PONT CANAVESE (TO) - Torri
La presenza di una torre evoca immediatamente un vissuto storico medioevale popolato da nobili e popolani, soldati e cavalieri, mercanti ed artigiani, feste e cortei, ma anche guerre e distruzioni.
Pont, che conobbe il suo primo grande sviluppo proprio nel medioevo, di torre ne ebbe più di una: il campanile della chiesa di Santa Maria, torre di guardia dei De Doblatio, la Ferranda e la Tellaria, che ancora dominano il paesaggio, con le loro possenti strutture, dall'alto dei poggi su cui vennero costruite; la torre del Castrum Pontis, di cui resta una scheggia di fronte alla Ferranda ne sono la testimonianza. Dalle torri si domina sull'intero abitato di Pont, sulla pianura canavesana e sulla catena alpina che fa da cerchio alle valli Orco e Soana. A Pont ci sarebbero stati tre castelli: uno dei Valperga, due dei San Martino. Il terzo castello sarebbe identificabile con lo stesso borgo fortificato, costituendo in tal caso un ricetto: i San Martino avrebbero posseduto i Castra Pontis e Tellarium, i Valperga il Ferrandae. Il Pontis, di cui resta soltanto un angolo di torre, sarebbe stato invece situato sopra la chiesa di San Costanzo ad un tiro di pietra dal Ferrandae, di cui è rimasta una torre. La lotta tra i Valperga e i San Martino si svolse soprattutto dalle torri dei castra Pontis e Ferrandae. Essendo i due castelli divisi soltanto da una via molto stretta, le due famiglie si fronteggiavano quotidianamente a colpi di frecce e massi scagliati con una macchina da guerra. La guerra cessò soltanto con la distruzione, ad eccezione del resto di torre ancora visibile, del Pontis ad opera dei Valperga. Il Tellario, rivolto verso la Valle Orco, era munito di una ballista per lanciare pietre. Il colpo finale ai castelli di Pont venne sferrato nel 1552 nel corso del conflitto franco - spagnolo: le truppe del Maresciallo De Brissac distrussero la Ferranda, mentre il Tellario fu ridotto in macerie da Cesare di Napoli. Dubbi sorgono anche sull'attribuzione di paternità dei tre castelli: ritenuta storicamente inaccettabile la tesi che l'attribuisce a Re Arduino, qualcuno afferma invece che a costruirli fosse stato il Conte Guido IV di Valperga. L'assenza in essi di tracce dello stile romanico, già parecchio diffuso in Canavese all'epoca di Re Arduino, indurrebbe pertanto a ritenere che tali costruzioni siano state erette precedentemente alla sua comparsa in Canavese. La Tellaria, comunemente detta “Castlass”, come le altre torri, faceva parte di un "castrum", cioè di una costruzione destinata ad ospitare i soldati ed i loro armamenti, le vettovaglie e quant'altro potesse essere utile alla sopravvivenza in caso di assedio e fungeva da torre di guardia e di difesa essendo fortificata. Il "Castrum Thelarii", sorgendo sul poggio all'ingresso della valle Orco, era deputato al controllo e alla difesa della stessa e del ricetto sottostante costituito da casupole abitate da contadini e artigiani al servizio del "castrum". La tradizione attribuisce la costruzione delle torri ad Arduino di Ivrea e le fa risalire all'epoca della guerra con l'imperatore Enrico II e all'assedio di Sparone (1004-1005); in realtà gli storici ritengono che siano state erette, fra il X e l'XI sec. dai conti De Canavise, poi divisisi in Valperga e San Martino. Molte le ipotesi legate al nome: Tellaria potrebbe derivare da "tell", che significa rilievo formato dall'accumulo di detriti lasciati da insediamenti precedenti ( e Tellario è il toponimo che indica una zona palafitticola abitata in epoche molto antiche); da "tle" cioè dalla presenza di sbarre di ferro incastrate nelle aperture per impedire l'accesso; dall'uso dei "tler" cioè di particolari telai in ferro per muovere le macchine belliche usate per il lancio di pietre e frecce; dai "tëj" cioè i tigli presenti sul pianoro e tuttora ricordati dal toponimo Montiglio. La Tellaria apparteneva ai San Martino come il castrum Pontis, i Valperga erano invece i proprietari della Ferranda; le due famiglie erano in costante discordia per il possesso del feudo di Pont che era indiviso e numerose furono fra loro le azioni di guerra Pietro Azario, storico, nel "De Bello Canapiciano" del 1362 racconta della guerra del Canavese che vide contrapposte le due famiglie dal 1339 al 1343 e ci fornisce la prima descrizione dei castelli di Pont; i contrasti fra le due famiglie continuarono nei secoli ed i castelli vennero più volte saccheggiati. Il Tellario subì pesanti danni nel 1383 e fu oggetto di saccheggio durante il Tuchinaggio; nel 1552, all'epoca della guerra franco-spagnola, che vide ancora una volta i Valperga e i San Martino in campi avversi, subì la distruzione ad opera delle truppe di Cesare Maggi di Napoli, al soldo degli Spagnoli, nonostante fosse fortificato e dotato di una balista per il lancio delle pietre.
--------
La torre Ferranda poggia su un affioramento roccioso ed ha un'altezza propria di 32 metri.
La porta d'ingresso è posta a 8 metri di altezza e le finestre si aprono sul fronte principale verso la pianura. Al piano terra, a diretto contatto con la roccia, si trova una cisterna intonacata per contenere l'acqua piovana, che veniva incanalata dalla sommità. La struttura interna di accesso ai piani superiori era realizzata in legno secondo una sequenza di scale e soppalchi, delle cui travi rimangono le sedi nelle pareti. Alla camera sommitale, voltata a botte, e all'ultimo livello esterno si arriva tramite scale ricavate entro la muratura. Gli originari merli di coronamento sono stati successivamente collegati da una serie di voltini ad arco per consentire lippoggio di una copertura non più esistente. A fianco della torre stanno i resti di un edificio fortificato, ricostruito in più riprese, la cui tessitura muraria reca tracce di una merlatura. Il bastione che circonda il complesso è costituito da mura anch'esse rimaneggiate nel tempo. L'ingresso era situato ad est, collegato al ricetto dei Valperga posto ai piedi del rilievo verso la pianura; l'accesso attuale, sul fianco opposto, è contestuale alla realizzazione, a fine Ottocento, della chiesa di San Costanzo e della canonica. La Ferranda, dopo un restauro accurato, è diventata la sede del “Museo del Territorio” mentre l'area circostante è utilizzata per concerti e spettacoli all'aperto come l'ampio parco del “Castlass” di recente tornato di proprietà comunale. Legate alla presenza delle torri sono sorte nel tempo numerose leggende; la più nota è certamente Madama Rua, la misteriosa signora che abitava la Tellaria e mangiava i bambini, trasformatasi in corvo per non lasciarsi catturare dagli abitanti di Pont inferociti. La tradizione racconta che le due torri sarebbero state collegate da passaggi sotterranei, veri e propri camminamenti che dovevano servire per far fuggire i soldati e gli abitanti del borgo verso le montagne o la pianura in caso di incursione di soldataglie o briganti. Duranti gli scavi per la posa del primo vero acquedotto di Pont (1939) vennero trovati dei cunicoli, simili a gallerie, che si diramavano in svariate direzioni e si tornò a parlare di passaggi segreti che mettevano in comunicazione Santa Maria con la Ferranda per proseguire poi verso la Tellaria e arrivare a Santa Croce di Sparone. Secondo la leggenda sarebbero stati i soldati di Arduino a costruirli per far giungere al re assediato a Sparone i rifornimenti necessari; è intuibile che è più probabile che i cunicoli siano cantine e depositi per legna e carbone e che, al massimo si possa ipotizzare qualche via di fuga verso l'esterno dal centro del borgo in direzione dei campi che lo circondavano. Anche i cunicoli hanno dato origine a leggende: Cugnet, il piccolo gnomo buono che fa addormentare i bambini con la polvere dorata delle stelle e Furicc, lo gnomo dispettoso e birichino sono solo due degli abitanti dei sotterranei segreti dove un discreto numero di folletti continua ad ammassare l'oro che trova nella sabbia dell'Orco. Se poi andiamo più lontano nel tempo passato troviamo la leggenda del grande lago che si estendeva da Sparone fino a Voira e nel cui centro si ergevano due colline abitate da creature misteriose che impedivano agli uomini di attraversare il lago obbligandoli a risalire i fianchi delle montagne per passare da un luogo all'altro. Altri link suggeriti per approfondire: http://archeocarta.org/pont-canavese-to-torre-ferranda-resti-dei-castelli/, http://piemontecomuni.it/pont-canavese/ (per visitare virtualmente le torri), https://www.youtube.com/watch?v=b0a2fa-U4Ug (video di Enrico Sangermano), http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/60546 (bella foto di Torre Ferranda).
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Pont_Canavese, http://www.comune.pontcanavese.to.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere
Foto: la prima (Torre Ferranda) è di Alessandro Vecchi su https://it.wikipedia.org/wiki/File:PontCanavese_TorreFerranda.jpg, la seconda (Torre Tellaria) è di alessandro1953 su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/315815/view. Infine nella terza foto, presa su https://lacasadelluncinetto.weebly.com/, si vede anche ciò che rimane della torre Castrum Pontis.
La presenza di una torre evoca immediatamente un vissuto storico medioevale popolato da nobili e popolani, soldati e cavalieri, mercanti ed artigiani, feste e cortei, ma anche guerre e distruzioni.
Pont, che conobbe il suo primo grande sviluppo proprio nel medioevo, di torre ne ebbe più di una: il campanile della chiesa di Santa Maria, torre di guardia dei De Doblatio, la Ferranda e la Tellaria, che ancora dominano il paesaggio, con le loro possenti strutture, dall'alto dei poggi su cui vennero costruite; la torre del Castrum Pontis, di cui resta una scheggia di fronte alla Ferranda ne sono la testimonianza. Dalle torri si domina sull'intero abitato di Pont, sulla pianura canavesana e sulla catena alpina che fa da cerchio alle valli Orco e Soana. A Pont ci sarebbero stati tre castelli: uno dei Valperga, due dei San Martino. Il terzo castello sarebbe identificabile con lo stesso borgo fortificato, costituendo in tal caso un ricetto: i San Martino avrebbero posseduto i Castra Pontis e Tellarium, i Valperga il Ferrandae. Il Pontis, di cui resta soltanto un angolo di torre, sarebbe stato invece situato sopra la chiesa di San Costanzo ad un tiro di pietra dal Ferrandae, di cui è rimasta una torre. La lotta tra i Valperga e i San Martino si svolse soprattutto dalle torri dei castra Pontis e Ferrandae. Essendo i due castelli divisi soltanto da una via molto stretta, le due famiglie si fronteggiavano quotidianamente a colpi di frecce e massi scagliati con una macchina da guerra. La guerra cessò soltanto con la distruzione, ad eccezione del resto di torre ancora visibile, del Pontis ad opera dei Valperga. Il Tellario, rivolto verso la Valle Orco, era munito di una ballista per lanciare pietre. Il colpo finale ai castelli di Pont venne sferrato nel 1552 nel corso del conflitto franco - spagnolo: le truppe del Maresciallo De Brissac distrussero la Ferranda, mentre il Tellario fu ridotto in macerie da Cesare di Napoli. Dubbi sorgono anche sull'attribuzione di paternità dei tre castelli: ritenuta storicamente inaccettabile la tesi che l'attribuisce a Re Arduino, qualcuno afferma invece che a costruirli fosse stato il Conte Guido IV di Valperga. L'assenza in essi di tracce dello stile romanico, già parecchio diffuso in Canavese all'epoca di Re Arduino, indurrebbe pertanto a ritenere che tali costruzioni siano state erette precedentemente alla sua comparsa in Canavese. La Tellaria, comunemente detta “Castlass”, come le altre torri, faceva parte di un "castrum", cioè di una costruzione destinata ad ospitare i soldati ed i loro armamenti, le vettovaglie e quant'altro potesse essere utile alla sopravvivenza in caso di assedio e fungeva da torre di guardia e di difesa essendo fortificata. Il "Castrum Thelarii", sorgendo sul poggio all'ingresso della valle Orco, era deputato al controllo e alla difesa della stessa e del ricetto sottostante costituito da casupole abitate da contadini e artigiani al servizio del "castrum". La tradizione attribuisce la costruzione delle torri ad Arduino di Ivrea e le fa risalire all'epoca della guerra con l'imperatore Enrico II e all'assedio di Sparone (1004-1005); in realtà gli storici ritengono che siano state erette, fra il X e l'XI sec. dai conti De Canavise, poi divisisi in Valperga e San Martino. Molte le ipotesi legate al nome: Tellaria potrebbe derivare da "tell", che significa rilievo formato dall'accumulo di detriti lasciati da insediamenti precedenti ( e Tellario è il toponimo che indica una zona palafitticola abitata in epoche molto antiche); da "tle" cioè dalla presenza di sbarre di ferro incastrate nelle aperture per impedire l'accesso; dall'uso dei "tler" cioè di particolari telai in ferro per muovere le macchine belliche usate per il lancio di pietre e frecce; dai "tëj" cioè i tigli presenti sul pianoro e tuttora ricordati dal toponimo Montiglio. La Tellaria apparteneva ai San Martino come il castrum Pontis, i Valperga erano invece i proprietari della Ferranda; le due famiglie erano in costante discordia per il possesso del feudo di Pont che era indiviso e numerose furono fra loro le azioni di guerra Pietro Azario, storico, nel "De Bello Canapiciano" del 1362 racconta della guerra del Canavese che vide contrapposte le due famiglie dal 1339 al 1343 e ci fornisce la prima descrizione dei castelli di Pont; i contrasti fra le due famiglie continuarono nei secoli ed i castelli vennero più volte saccheggiati. Il Tellario subì pesanti danni nel 1383 e fu oggetto di saccheggio durante il Tuchinaggio; nel 1552, all'epoca della guerra franco-spagnola, che vide ancora una volta i Valperga e i San Martino in campi avversi, subì la distruzione ad opera delle truppe di Cesare Maggi di Napoli, al soldo degli Spagnoli, nonostante fosse fortificato e dotato di una balista per il lancio delle pietre.
--------
La torre Ferranda poggia su un affioramento roccioso ed ha un'altezza propria di 32 metri.
La porta d'ingresso è posta a 8 metri di altezza e le finestre si aprono sul fronte principale verso la pianura. Al piano terra, a diretto contatto con la roccia, si trova una cisterna intonacata per contenere l'acqua piovana, che veniva incanalata dalla sommità. La struttura interna di accesso ai piani superiori era realizzata in legno secondo una sequenza di scale e soppalchi, delle cui travi rimangono le sedi nelle pareti. Alla camera sommitale, voltata a botte, e all'ultimo livello esterno si arriva tramite scale ricavate entro la muratura. Gli originari merli di coronamento sono stati successivamente collegati da una serie di voltini ad arco per consentire lippoggio di una copertura non più esistente. A fianco della torre stanno i resti di un edificio fortificato, ricostruito in più riprese, la cui tessitura muraria reca tracce di una merlatura. Il bastione che circonda il complesso è costituito da mura anch'esse rimaneggiate nel tempo. L'ingresso era situato ad est, collegato al ricetto dei Valperga posto ai piedi del rilievo verso la pianura; l'accesso attuale, sul fianco opposto, è contestuale alla realizzazione, a fine Ottocento, della chiesa di San Costanzo e della canonica. La Ferranda, dopo un restauro accurato, è diventata la sede del “Museo del Territorio” mentre l'area circostante è utilizzata per concerti e spettacoli all'aperto come l'ampio parco del “Castlass” di recente tornato di proprietà comunale. Legate alla presenza delle torri sono sorte nel tempo numerose leggende; la più nota è certamente Madama Rua, la misteriosa signora che abitava la Tellaria e mangiava i bambini, trasformatasi in corvo per non lasciarsi catturare dagli abitanti di Pont inferociti. La tradizione racconta che le due torri sarebbero state collegate da passaggi sotterranei, veri e propri camminamenti che dovevano servire per far fuggire i soldati e gli abitanti del borgo verso le montagne o la pianura in caso di incursione di soldataglie o briganti. Duranti gli scavi per la posa del primo vero acquedotto di Pont (1939) vennero trovati dei cunicoli, simili a gallerie, che si diramavano in svariate direzioni e si tornò a parlare di passaggi segreti che mettevano in comunicazione Santa Maria con la Ferranda per proseguire poi verso la Tellaria e arrivare a Santa Croce di Sparone. Secondo la leggenda sarebbero stati i soldati di Arduino a costruirli per far giungere al re assediato a Sparone i rifornimenti necessari; è intuibile che è più probabile che i cunicoli siano cantine e depositi per legna e carbone e che, al massimo si possa ipotizzare qualche via di fuga verso l'esterno dal centro del borgo in direzione dei campi che lo circondavano. Anche i cunicoli hanno dato origine a leggende: Cugnet, il piccolo gnomo buono che fa addormentare i bambini con la polvere dorata delle stelle e Furicc, lo gnomo dispettoso e birichino sono solo due degli abitanti dei sotterranei segreti dove un discreto numero di folletti continua ad ammassare l'oro che trova nella sabbia dell'Orco. Se poi andiamo più lontano nel tempo passato troviamo la leggenda del grande lago che si estendeva da Sparone fino a Voira e nel cui centro si ergevano due colline abitate da creature misteriose che impedivano agli uomini di attraversare il lago obbligandoli a risalire i fianchi delle montagne per passare da un luogo all'altro. Altri link suggeriti per approfondire: http://archeocarta.org/pont-canavese-to-torre-ferranda-resti-dei-castelli/, http://piemontecomuni.it/pont-canavese/ (per visitare virtualmente le torri), https://www.youtube.com/watch?v=b0a2fa-U4Ug (video di Enrico Sangermano), http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/60546 (bella foto di Torre Ferranda).
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Pont_Canavese, http://www.comune.pontcanavese.to.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere
Foto: la prima (Torre Ferranda) è di Alessandro Vecchi su https://it.wikipedia.org/wiki/File:PontCanavese_TorreFerranda.jpg, la seconda (Torre Tellaria) è di alessandro1953 su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/315815/view. Infine nella terza foto, presa su https://lacasadelluncinetto.weebly.com/, si vede anche ciò che rimane della torre Castrum Pontis.
Nessun commento:
Posta un commento