrono, e la Chiesa della Santissima Annunziata, da poco restaurata. Delle mura che un tempo cingevano Vibonati non ci sono tracce se non per un torrino che si può ammirare in Piazza Nicotera, e che ora è annesso alla Chiesa della Santissima Trinità. A Villammare – una frazione di Vibonati – vi è una Torre vicereale, costruita verso la fine del ‘500, detta anche Torre della Petrosa, conservata in ottimo stato. Essa prende il nome dalla medesima località dove essa è posta. La Torre della Petrosa è una delle numerose Torri cavallare e di avvistamento, marittime e costiere, costruite durante il Viceregno spagnolo nel Regno di Napoli, per difendere le popolazioni locali dalle frequenti incursioni saracene. Questa, in particolare, fu innalzata a seguito di numerosi di pirateria turca e berbera, di Saraceni, che spinsero il viceré spagnolo di Napoli don Pedro di Toledo ad emanare, nel 1532, un'ordinanza atta a potenziare le guarnizioni marittime del Regno, di cui il Cilento faceva parte. Tale ordinanza fu eseguita dal viceré don Pedro de Ribera esattamente nel 1563. La Torre della Petrosa, figura tra quelle segnate nella carta geografica “Principato Citra” di Mario Cartaro (coll. C. A. Stelliola), 1613 (delineazione 1590-1594. La torre “Petrosa” è una struttura dalla forma quadrata alla cui custodia era preposto il cosidetto “torriere”, e relativo personale ausiliare, costituito dai “guardiani”, gli “armigeri”, i “rematori”. Ebbe come primo torriere Carlo Pugliese nel 1598. Cessato il pericolo turco, essa funse da cordone sanitario per scongiurare l'epidemia di peste del 1656. Nel secolo successivo, invece, ebbe il ruolo di nascondiglio di armi e di cospiratori cilentani coinvolti nei moti del 1828. Durante la seconda guerra mondiale, servì da appostamento per soldati italiani e tedeschi e tra 1950 e 1960 fu infine acquistata da un privato.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Vibonati, https://saprirovinata.wordpress.com/2016/12/02/le-torri-vicereali-spagnole-lungo-il-litorale-saprese/, https://www.infocilento.it/notizie/Villammare-origini-e-storia-della-torre-Petrosa_25862.html,

Foto: la prima è di alleferrari su http://mapio.net/pic/p-46475913/, la seconda è presa da https://saprirovinata.wordpress.com/2016/12/02/le-torri-vicereali-spagnole-lungo-il-litorale-saprese/

Nessun commento: