martedì 29 maggio 2018

Il castello di martedì 29 maggio





GIURDIGNANO (LE) - Palazzo baronale

Con i Normanni, Tancredi d'Altavilla concesse il feudo a Niccolò De Noha. Nel 1269 fu acquistato da Carlo I d'Angiò che lo cedette ad Erardo Fremi; nel 1272 passò a Filippo De Tuzziaco a cui successe il figlio Ezelino che morì senza lasciare eredi. Il feudo passò quindi alla Regia Corte fin quando Filippo I d'Angiò lo consegnò a Giacomo Pipino, suo medico personale, al quale succedette Guidone Sambiasi. In seguito furono feudatarie le famiglie Santacroce e Venturi. Nel 1439 Giovanni Antonio Orsini Del Balzo cedette il feudo, sottratto ai Venturi, a Margherita Dell'Acaya che lo comprò in qualità di tutrice del figlio Buzio De Noha. Fra il XVI secolo e il XVII secolo passò ai Rondachi, ai Matino, ai Santabarbara, ai Vignes (Baroni di Pisignano) e ai Prototico. Maddalena Prototico sposò il barone Carlo Alfarano Capece al quale portò in dote il feudo. Benedetto Alfarano Capece, che successe nel 1793 al padre Francesco, fu l'ultimo feudatario di Gurdignano che lo mantenne fino all'eversione della feudalità nel 1806. Il Palazzo baronale, situato in piazza Municipio, risale agli inizi del XVI secolo e fu edificato come luogo fortificato contro le incursioni dei Saraceni. Della struttura si ha notizia sin dal medioevo, ma il suo aspetto odierno porta i segni di un percorso edilizio durato due secoli. Del nucleo originale cinquecentesco restano un toro marcapiano ed una leggera scarpatura, osservabili dal retrospetto. Nel 1600 fu addossato un nuovo corpo di fabbrica e fu dotato di fossato. Abitato dalle varie famiglie che si succedettero nel corso dei secoli, dal XIX secolo fu dimora dei feudatari Alfarano Capece. Attualmente è di proprietà del Comune. Il palazzo si presenta con un portale bugnato ad arco a tutto sesto, sormontato da uno stemma reso illeggibile dagli agenti atmosferici. Superato l'ingresso, si accede nel cortile interno caratterizzato da due arcate che reggono una lunga balconata barocca. Mediante una ripida scala si accede ai piani nobili, le cui stanze sono finemente decorate con stucchi e affreschi. Una descrizione di questo maniero, quando ormai era divenuto un elegante palazzo baronale, la si può ottenere dall'inventario del feudo del 1795. In quest'atto lo si descrive come composto "... di pian terreno e piano mobile... nell'angolo rivolto a ponente vi è una torretta ed altra torre trovasi nell'angolo dei lati rivolti ad Oriente ed Ostro. Il suddetto pian terreno contiene l'atrio coperto e dopo di esso segue l'atrio scoperto". In questo ambiente vi erano stalle, magazzini, cucine e prigioni, mentre al piano superiore la grande "galleria" e, tutto intorno al palazzo il giardino: "diviso in sei quadri mediante li stradoni... con cordoni in pietra leccese... piantato ed alborato di più e diversi piedi di frutta ed agrumi". Si trattava, dunque, di un palazzo ottenuto attraverso la colmatura dei fossati poi trasformati in giardino e l'inserimento di diversi elementi architettonici adatti ad ingentilirlo. Altro link suggerito: https://clementeleo.wordpress.com/2015/09/07/il-palazzo-baronale-di-giurdignano/.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Giurdignano, http://www.comune.giurdignano.le.it/territorio/da-visitare/item/palazzo-baronale, http://www.lecceprima.it/eventi/inaugurazione-palazzo-baronale-giurdignano-30-dicembre-2012.html

Foto: la prima è presa da http://trekkingbiking.com/escursionismo-trekking-mtb/percorsi/giurdignano-dolmen-e-menhir/, la seconda è di Michele Bonfrate su https://clementeleo.wordpress.com/2015/09/07/il-palazzo-baronale-di-giurdignano/

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