Le origini di Bassano sono datate attorno all’anno 1000, quando comparvero i primi agglomerati urbani al fine dello sfruttamento delle risorse naturali. Nel 1160 Enotrio Serco, ricco possidente terriero, decise di costruire quello che poi sarebbe diventato, dopo alcuni secoli, un palazzo principesco. Nel 1482 papa Sisto IV assegnò agli Anguillara, famiglia patrizia romana, il "Foedus Bassani"; la crescita (demografica, culturale e artistica) di Bassano subì però un'accelerazione solo a partire dal 1595, anno in cui, attraverso una concessione di papa Clemente VIII, venne ceduto alla famiglia Giustiniani del ramo De Banca, mercanti genovesi. Nel 1605 Bassano venne eretto a marchesato e presero inizio molti lavori per la costruzione di una casina di caccia (denominata comunemente “La Rocca”), di granai, una chiesa (quella di san Vincenzo) e del ponte delle Vaschie. In questo periodo giunsero a Bassano molti artisti come Francesco Albani, Domenico Zampieri e Antonio Tempesta. Nel 1644, con bolla di papa Innocenzo X, il feudo di Bassano venne eretto a principato e iniziarono così le visite del papa e di altri principi, tra cui Giacomo III Stuart, pretendente al trono d'Inghilterra. Nel 1735, proveniente da Siena, si trasferì con la famiglia il maestro di maiolica artistica Bartolomeo Terchi. Si abbatterono su Bassano numerose epidemie: nel 1709, nel 1770 e nel 1786. Nel 1799 i francesi, che per mezzo di Napoleone avevano creato in Italia la Repubblica Romana, si scontrarono per ben quattro volte con gli insorti. Nel 1854 il principato di Bassano passò dai Giustiniani agli Odescalchi. Durante il secondo conflitto mondiale, Bassano fu teatro di duri scontri tra le forze naziste di occupazione e gli Alleati. Il paese venne occupato interamente dal Genio Pontieri della Wehrmacht. I partigiani furono molto attivi, infatti compirono molte azioni di sabotaggio, primo fra tutti è da ricordare Mariano Buratti, medaglia d'oro al valor militare. Nel 1964 il nome cambiò da Bassano di Sutri in Bassano Romano. Nel medioevo l’attuale Palazzo Giustiniani Odescalchi era un classico maniero feudale la cui titolarità non è certa. Tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo la proprietà dell’edificio passò agli Anguillara, potente famiglia dell’epoca, i quali operarono delle sostanziali modifiche all’architettura della fortezza che diventò una tipica residenza rinascimentale. I lavori più massicci vennero tuttavia svolti nel corso del XVII secolo, per committenza del marchese Vincenzo Giustiniani. I Giustiniani si trasferirono qui dopo circa 300 anni di residenza nell'isola di Scio (oggi Chio), base mercantile della famiglia genovese nell'Egeo, in cerca di un luogo tranquillo a seguito dell'invasione dei turchi. Il marchese fu qui responsabile di un grandioso programma edilizio, che oltre al palazzo coinvolse il vasto parco retrostante, comunicante col piano nobile dell'edificio tramite un viadotto con ponte levatoio. Dal loggiato del Palazzo si può ammirare buona parte del giardino e il lungo viale prospettico che conduce alla Rocca, casa di caccia merlata e turrita voluta dalla famiglia Giustiniani. Una successiva fase di lavori cadde verso la fine del XVII secolo, epoca in cui venne realizzato fra l'altro il teatrino. I Giustiniani nel 1854, per le notevoli difficoltà economiche in cui versavano, cedettero il palazzo a Livio Odescalchi. Gli Odescalchi, dopo la metà del secolo XX, iniziarono a disinteressarsi del palazzo e del parco, che versava in un desolante abbandono. Il Palazzo, con l'annesso parco e Casina di caccia, è stato acquistato dallo Stato italiano nel 2003. Ne sono iniziati lenti restauri (per ora soprattutto interventi di emergenza) a cura della Soprintendenza per i Beni Architettonici del Lazio, volti a rimediare a decenni di incuria (specialmente evidente nel parco e nella Casina). Sotto la responsabilità del MIBACT, dal dicembre 2014 è gestito dal Polo museale del Lazio. La sua attuale direttrice è Biancaneve Codacci-Pisanelli. Terminato il restauro delle coperture, l'edificio principale della villa - che contiene le principali decorazioni a fresco - è stato riaperto al pubblico il 24 maggio 2016; è attualmente visitabile ogni sabato mattina, con visita guidata gratuita. Nel 2016 ha fatto registrare 1 049 visitatori. Il Palazzo occupa un'area di forma rettangolare di metri 50 x 35 circa. La sua pianta, rivolta verso il parco, dimostra chiaramente l'intendimento di porre l'edificio in relazione diretta con il giardino e il Parco, in fondo al quale si trova la cosiddetta Rocca. A differenza delle grandi residenze rinascimentali che dominano i centri abitati di cui fanno parte, basti pensare al Palazzo Farnese di Caprarola o a Villa Lante di Bagnaia, il Palazzo di Bassano presenta un accesso defilato, quasi nascosto. Per arrivare alla piazza dove si affaccia il suo ingresso, bisogna infatti lasciare la via principale del paese e percorrere un sottopassaggio ricavato addirittura al livello del piano seminterrato dell’edificio. Il portale d'accesso sull’attuale piazza Umberto I (sulla quale si affaccia anche la chiesa parrocchiale), in pietra locale, è fiancheggiato da quattro enormi busti in peperino che sostengono quattro teste marmoree risalenti all'epoca degli Antonini (II secolo d.C.). All'interno del palazzo hanno prestato opera numerosi artisti: Antonio Tempesta; Bernardo Castello; Marcantonio Piemontese; Antonio Gaio; Domenico Zampieri detto il Domenichino; Paolo Guidotti detto il Cavalier Borghese; Francesco Albani. Entrando nel palazzo si arriva al cortile dove sono ancora visibili i resti di affreschi monocromi con scene di trionfi, allegorie, emblemi e fregi realizzati con molta probabilità da Antonio Tempesta nel 1604. Oggi purtroppo, a causa dell’esposizione alle intemperie, gran parte di questi affreschi è andata perduta. Sempre nel cortile si può scorgere una statua sovrastante una piccola fontana. Salendo per un elegante scalone si raggiunge il loggiato, le cui volte presentano raffinate grottesche affrescate verso il 1570-1580 e integrate con altri soggetti nel decennio successivo all’acquisizione dei Giustiniani. Dal loggiato si può accedere al giardino tramite il ponte che attraversa via Roma oppure alle camere del piano nobile. Le numerose sale sono tutte decorate da pregiati affreschi con i motivi più vari: lo stemma di casa Giustiniani; la favola di Amore e Psiche; le quattro stagioni; il monte Parnaso consacrato ad Apollo e sede delle Muse; il porto di Genova (città d'origine dei Giustiniani) e il porto di Scio (isola nella quale diedero vita a fiorenti traffici mercantili); episodi biblici legati alla figura di Mosè; una volta a cupola (dipinta per ampliare visivamente lo spazio di una volta a padiglione); un'allegoria della vittoria dell'anima sul peccato; le Leggende di Diana; la tragica caduta di Fetonte e numerosi altri affreschi e decorazioni. Anche le sale, come la Loggia, sono state affrescate in più riprese, prima dagli Anguillara (le quattro camere delle Stagioni e il Camerino del Paradiso), poi dai Giustiniani ( grandi sale di rappresentanza). Il patrimonio contenuto in questo palazzo, costituito da pezzi d'armi, busti, statue, suppellettili e ogni genere di oggetti propri di un palazzo abitato per molto tempo, è stato trasferito e concentrato nel Palazzo Odescalchi, nella vicina Bracciano, proprio dalla stessa famiglia Odescalchi. Degno di nota è un piccolo teatrino, situato al pian terreno e concepito alla maniera inglese: Vincenzo Giustiniani era stato infatti nella residenza estiva di Enrico VII d'Inghilterra, nel Surrey. Al suo interno si possono scorgere dei palchi in legno, prima tappezzati da drappi e utili ad ospitare il pubblico nobile, e un'ampia platea alla quale si accede per mezzo del cortile, riservata a tutto il popolo. Il parco occupa la parte più consistente della proprietà. La sua realizzazione risale agli inizi del '600, a opera di Vincenzo Giustiniani, che era rimasto molto colpito dai parchi presenti nei palazzi francesi e inglesi. Oggi in via di ristrutturazione, il parco era costituito da numerose soluzioni decorative: viali, di cui alcuni anche coperti, ognuno costeggiato da siepi e arbusti di ogni specie e piccole piazzette dotate di gruppi scultorei e arredi in pietra, il tutto in modo da rispettare i canoni rinascimentali nella sintesi tra natura e arte. A questo splendido parco si accede per mezzo di un ponte che lo collega al Palazzo Giustiniani-Odescalchi e al termine del quale si trovano due eleganti rampe di scale, che racchiudono un ninfeo, prima circondato da statue di ogni genere. Segue poi un giardino all'italiana, le cui condizioni sono oggi di totale degrado; dal palazzo si poteva scorgere un tempo anche la casina di caccia, per mezzo di un lunghissimo viale, tuttora esistente, ma ricoperto dalla fitta vegetazione. Il parco è tuttora dotato di uno splendido patrimonio arboreo: lecci, abeti, cipressi, pecci, castagni e alberi da frutto quali ciliegi, peschi, peri e molti altri tipi di piantagione che testimoniano il suo essere stato concepito come un giardino produttivo. All'interno del parco adiacente al palazzo si trova una residenza di caccia, disposta su tre livelli e ricca di decorazioni. Denominata dagli abitanti locali "La Rocca", per il suo aspetto precedentemente deteriorato, essa conserva un fascino del tutto particolare. Architettonicamente ricalca lo stile del palazzo, ma è munita di un'altana merlata e di una torre centrale, precedentemente circondata da altre quattro, poi distrutte dalla famiglia Odescalchi per rivalità: questo edificio originariamente ricalcava infatti in modo pressoché perfetto quello contenuto nello stemma Giustiniani sormontato da un'aquila. Al suo interno sono presenti decorazioni e stucchi di vario tipo; mancano affreschi degni di nota. Soprattutto in virtù degli splendidi interni, la villa è stata set di numerosi documentari, spot o film: fra questi ultimi rientrano La dolce vita di Federico Fellini, Blaise Pascal di Roberto Rossellini, Il Gattopardo di Luchino Visconti e L’avaro di Tonino Cervi, con Alberto Sordi. Altri link suggeriti: https://www.comune.bassanoromano.vt.it/new/index.php/la-citta/villa-giustiniani (varie foto), http://www.giustiniani.info/bassano.html, http://forzabassanoromano.blogspot.com/2010/04/la-rocca-casina-di-caccia.html, https://www.youtube.com/watch?v=UdSTvkI1TzQ (video di Liceo Scientifico Ignazio Vian).
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Bassano_Romano, https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_Giustiniani_Odescalchi, testo di Giacomo Mazzuoli su http://www.canino.info/inserti/tuscia/luoghi/palazzo_bassano/index.htm
Foto: la prima è di IvoBarlattani Photographer su http://mapio.net/pic/p-98087362/ , la seconda è una cartolina della mia collezione, la terza (relativa alla casina di caccia) è presa da http://forzabassanoromano.blogspot.com/2010/04/la-rocca-casina-di-caccia.html
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