CERCEMAGGIORE (CB) - Palazzo baronale
Come documentato dal Vannozzi, il nuovo centro fu costruito nel IX secolo durante il dominio dei Longobardi, assieme ai villaggi fortificati di Monticelli (nel comune di Cercepiccola), Quadrano (Gildone) e Rocca Quatrani. Dopo il Mille il villaggio primitivo, posto sulla sommità della montagna di S. Maria, subì l'attacco dei nuovi colonizzatori normanni, venendo distrutto e ricostruito dai nuovi signori poco più in basso. L'origine del toponimo "Cerce" è semplicemente la normale traduzione fonetica dal latino tardo "Cercia" nella lingua corrente e stà ad indicare l'albero di cerro (Quercus cerris), che è anche l'emblema storico araldico del paese. Con il governo di Ferdinando d'Aragona nel XV secolo il feudo faceva parte del Contado di Molise, appartenuto poi ai Caracciolo e ai Carafa. Nel '400 vi fu portata una statua della Madonna della Libera, sopra un colle sovrastante il borgo, dove venne edificato un santuario. Dopo l'abolizione del feudalesimo nel 1806, Cercemaggiore passò dalla Capitanata alla provincia di Molise e nel febbraio 1861 alla Campania, con la nuova provincia di Benevento. Il palazzo baronale è la ricostruzione del vecchio castello longobardo, trasformato nel XVI secolo da Don Diomede Carafa. L'attuale struttura si trova in posizione dominante ed è a pianta rettangolare irregolare, circondata ancora dalle mura e dai bastioni del castello. Costruito in epoca normanna, i feudatari del maniero erano i Da Ponte o Ponte de genere Francorum. Infatti il primo feudatario di Cercemaggiore sembra essere un tale Nebulose o Nevulone da Ponte già presente in zona nella prima metà del XI secolo. Agli inizi del XIII secolo alla famiglia Da Ponte, dopo la fellonia di Ruggero da Ponte (o da Busso), ultimo discendente di questo ramo, seguirono dapprima un passaggio alla Corona imperiale e poi altre famiglie feudali tra le quali i Molise. Alcuni radicali restauri sembrano essere stati effettuati nel 1332 in base ad una data letta su un lastrone di pietra rinvenuto durante lavori effettuati nel castello in epoca moderna ed attualmente disperso. Nel 1427 era signore di Cercemaggiore Antonio Molise, cui successe il figlio Paolo e, nel 1478, la sua unica figlia, Giovannella, sposò Alberico Carafa, conte di Marigliano e duca di Ariano. I Carafa di Ariano furono molto legati al feudo di Cercemaggiore, alla chiesa e al convento di S. Maria della Libera, di cui furono grandi benefattori. Furono difatti loro a porre riparo ai gravi danni che il paese, castello compreso, avevano subito nel disastroso terremoto del 1456, in cui trovarono la morte 40 persone. I Carafa ampliarono il castello. A loro successero i Doria che comprarono feudo e castello nel 1652 e rimasero a Cercemaggiore fino al 1813. In tale anno venne acquistato dal Marchese Don Nicola Vulcano di Napoli ed attraverso gli eredi confluiti nella famiglia Mastellone pervenne infine con atto di vendita nel 1905 alla famiglia Felice di Cercemaggiore. Durante la signoria dei Doria il castello fu ulteriormente sistemato ed abbellito. Da allora l'edificio cominciò lentamente ad andare in rovina. Nel 1952 fu comprato da padre Antonio Rocco, e nel giro di due anni restaurato ed adibito ad Istituto per gli orfani della Mater Orphanorum. Il castello conserva la sua imponenza, si eleva sulla roccia solido e massiccio; sono visibili la torre circolare nel punto di chiusura dell’antica cinta muraria del paese con il castrum (la scomparsa Porta a Monte), i resti di una torre quadrata a nord-ovest (parzialmente demolita nei riattamenti moderni), l’antica cantina con volta a botte, il portale con lo stemma gentilizio dei Doria, le scuderie, anch’esse con volta a botte provviste di finestrelle a bocca di lupo. Da struttura militare dopo il XVI secolo il castello si andò trasformando in residenza estiva per i feudatari. Dell’epoca dei Doria si conserva ancora intatto il baldacchino del letto, con il soffitto dipinto nel 1752 da Nicola Falocco di Oratino, una bella mensola o consolle in pietra su colonnina ed una porta in legno dorata (recentemente scomparsa). Negli ampi spazi del cortile si eleva su un arco un imponente scalone, che porta alla terrazza superiore, e su questa affaccia la serie di belle porte e finestre con stipiti in pietra per l’accesso ai vari ambienti residenziali. Elementi di piani superiori obliterati nella metà degli anni ’50 sembrano attestati da tracce di pitture ancora esistenti nel sottotetto moderno del corpo centrale, così come alcuni ambienti ipogei mai esplorati nell’area nord del complesso attualmente murati ed intravisti negli anni ’90 per la posa di una moderna caldaia. Altri link suggeriti: http://www.comune.cercemaggiore.cb.it/cercemaggiore/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/20014, https://stefanovannozzi.wordpress.com/2015/03/21/il-palazzo-di-cercemaggiore-storia-e-recupero-dellantico-castrum-cercese/
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Cercemaggiore, scheda di Stefano Vannozzi su http://www.mondimedievali.net/Castelli/Molise/campobasso/cercemaggiore.htm
Foto: la prima è presa da https://www.cblive.it/news-dal-molise/64487-lassociazione-talenti-e-artisti-molisani-consegna-allistituto-mater-orpahanorum-di-cercemaggiore-lincasso-dello-spettacolo-la-dodda-de-crestenella.html, la seconda è di Stefano Vannozzi su https://stefanovannozzi.wordpress.com/2012/04/05/il-castello-di-cercemaggiore/
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