URBANIA (PU) – Palazzo Ducale
Il nucleo originario, di epoca altomedioevale, risalente presumibilmente al VI secolo d.C., era chiamato Castel delle Ripe e fu libero Comune di parte guelfa, motivo per cui, nel 1277, fu distrutto dai ghibellini della vicina Urbino. La popolazione superstite trovò rifugio poco più a valle, intorno alle mura della potente abbazia benedettina di San Cristoforo del Ponte (sec. VIII), situata nel luogo esatto dove si trova oggi la Concattedrale. Attorno all'abbazia, intorno al 1284, fu fatta costruire la nuova città, la cui fondazione fu affidata, da papa Martino IV, al prelato provenzale Guglielmo Durand, all'epoca governatore della Romagna e della città e distretto di Urbino. Durand affidò l'incarico di costruire la città a tecnici bolognesi ai quali fu forse dovuta la soluzione con due strade porticate che fa di Urbania una sorta di Bologna in miniatura. In onore di Guillaume Durand la città prese il nome di Casteldurante. Affidata in signoria alla potente famiglia dei Brancaleoni, la città fu dapprima di Brancaleone, cui succedettero, congiuntamente, i figli Nicola Filippo, Pierfancesco e Gentile. A Pierfrancesco, rimasto unico "signore" dopo la morte dei fratelli, succedettero i nipoti Galeotto e Alberico (figli di Nicola Filippo) e Bartolomeo (figlio di Gentile), essendogli premorto l'unico figlio Lamberto. I tre cugini non vollero governare insieme e divisero pacificamente la signoria: ai fratelli Galeotto e Alberico, che rimasero insieme, andò la parte maggiore, compreso Casteldurante, mentre Bartolomeo ottenne Mercatello sul Metauro e la Massa Trabaria. Il dominio dei due fratelli, divenuti tiranni, fu però breve, perché la popolazione vessata invocò l'intervento del signore di Urbino Guidantonio da Montefeltro il quale, dopo un breve assedio alla città, li costrinse alla fuga. Era il 1427 e da quel momento il destino di Casteldurante seguì quello del Ducato di Urbino, tant'è che i signori di quest'ultimo si fregiarono del titolo di duchi di Urbino e conti di Casteldurante. Il ramo di Mercatello sul Metauro, invece, si estinse con Gentile, prima moglie di Federico da Montefeltro, duca di Urbino, cui portò in dote le terre della sua famiglia, che rimasero ai Montefeltro anche se da questo matrimonio non nacquero figli. Sotto i Della Rovere, successori dei Montefeltro nel Ducato di Urbino, l'antico signorile "palazzo dei Brancaleoni" fu restaurato e ristrutturato da un gruppo di architetti, comprendente Francesco di Giorgio Martini, Annibale della Genga e Paolo Scirri che era stato il primo maestro di architettura del Bramante. I duchi di Urbino usarono il palazzo come soggiorno estivo e il Parco ducale come residenza di caccia. Solo l'ultimo duca di Urbino, Francesco Maria II Della Rovere, visse in permanenza a Casteldurante trasferendovi la corte ducale, vi morì e fu sepolto nella chiesa del Santissimo Crocefisso. Alla sua morte, nel 1631, l'intero Ducato di Urbino tornò sotto il dominio diretto dello Stato Pontificio. Il 18 febbraio 1635, papa Urbano VIII elevò Casteldurante al rango di città e di diocesi e, in suo onore, essa cambiò per la terza volta il suo nome, divenendo Urbania. Il palazzo Ducale è costruito a monte del fiume Metauro sul sito di una cittadella preesistente, di proprietà della famiglia Brancaleoni, ex feudatari di Casteldurante (l’edificio primitivo fu eretto nel 1296-97 da Monaldo di Ottone Brancaleoni). Sponsorizzato dai duchi di Urbino Montefeltro e Della Rovere, la sua costruzione fu affidata all'architetto Francesco di Giorgio Martini nel 1470; il lungo fronte scarpato a strapiombo sul fiume Metauro dona alla struttura un aspetto fortificato e difensivo; inoltre, questo lato si presenta stretto fra due caratteristici torrioni, uno semicilindrico e l'altro cilindrico, uno dei quali racchiude al suo interno una scala elicoidale, caratteristiche tipiche dello stile del Martini. L'accesso al palazzo è attraverso lo splendido Cortile d'Onore rinascimentale della seconda metà del Cinquecento, dotato di una galleria di portici pedonali con ventidue colonne di travertino (i cui capitelli compositi sono attribuiti a Giorgio Orsini di Sebenico) che ricorda l'architettura di Palazzo Ducale di Urbino. L'edificio subì degli interventi successivi a opera dell'architetto Girolamo Genga, per l'ultimo duca di Urbino, Francesco Maria II della Rovere, che la scelse come residenza fino alla sua morte nel 1631. L'architetto realizzò le sale del piano nobile e il camminamento sul fiume Metauro che svela un incantevole scenario sulle caratteristiche anse del fiume, sulle colline e sulla parte trecentesca di Casteldurante, con le case fondate sulle rocce di arenaria, che si ergono sul Metauro. Salita la scalinata, dal cortile si giunge al piano nobile e qui si entra immediatamente nella Sala Maggiore con uno splendido soffitto dalle volte a vela. Questa era la sala destinata alle festività e alle solennità di corte. Alla metà del 1700 il palazzo fu venduto alla Camera Apostolica, che alla fine del secolo lo dette in enfiteusi alla nobile famiglia Albani. Nel 1820, ad opera del cardinale Giuseppe Albani, all'interno del palazzo fu allestita una fabbrica per la lavorazione della maiolica e della porcellana; nel 1834, alla morte del cardinale, la fabbrica entrò in crisi ma la produzione continuò fino al 1892, anno della chiusura definitiva. Il palazzo, con una superficie di 6000 m², risulta comunque di dimensioni molto ridotte rispetto al passato; infatti nell'ultimo cinquantennio il giardino è stato trasformato in parcheggio e la biblioteca demolita. Dagli inizi del 1980 è di proprietà del Comune di Urbania; attualmente vi hanno sede: la Biblioteca Comunale, gli Archivi Storici del Comune, del Governo Pontificio, dei Notai e degli Istituti di beneficenza, il Museo Civico e il Museo della Civiltà Contadina. Il Museo Civico ha sede nei in diversi ambienti del piano nobile strutturati in una libreria, in una galleria d'arte ed a archivi storici con preziose collezioni di disegni, manoscritti, incisioni. Particolarmente importante è la stanza dei Cavalieri con opere del tardo XVI secolo, i due globi di Mercatore: la sfera terrena del 1541 e la sfera celeste del 1551. Di grande interesse inoltre è un'incisione monumentale 11,80 × 0,36 m che rappresenta "La trionfale processione di Carlo V", eseguita da Nicola Hogenberg per commemorare l'incoronazione a Bologna, di Carlo V da parte di Papa Clemente VII nel 1530. La collezione di disegni, oltre ad essere il più importante nucleo delle collezioni è costituita da 750 disegni d'epoca manierista, probabilmente raccolti dal Conte Federico Ubaldini nelle sue residenze tra Siena, Roma e Marche. Uno spazio è dedicato alla ceramica di Casteldurante dove viene esposta cronologicamente dal XIV al XVIII secolo, produzione di officine locali di Urbania, con disegni e colori tipici della ceramica durantina. Inoltre vi ha sede il Museo di Storia dell'Agricoltura che è ospitato nelle cantine quattrocentesche del palazzo. Altri link suggeriti:
https://www.youtube.com/watch?v=QlMT94OQir0, (video con drone di Giancarlo Fosci),
https://www.youtube.com/watch?v=nSbko_gR1Hg (video di Factory snc),
http://www.iluoghidelsilenzio.it/palazzo-ducale-urbania-pu/ Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Urbania#Storia,
https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Ducale_(Urbania),
http://www.provincia.pu.it/elenco/musei/urbania-museo-civico-palazzo-ducale/,
http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/beni-storici-artistici/scheda/5438.htmlFoto: la prima è presa da
http://www.marchetravelling.com/properties/urbania/, la seconda è una cartolina della mia collezione
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