CAMAIRAGO (LO) - Castello Borromeo
Di antica origine, appartenne all'arcivescovo di Milano Ariberto d'Intimiano, ai Visconti e ai Borromeo (1440), che ricostruirono il castello, dopo le distruzioni causate dalle lotte comunali tra Milano e Lodi. Fortificata da Marco Antonio Colonna (1521), soffrì l'occupazione dei Lanzichenecchi diretti a Mantova (1621). In età napoleonica (1809-16) Camairago fu frazione di Cavacurta, recuperando l'autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. Il nome antico, di epoca alto-medievale, era "Camariaco" che deriva da Camerte Camairago, ritenuto l'effettivo fondatore. L'abitato conserva il castello dei Borromeo, edificato per volontà di Vitaliano Borromeo, il quale ricevette il feudo da Filippo Maria Visconti, ultimo duca di Milano, come ricompensa dei meriti in battaglia (in molte occasioni si era distinto per coraggio e forza al suo fianco). Il Visconti nel 1339 gli assegnò la città di Arona, nominandolo conte della città sei anni dopo, e nel 1340 gli donò il feudo lodigiano come ricompensa per l'aiuto offertogli. Nell'atto di donazione Filippo Maria Visconti consentiva di fortificare ulteriormente il borgo, che possedeva già un castello del XII secolo e che venne distrutto dai milanesi nel 1158 nella guerra intrapresa contro la città di Lodi. Il nuovo signore di Camairago, sebbene prediligesse altre fortezze e possedimenti borromaici, cominciò immediatamente l'edificazione di un nuovo sistema difensivo che esibisse il prestigio raggiunto e gli consentisse, eventualmente, di appoggiare i signori di Milano in una nuova impresa bellica contro Lodi. Nei secoli successivi venne fortificato sempre di più, per poter diventare sede militare. Anche se da questo castello non partì mai un attacco alla città, protetta un tempo da Federico Barbarossa, il maniero fu protagonista degli scontri del 1547 tra Francesco Sforza e i veneziani. Dopo un periodo di relativa pace e prosperità all'inizio del XVI secolo il feudo di Camairago, subì alcuni danneggiamenti in occasione dell'arrivo delle truppe francesi. Analoga sorte toccò al castello col passaggio dei Lanzichenecchi che presero parte all'assedio di Mantova nel 1629. Piccole trasformazioni e adeguamenti si susseguirono nel decenni successivi, sino a quando nuovi lavori si resero necessari alla metà del XIX secolo, quando il castello fu occupato dalle truppe austriache del maresciallo Radetzky, che qui stanziò il suo quartier generale. Dopo il tormentato periodo militare durato più di 3 secoli, il Castello di Camairago, sempre sotto la guida della famiglia Borromeo, è diventato dimora agricola privata. Il rivellino, collocato al centro del prospetto principale, svetta per imponenza e dimensioni e conserva, quasi inalterati nel tempo, il suo sistema difensivo basato sulla presenza di merlature sommitali e un sistema tradizionale di travi contrappesate per il sollevamento del ponte levatoio del quale sono ancora ben visibili le feritoie e gli alloggiamenti dei bolzoni. Integro è anche il duplice sistema d'ingresso, basato sulla presenza di un ampio fornice a tutto sesto per il passaggio delle merci e degli uomini a cavallo, e del più stretto ingresso pedonale, posto a destra del primo, al quale originariamente si accedeva attraverso una passerella mobile. Al centro del varco si staglia ben visibile lo stemma araldico della famiglia Borromeo al quale il castello ancora oggi appartiene; sono immediatamente percepibili gli elementi che la collegano alla casata degli Sforza, del quale è raffigurato il biscione in alto a sinistra; il dromedario "prostrato", simbolo introdotto nello stemma da Vitaliano I Borromeo che rappresenta la pazienza e la devozione; il Liocorno che si rivolge contro il biscione visconteo, anch'esso legato alla figura di Vitaliano I, che rappresenta il valore della casata in battaglia; il morso dei cavalli, ad indicare la capacità di trattenere all'occorrenza l'irruenza e l'impetuosità della forza; i tre anelli legati insieme, che indicano la stabilità delle unioni familiari. Nella corte, con lacerti dell'originaria decorazione, rimane nel prospetto settentrionale il portico ritmato da archi a sesto acuto; all'interno, nella sala degli stemmi, ritorna fittamente ripetuto il termine Humilitas, segno ancora una volta del dominio antico della casata dei Borromeo. Dal lato est del castello si può apprezzare la valle dell'Adda, la campagna sottostante e, nelle giornate limpide, anche le Alpi. Oggi, grazie alla passione e alla dedizione della famiglia Borromeo, il Castello è a disposizione di chi ricerca un luogo unico per un giorno importante. L'edificio ha pianta allungata a corte rettangolare, con due torri angolari allineate alla possente torre centrale del rivellino, posta in corrispondenza dell'ingresso del fortilizio. Il lato est si innalza sulla scarpata della valle dell'Adda ed è chiusa agli estremi dalle due torri superstiti. Il lato sud presenta al centro il rivellino separato dal corpo principale da un fossato. Tutte le murature presentano riseghe e cornici in cotto. Il cortile interno è porticato con archi a sesto acuto, alcuni dei quali tamponati. Il fronte nord è stato per un breve tratto demolito. Fronti in muratura stilata delimitate da torri agli angoli e torre in corrispondenza dell'ingresso. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=6nfUGSOV5ro (video di Castello Borromeo di Camairago), http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Camairago_Borromeo.htm
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Camairago, http://www.castellodicamairago.it/storia.html (suggerisco di visitare questo sito web, dedicato proprio al castello), http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LO620-00057/
Foto: la prima è presa da http://www.comune.camairago.lo.it/2015/01/matrimoni-civili-castello/, la seconda è di Daniele Bonelli su http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LO620-00057/
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