BEINASCO (TO) - Castello e Torre
Una volta costituitosi Torino come libero comune tra il XII e il XIII secolo, il 2 giugno 1239, Federico Piossasco faceva formale donazione del castello , villa, territori e uomini di Beinasco a Gionata di Lucento, allora Capitano imperiale della città di Torino. La famiglia dei Piossaschi, una delle più influenti del Piemonte medioevale, non rinunciava comunque al controllo sul comune, dato che ne fu immediatamente reinfeudata. Nello stesso periodo vennero costituiti i confini territoriali, come risulta da un decreto del Vescovo di Torino, Ugo Cagnola del 1236, nuovamente confermato nel 1288. La definizione dei confini testimonia come anche Beinasco si fosse eretto in comune già nella prima metà del XIII secolo. Incuneato tra Torino e Orbassano, le sue dimensioni non furono mai considerevoli, ma la sua importanza andava al di là della sua estensione: infatti il territorio della sua parrocchia, sin dal Medioevo, è sempre stato più esteso di quello del comune. Tale superiorità rispetto ad altri centri della zona fu riconosciuta a suo tempo anche dalle autorità ecclesiastiche. Nel corso del Medioevo, Beinasco abbracciò fermamente la parte guelfa. Fu più volte alla mercé delle scorrerie delle truppe imperiali. Nel 1501, a riprova della capitale e del borgo sorto per difenderla, la città di Torino fu investita dal titolo di Signora di Beinasco. Il periodo più difficile del borgo fu il Seicento, quando Beinasco fu più volte distrutto, arrivando vicino alla sua totale estinzione. Una prima volta fu nel 1630. In Piemonte regnava il duca Carlo Emanuele I di Savoia, figlio di Emanuele Filiberto. Aveva tentato un'abile politica di espansione alleandosi prima con i francesi e poi con gli spagnoli. Nel 1627 aveva cercato di annettersi il Ducato del Monferrato, sul quale vantava notevoli diritti ereditari. Tali diritti non erano stati sostenuti dalla Francia, per cui il ducato era stato assegnato al Duca di Mantova, proposto da Luigi XIII. Allo scoppio della guerra, nel 1630 le truppe francesi misero a ferro e fuoco il Piemonte. Fra i vari paesi distrutti vi era anche Beinasco: venne distrutta la parrocchiale, e uccisa la maggior parte della popolazione. Contemporaneamente il paese venne colpito dalla peste, così come venne colpita anche Torino, raggiungendo quell'anno il suo apice. Il Cibrario, celebre per la sua Storia di Torino, sostiene che di cento capi famiglia censiti a Beinasco prima del 1630, dopo il contagio della peste ne rimanevano solo otto. Il paese venne devastato quasi completamente. Praticamente sterminata l'intera popolazione, Beinasco non esistette più, perdendo persino il diritto di formare un corpo di comunità. Carlo Emanuele II concesse nuovamente al paese il diritto di formarsi a comune. Verso il 1680 il paese sembrava finalmente essersi ripreso, quando altre due guerre lo devastarono nuovamente, anche se in maniera meno drammatica. Nel 1690 il giovane Vittorio Amedeo II, da poco salito al trono dopo la lunga reggenza della madre Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, rovesciando la precedente alleanza, dichiarò guerra alla Francia. Il Piemonte, era facilmente esposto all'esercito di Luigi XIV. A comandare le truppe invasori che dal Delfinato si erano portate in Piemonte era il comandante Nicola Catinat. Questo combatté con le sue armate una guerra spietata contro le popolazioni inermi: villaggi distrutti, campi bruciati, stragi di uomini. Mai la terra piemontese venne altrettanto devastata da un nemico. Non potendo attaccare Torino, i francesi adottarono la strategia della "terra bruciata", per indebolire la capitale e terrorizzare la popolazione e spingere il re alla battaglia decisiva in campo aperto. Anche Beinasco fece le spese di questa crudeltà. Le case appena costruite furono nuovamente bruciate. Il 4 ottobre 1693, nei pressi di Marsaglia, un piccolo villaggio sulla strada per Orbassano, si combatté una delle più aspre battaglie del conflitto, risoltasi in una memorabile sconfitta per Vittorio Amedeo II. Raggiunta la pace nel 1696, di li a poco Beinasco fu nuovamente coinvolta in un conflitto: la Guerra di successione spagnola dal 1701 al 1713 e ancora una volta contro i francesi. Beinasco fu nuovamente saccheggiata. Dopo un secolo di tali devastazioni e rovine, la storia di Beinasco subì una svolta. Quasi completamente distrutta, cessò la funzione di difesa di Torino, per diventare un semplice borgo agricolo ai confini della capitale. Nel 1768 parve giunto il momento di affrontare il problema della viabilità, per cui una petizione per la costruzione di un ponte fu inviata alla Gran Cancelleria. Vi era descritta la necessità, per esempio da parte del parroco, di raggiungere quelle famiglie situate sulla sponda opposta del torrente. Si dovette aspettare solo il 1839, quando, su decreto di Carlo Alberto, fu costruita la nuova strada comunale che univa Piossasco a Torino. La costruzione del castello di Beinasco risale al XIII secolo. Nel corso dei secoli il castello, originariamente di architettura guelfa, subì incendi, devastazioni e rimaneggiamenti. Attualmente sono ancora presenti alcune bifore (tipo di finestra ripartita in due aperture) ad arco a tutto sesto ripartite da colonnine con sovrastante arco acuto con decorazioni in terracotta. Sulla facciata verso Piazza Alfieri si può notare un medaglione con ritratto in terracotta raffigurante, secondo la leggenda, l'Imperatore Nerone. Oggi l'edificio è di proprietà privata. Della cinta muraria del castello si è conservata solo una porta d’ingresso, posta sull’attuale Corso Cavour, detta “Torre”, che anticamente era cinta da fossato ed aveva un ponte levatoio. Costruita in laterizio, con apertura ad arco a tutto sesto, conserva le grandi caditoie. Un affresco del XV secolo, deteriorato in molte sue parti, raffigurava presumibilmente la Fuga in Egitto, la Crocifissione di Cristo e il Martirio di S. Sebastiano. Un tempo era parte integrante del Castello, oggi è sull’attuale muro fiancheggiante Via Trucchi. Altri link: http://www2.comune.beinasco.to.it/Ilcastello, https://www.geoplan.it/luoghi-interesse-italia/monumenti-provincia-torino/cartina-monumenti-beinasco/monumenti-beinasco-castello-e-torre.htm
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Beinasco, http://www.comune.beinasco.to.it/turismo, http://archeocarta.org/beinasco-to-castello-e-torre/, http://www.parallelo45.com/p45gallery_display.asp?Foto=1032&Cat=5001
Foto: la prima, relativa al castello, è di Giuseppe1950 su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/308760/view; la seconda, relativa alla torre, è di ancora di Giuseppe1950 su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/308750/view
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