mercoledì 15 marzo 2023

Il castello di mercoledì 15 marzo



LAURIANO (TO) - Castello

Lauriano (già Lavriano) compare con la denominazione “Lavriana” nell’editto (7 Maggio 999) emesso da Roma dall’imperatore Ottone III. Con quell’atto venivano confermati vasti territori a favore del Vescovo Leone della Chiesa di S. Eusebio di Vercelli. Durante la lotta fra Arduino d’Ivrea ed il Vescovo Pietro I di Vercelli, fra i suoi fautori e alleati figuravano anche Isacco Aldone e i suoi fratelli e suo figlio Bennone, signori di Lavriano e delle terre vicine (insieme a Lianfredo e Aribaldo di Brosolo, Costanzo di Palazzolo, Rozone e Hugo di Montiglio, Astolfo, Umberto, Lanfredo di Cunico, e molti altri.). La lotta intrapresa da Arduino finì con l’occupazione di Vercelli, con l’assalto alla casa del Vescovo che fu ucciso e bruciato nella chiesa nella quale si era rifugiato (febbraio 997). Per reazione il Papa Gregorio V e il suo immediato successore Silvestro II scomunicarono Arduino; e l’imperatore confiscò tutte le proprietà di lui e dei suoi fedeli, dandole, con il citato editto, al nuovo Vescovo Leone. Tali concessioni erano confermate dal diploma del 1014 dell’imperatore Arrigo, nel quale compare il nome di “Levranum”. Il principe Guasco di Bisio aveva rilevato però che da atti vercellesi Lavriano risultava infeudato nel 1002 a Lianfredo di Brosolo. Lo tennero poi i suoi discendenti, sotto vari nomi, per due secoli, anche come vassalli del Vescovo o del Marchese di Monferrato. Anche contemporaneamente, infatti notiamo come nel 1164 Federico I Barbarossa, nipote del Marchese di Monferrato Guglielmo IV “il vecchio”, gli concedeva o confermava molte terre, fra cui anche il luogo di “Labriano” (queste differenti scritturazioni spesso sono dovute a imprecisioni degli amanuensi, i quali scrivevano anche sotto dettatura e quindi con irregolarità fonetiche). Nel 1224 Federico II riceveva dal marchese Guglielmo IV, in garanzia per un prestito di 9.000 marche d’argento, molte terre, fra cui anche quelle in vassallaggio a dei generici “Domini Lauriani”. Tuttavia notiamo che nel 1349 erano vassalli del Vescovo vercellese Fieschi i fratelli Lucchino, Antonio, Francesco, Facino, Nicolino e Gianchetto di Cavagnolo i quali detenevano i diritti della chiesa “de Plano Lauriani”. E diritti sulla zona di Lauriano da parte del Vescovo di Vercelli sono attestati ancora nel 1355. Ma possiamo elencare i seguenti passaggi feudali, anche parziali, ed anche abbinati a Monteu. Nel 1419 era consignore Pietro De Spagnolino detto Planta. Il 6 dicembre 1422 erano investiti i fratelli Delfino e Giacomo Rossi. Il 12 febbraio 1472 entravano Scozia Giorgio e Bartolomeo, zio di nipote. E il 5 agosto 1532 erano pure consignori i fratelli Bartolomeo e Melchiorre Provana. Il loro feudo era tolto il 1° maggio 1628 a Giorgio Provana (per fellonia) e dato a Re Francesco. Questi lasciava il suo feudo al genero Ferrero Giovanni, contadone da Buttigliera il 22 dicembre 1637. Il suo feudo, signorile, veniva elevato alla dignità comitale il 3 giugno 1648. Risulta che nel frattempo porzioni di territorio avessero i signori di Verolengo, e già i Morra di Moncalieri. Ma fu il 26 aprile 1777 che il tenente G. Battista Morra divenne feudatario col titolo di Conte. Il borgo di Lauriano ebbe molte traversie militari (saccheggi, occupazioni, incendi, distruzioni) da parte degli occupanti di turno, milizie e soldatesche che scorrazzavano per il Monferrato e il Piemonte, specie intorno al 1625, in dipendenza degli assedi al castello di Verrua (spagnoli, uomini di Tommaso di Savoia, del Maresciallo Villa, del comandante Vialles, del Reggimento “Novara”). Gli abitanti furono sempre poco più di un migliaio, anche se dopo la grande alluvione del 1835 erano rimaste in piedi solo 40 case. Sulla cima della collina più alta di Lauriano rimangono, sotto un intrico di vegetazione, soltanto le rovine dell’antico “castrum”, che era probabilmente un complesso fortificato del XII secolo con strutture difensive, avente la funzione di ricetto, cioè luogo di deposito di prodotti agricoli e di rifugio per la popolazione in occasione di pericolo. Si hanno notizie di questo edificio da una sorta di elenco delle mura e fortificazioni del Ducato di Mantova e Monferrato compilato nel 1597-1598. Dai documenti che si riferiscono a Laurino, in latino ed in italiano, risulta, il 7 Febbraio 1598 a firma di Alex Ferrero, giurisdicente di Lauriano, che già sul finire del XVI secolo l’ “antiquum castrum” era da tempo abbandonato e ridotto a “castello ruinato”, in rovina probabilmente a causa del prelievo di materiale per nuove costruzioni. Già allora le rovine erano circondate da rovi: “rippagi pieni di spine”! In un documento del 17 Novembre 1714 la struttura viene descritta come “castello antico di detto luogo e affatto demolito, cioè il sitto del medesimo al presente del tutto rimboschitto in misura di giornate due”. Tale descrizione, se esatta, ci fornisce la ipotetica estensione del sito fortificato circa mq. 7.600. Oggi sotto l’intrico di rovi è possibile vedere i ruderi del castrum e intorno alla sommità della collina un muro a secco formato da pietre e mattoni di recupero alto all’incirca m. 3 e con spessore di base superiore al metro. Ecco un interessante video (di Albyphoto 2) dedicato, anche, all'antica costruzione di cui stiamo parlando: https://www.youtube.com/watch?v=i8_NG_Y6w8s

Fonti: https://www.comune.lauriano.to.it/Guidaalpaese?IDPagina=34990&IDCat=5433, http://archeocarta.org/lauriano-to-resti-castrum/

Foto: la prima è presa da https://zaubee.com/biz/rovine-del-castello-di-lauriano-g12ho43b, la seconda è di Sergio Sapetti su https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Antico_castello_di_Lauriano.jpg

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