CAVATORE (AL) - Torre
Nel 996 Ottone III di Sassonia fu incoronato Re d'Italia e, successivamente fu, da papa Gregorio V, incoronato Imperatore. In occasione dell'incoronazione il vescovo di Acqui, Primo, rappresentò a Ottone III le difficoltà in cui si veniva a trovare il vescovado e, grazie all'interessamento della sorella dell'Imperatore, Sofia, riuscì ad ottenere il 20 aprile 996, a Cremona, un diploma che, confermando, peraltro, quanto già concesso ai suoi predecessori, gli dava il dominio signorile sui Comuni di Cavatore, Terzo, Strevi, Cassine e sulle Pievi in esse esistenti. I nomi di Cavatore e Terzo compaiono per la prima volta nel documento del 996. Cavatore compare ora nella storia, classificato come "castello" e "borgo" appartenenti alla Chiesa d'Acqui. Il castello ed il borgo di Cavatore rivestivano un ruolo di indubbia importanza nel sistema di controllo del territorio edificato dai vescovi nel corso del tempo ed il castello, in particolare, doveva essere una delle rocche più salde in mano al potere episcopale, in quanto, insieme a quello di Bistagno, costituì uno dei luoghi di rifugio dei vescovi nei momenti in cui la loro permanenza si fece difficile. Cavatore viene confermato alla Chiesa di Acqui dal diploma di Enrico III dell'8 luglio 1052, mentre papa Adriano IV, il 12 novembre 1156, conferma ai canonici di Acqui ciò che essi hanno in Cavatore. La situazione giuridica risulta chiara nei primi decenni del 1300. Cavatore consta di un castello e di una villa , entrambi spettanti alla Chiesa di Acqui. Il castello è governato da un castellano, di nomina vescovile, al quale si ritiene competessero l'organizzazione militare ed il potere giudiziario. Sul castello di Cavatore il vescovo può porre la propria bandiera e disporre a suo piacimento di uomini, case ed i primi sono tenuti a fare " exercitum et cavalcatum pro domino episcopo ". Nella prima metà del 1300 gli uomini del castello e della "villa" risultano organizzati in Comune, retto da tre consoli e da un Consiglio di 14 membri. Il primo febbraio 1364, a Praga, l'Imperatore Carlo IV conferma a Guido d'Incisa, vescovo di Acqui, i diritti, i beni ed i possedimenti, incluso Cavatore. In questo diploma venivano puntigliosamente riprese tutte le concessioni operate a favore dell'episcopato acquese da re ed imperatori, a partire da Guido da Spoleto, con tutti i diritti ad esse connessi. Con l'accordo stipulato dal vescovo Enrico Scarampi con il procuratore del marchese Teodoro II Paleologo, il 29 giugno 1383, finiva il potere temporale dell'episcopale acquese e gli ultimi castelli rimasti, fra i quali Cavatore, passarono senza colpo ferire nelle mani dei poteri laici, tra i quali i Malaspina. La torre, ovvero il “castrum” di cui essa costituisce l'elemento caratterizzante, è, al pari della parrocchiale, il monumento più significativo del paesaggio storico di queste terre. Quando il castello appare a stretto contatto dell'abitato, che concentricamente lo avvolge o gli si stende accanto, si può ben ipotizzare una sua azione di richiamo della “villa” in precedenza localizzata altrove o sparsa in frazioni. A Cavatore la corta distanza tra queste due entità sembrerebbe collegare la fortezza soprattutto alla difesa del villaggio, a fianco della cui chiesa essa si pone. La torre di Cavatore è la più antica del territorio, eretta quando Cavatore era feudo del Vescovo d'Acqui. Si tratta di un mastio a base quadrata, dalla perfetta muratura in pietra squadrata, che si erge su di un poggio scavato comprendente lo spazio del castellaro; le sue uniche aperture sono l'ingresso con arco a tutto sesto architravato, posto all'altezza di sette, otto metri, una finestrella sommitale di fattura simile e una porticina ad architrave, sottostante l'accesso. Alla cima non esiste decorazione per cui, data l'estrema semplicità del modello, è da crederlo pertinente alla fine del Millecento o al principio del Duecento. E' appartenuta al marchese del Monferrato, ai Malaspina e, dal XVIII secolo, ai Savoia.
Fonti: https://www.unplipiemonte.it/public/20100219509614075520904258534615169133193361525554377696.pdf, https://www.comune.cavatore.al.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/torre-5820-1-7e080ef001000c06f40449501dc9293e, testo su pubblicazione "Castelli in Piemonte" di Rosella Seren Rosso (1999)
Foto: la prima è di mauro1968 su http://mapio.net/pic/p-54167220/, la seconda è presa da https://www.unionemontanasuoldaleramo.it/ubicazione/torre-di-cavatore/
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