lunedì 4 giugno 2018

Il castello di lunedì 4 giugno



FURCI (CH) - Torrione

Dall'Antinori apprendiamo che nel 1145 la città era feudo di Odorisio, figlio di Berardo, di origine franca, probabilmente un discendente dell'antica schiatta dei Conti di Valva. Alla stessa data, quando paga le tasse di un soldato a cavallo, pare che Furci fosse popolata da ventiquattro famiglie, appollaiate intorno al castello del Signore. E' a questo periodo che si vuol far risalire l'urbanizzazione della collina e la costruzione delle prime opere di fortificazione: di certo la città si munisce di mura e innalza il Torrione, tutt'oggi esistente, con funzioni difensive della città e della contea. La tradizione vuole che il nome di Furci discenda, per successive trasformazioni, da "Fortezza"; vocabolo a sua volta legato alla presenza del Torrione che, secondo la stessa tradizione, faceva parte di una strategia difensiva messa in atto da tre fratelli: uno residente a Monteodorisio, uno a Palmoli, l'altro a Furci, i quali per difendersi dalle scorrerie dei barbari, avevano costruito delle torri dalle quali si inviavano dei segnali di fuoco non appena li avvistavano sul loro territorio. Per tutto il XII secolo Furci rimase pertinenza della contea di Loreto: questa, nel 1164 era stata concessa dal re normanno Guglielmo I, detto il Malo, a Iozzellino, suo familiare, che lo tenne fino al 1197, quando gli succedette suo figlio Berardo I. Scarsissime sono le notizie relative ai secoli successivi. Nel 1316, riferisce ancora l'Antinori, "possessore del Castello di Furci" era Pietro di Grandinato, appartenente a quella potente famiglia Baronate, probabilmente di origine longobarda che signoreggiò in Abruzzo per oltre tre secoli, fino alla sua estinzione avvenuta verso la metà del 1300. Legato alla storia di Furci è anche quel Gentile Grandinaoe che nel 1279, nella rassegna dei feudatari ordinata da Carlo I D'Angiò, risultò Signore di un vasto territorio, comprendente oltre a Furci, Pollutri, S. Anzuino, Acquaviva, Salavento, Castelletto; centri che furono valutati, tutti quanti, un milite. Negli anni 1324-1325 la chiesa di "Furchis", insieme a molte altre della diocesi di Chieti, risulta ufficialmente dipendente dall'Abbazia di San Angelo in Cornacela che ne pagava le decime. Sorto in pressimità del tratturo Centurelle-Montesecco, forse sui resti di un antico tempio pagano, questo Convento è stato uno dei poli dell'attività monastica benedettina, con un feudo vastissimo, comprendente S. Nicola di Canale e Ilice (Pollutri), Furci e Moro, S. Maria del Monte (Castiglione), Roccaspinalveti, Fraine e Tufillo. Fra i tanti centri cui sono legati il nome e le vicende dell'Abbazia, Furci ha una rilevanza particolare per essere il luogo natio del Beato Angelo, illustre figura di teologo della seconda metà del 1200 che proprio nel Convento di S. Angelo in Cornacela ricevette la sua prima formazione, sotto la guida dei maestri benedettini. Nella prima metà del 1400 la contea di Monteodorisio, cui Furci apparteneva, insieme agli attuali comuni di Gissi, Casalanguida, Casalbordino, Lentella, Cupello, Liscia, Colledimezzo, Guilmi , Pollutri, Scerni e Villalfonsina, è infeudata a Perdicasso Barrile, noto per la sua avversione a Giacomo Caldora, Signore di Vasto. Alla fine del XV sec. la contea passa ai D'Avalos, marchesi di Vasto, ponendo le condizioni per l'organizzazione di un ampio stato feudale, destinato a lunga vita, che si va ad aggiungere all'altrettanto vasto Principato di San Buono, sorto nella parte occidentale e montana del vastese, già nel primo ventennio del 400, con il matrimonio di Marino Caracciolo e Maria di Sangro. Il primo impianto risale al XV secolo. Del borgo si può ammirare il torrione medievale cilindrico che si trova presso l'ingresso del centro storico. Il torrione è costituito da pietre di forma irregolare e conserva ancora sezioni di inserti lignei, probabilmente passanti, che facevano parte della struttura dei solai intermedi. E’ dotato di una merlata cilindrica sempre in pietra. La base troncoconica, realizzata in blocchi di pietra, parrebbe risalire tra il XIII e il XIV secolo, mentre il resto della torre al XV secolo. Ciò lascia intuire che la torre possa aver subito dei rifacimenti in più fasi costruttive. Il torrione è collegato ad un palazzetto nobiliare ( completamente restaurato) e fiancheggia la porta di accesso al nucleo antico. Altri link suggeriti: scheda di Sergio Ialacci su https://www.mondimedievali.net/castelli/Abruzzo/chieti/furci.htm, https://www.youtube.com/watch?v=57CcbUK7XXk (video di TrignoSinelloTurismo), http://immobiliarecaserio.com/it/Casa_con_torretta_a_poco_prezzo_in_vendita_a_Furci_Abruzzo_1680.html

Fonti: http://www.comunedifurci.com/cennistorici/index.html, http://www.comunedifurci.com/puntidiinteresse/index.html, http://www2.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=torrech&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuTorr3788&tom=788

Foto: la prima è presa da http://www.iltrigno.net/focus/storia/4920/il-borgo-doppio-di-furci, la seconda è presa da http://www.borghiandsagre.it/furci_chieti/furci_4152.html

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