martedì 7 marzo 2023

Il castello di martedì 7 marzo



SACILE (PN) - Castello

Si ipotizza che Sacile sia stata fondata nell'VIII secolo come avamposto militare collocato presso un'isola artificiale (un "sacco", da cui il toponimo) ottenuta grazie all'escavo di una diversione del Livenza. Mantenne a lungo una condizione di centro di confine, stretto tra le giurisdizioni del castello di Cavolano, a sud, e del castello di Caneva, a nord e, dal punto di vista ecclesiastico, tra le diocesi di Ceneda e di Concordia. Il fortilizio doveva essere ancora in piena attività nel X secolo, quando avrebbe sostenuto l'invasione degli Ungari, tuttavia con il tempo cominciò ad affiancare alle funzioni militari quelle di centro industriale e commerciale. Grazie alla presenza del Livenza che forniva l'energia meccanica necessaria, il borgo poté arricchirsi di impianti per la lavorazione dei metalli e la molitura. Lo stesso fiume, grazie ad alcune opere idrauliche, venne reso navigabile fino al mare, aprendolo ai traffici. Discorso diverso per i mercati i quali, per questioni soprattutto igieniche, non potevano tenersi all'interno della città. La zona extramuraria, come si è visto, ricadeva però sotto altre giurisdizioni e i Sacilesi dovettero quindi faticare non poco per ottenere concessioni dai vicini, che talvolta si risolvevano in violenti liti. A partire dall'XI secolo la città poté godere di ulteriori vantaggi in concomitanza con la formazione dello Stato patriarcale. I principi-vescovi, infatti, scelsero Sacile per trascorrervi lunghi soggiorni durante i quali emetteva sentenze, incontrava ambasciatori, organizzava feste. Nel 1190 l'abitato ottenne le libertà comunali, ovvero la concessione dell'autonomia amministrativa mediante la stesura di propri statuti. In età medievale, dunque, Sacile rappresentava un centro aperto e dinamico, decisamente opposto alle ristrette realtà dei feudi confinanti. Nel 1366, precisamente l'8 novembre, a Sacile furono promulgate le Constitutiones Patriae Foriiulii (Costituzioni della Patria del Friuli) una delle più antiche costituzioni scritte della storia. Nel 1420 Sacile, come il resto del Friuli, venne annessa alla Repubblica di Venezia; durante il periodo veneziano ci fu un grande sviluppo grazie ai commerci, soprattutto fluviali e molte famiglie nobili eressero i loro palazzi lungo il fiume e i suoi canali. Nel 1797, alla caduta della Serenissima, Sacile perse il potere sui territori dei paesi vicini ed entrò in una crisi economica. La nascita del piccolo castello sull'isola del Livenza va ascritta alla fine del secolo X. Sappiamo che nel 1207 il patriarca Volfero convocava la Curia vassallorum nel castello di Sacile. In quel tempo il complesso era costituito dal Castelvecchio e dal Castello di corte, cinti da mura e da fosse con due porte d'accesso, una verso il Friuli, denominata Borgo Ricco, l'altra diretta nel Trevigiano, chiamata Inferiore o di San Gregorio. Il patriarca Gregorio a metà del 1200 spese ingenti somme per fortificare i castelli friulani, tra questi anche quello di Sacile, spesso danneggiati a seguito degli assalti di Ezzelino da Romano. Per le minacce derivanti dai Caminesi e dagli Scaligeri, dopo un periodo di abbandono, i fortilizî furono potenziati nelle difese nel 1274 e nel 1325 per volere rispettivamente dei patriarchi Raimondo e Pagano della Torre; ulteriori migliorie si ebbero nel 1347, allorché il patriarca Bertrando di Saint Geniès fece costruire le mura di cinta che dal castello arrivavano fino al porto (ovvero l’altra isola sulla quale approdavano le barche mercantili), e nel 1409 ad opera del patriarca Antonio Panciera. Nel 1422 il Castel Vecchio venne rinnovato. Nella seconda metà del 1400 vennero costruite due ali di muro per unire Castelvecchio alla terra, una si estendeva verso Borgo Ricco e l’altra verso quello di S. Gregorio. La più completa descrizione delle fortificazioni di Sacile si deve a G. Marchesini: illustrando il sito (1957) scrive che "le rovine dell'antichissimo castello ancor vedonsi intorno al tempio maggiore della città". Del vecchio castello oggi restano solo pochi ruderi, ovvero il torrione mozzato e resti delle mura di cinta. Degli originari cinque torrioni, oggi ne sono rimasti tre, quello più antico di Castelvecchio, il torrione di S. Rocco e quello del Foro Boario. In particolare sull’imponente torrione di S. Rocco è presente il Leone alato di San Marco, segno della presenza a Sacile della Serenissima Repubblica di Venezia. Altri link suggeriti: https://www.visitsacile.it/arte-storia-fede/architetture/mura-e-torrioni/, https://condottieridiventura.it/morando-di-porcia/ (foto)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Sacile, https://consorziocastelli.it/icastelli/pordenone/sacile, https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/sacile-pn-castello/

Foto: la prima (torrione di Prà Castelvecchio) è presa da https://www.asasacile.it/archivio/2015/, la seconda (torrione del Duomo) è presa da https://souvenirdiviaggio.it/sacile-cosa-vedere-in-un-giorno-poche-ore/

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