lunedì 22 gennaio 2018

Il castello di lunedì 22 gennaio






MONTELEPRE (PA) - Torre Ventimiglia

Il feudo inizialmente apparteneva al monastero di S. Caterina al Cassaro di Palermo che fece costruire mulini e fondachi. Nel 1429 il feudo fu acquistato dalla Cattedrale di Monreale. Poiché in zona c'erano numerosi briganti che disturbavano la quiete del paese e raccoglievano i frutti del feudo senza permesso, l'arcivescovo di Monreale, Giovanni Ventimiglia, fece costruire una torre per controllare tutto il feudo, dopo aver ottenuto il permesso nel 1433 dal Re delle due Sicilie, Alfonso V d'Aragona. La torre fu ultimata in circa due anni. Il materiale usato proveniva in gran parte delle rovine del Monte D'Oro, che tuttora sovrasta alle spalle dell'attuale paese. La gente che voleva stabilirsi a Montelepre, sentendosi sicura, incominciò a costruire le proprie case intorno ad essa. Nel 1449 Ventimiglia morì e per lascito testamentario il feudo e la Torre passarono alla cugina Isabella Ventimiglia, principessa di Carini che li abbandonò per molti anni. Un consigliere di Federico II per questo concesse il feudo a Pietro Formica nel 1508. Anni dopo fu affidato al nobile Vernagallo, barone del feudo di Daino - Asturi la cui famiglia dominava un territorio che andava da Carini a Giardinello. Dopo la sua morte il feudo fu concesso al nipote che gli apportò delle migliorie. Verso la metà del 1600 passo a Pietro Bellacera. Anche lui fece delle opere di bonifica per la torre e il feudo. Dopo il 1584 vennero aggregati al territorio di Montelepre anche i territori di Suvarelli, Bonagrazia, Sagana e Calcerame. Nel 1600 circa il villaggio passò a Pietro Bellacera di Monreale. Dopo la sua morte la moglie Maria fece costruire una chiesa, che divenne poi la chiesa madre. Alcuni anni dopo furono costruite anche la chiesa di Sant'Antonio e la chiesa di San Giuseppe. Nel 1715 il villaggio era costituito da 138 case. Castrenze di Bella, un ricco proprietario monrealese, fece costruire un piccolo ospedale civico nella periferia nord del paese e il collegio di Maria che aveva lo scopo di istruire le ragazze nell'arte del ricamo. Alla fine del Settecento si è registrato un notevole incremento della popolazione. Infatti nel corso di questo secolo è passata da poche centinaia di abitanti a ben 3 000. Nel 1812 il villaggio fu dichiarato comune con il nome Montelepre e nel 1848 Paolo Migliore vi fondò una società segreta di carbonari che aveva rapporti diretti con Giuseppe Mazzini. I carbonari monteleprini cacciarono le truppe borboniche che stavano per attaccare il paese e si misero agli ordini di Garibaldi durante la sua marcia verso Palermo. Nel 1864 anche Montelepre fu infestato dal colera per tre anni. Morirono molte persone e il comune ebbe grossi problemi per la sepoltura, per questo nel 1880 fu costruito un cimitero in un vasto appezzamento di terreno. Alla fine dell'Ottocento alcuni giovani monteleprini rinunciarono alla chiamata alla leva e diventarono briganti. Dal 1900 in poi molti paesani emigrarono in cerca di lavoro negli Stati Uniti d'America e verso il nord Europa. Dalla prima metà del Novecento Montelepre è stato al centro dell'attenzione poiché in quegli anni il bandito monteleprino Salvatore Giuliano seminava il terrore nei paesi più o meno vicini. La Torre Ventimiglia è il principale monumento all'interno del centro storico di Montelepre ed uno dei principali dell'area del Golfo di Castellammare e, per la specifica tipologia a cui appartiene è uno dei pochi esempi in Sicilia ed in Italia di donjon residenziale. Il valore non si arresta esclusivamente alla rarità tipologica, ma è importante anche perchè investe le vicende storiche dell'area territoriale sotto l'influenza della Diocesi di Monreale alla fine del Medioevo. La costruzione si presenta oggi come un enorme volume parallelepipedo circondato quasi interamente da edifici per abitazione e ricorda i dongioni normanni di Paternò e Adrano. Si eleva su tre piani ed è coronata da una merlatura con orologio di epoca successiva. In origine era posta su una rupe naturale e sono evidenti gli affioramenti rocciosi sia all'interno che all'esterno della Torre sui quali è stata innalzata la massa compatta, che con i suoi 25 metri circa d'altezza domina la valle del Golfo di Castellammare. In base a considerazioni (nella 3° elevazione la volta a crociera costolonata s'interrompe alla base facendo ipotizzare un crollo dovuto all'incuria e all'abbandono nella quale versava nel XVI sec.) la torre doveva essere più alta di circa 5-6 metri, raggiungendo un'altezza di circa 30 metri, con dimensioni esterne 21,30x16,80m. La Torre, circondata da mura, formava una corte, molto grande in confronto ad altri esempi. Questo spazio che circonda i donjons, nell'area francese ed anglo-normanna è un elemento tipico chiamato basse-cour. Possiamo solo ipotizzare il perimetro del muro di cinta. Probabilmente era generato dai muri della Torre nord ed est, essendo in origine il muro al pianterreno cieco, sfruttando la robustezza stessa della Torre e generando uno spazio chiuso, forse quadrangolare, che verso est s'interrompeva a ridosso del dislivello ancora oggi evidente e ad angolo continuava delimitandolo per circa 60-70 metri fino a raggiungere l'altro dislivello a sud e così via chiudendo ad angolo la corte in corrispondenza del muro est della Torre. Ancora oggi questo spazio è chiamato bagghiu della Torre, un toponimo che ha evidenti riferimenti all'originaria corte organizzata alla maniera dei bagli fortificati siciliani. I muri della torre, costruiti da pietrame informe legato con malta di calce e filari di pietra calcarenitica agli angoli, hanno uno spessore dalla base al primo piano di 2,10 m. e al secondo piano di 1,30 m., fornendo un apparato murario scabro e privo di facili appigli, aperto da monofore, bifore e una trifora, sorretta da colonnine diverse l'una dall'altra (oggi ne rimangono soltanto tre originarie). Al piano terreno possenti mura interne disposte a croce formano quattro ambienti su varie elevazioni a causa dell'orografia del terreno, con volte a botte. Al primo piano vi sono due ampi saloni rettangolari con volte a crociera costolonate a sesto acuto a pianta quadrata divisi da robusti archi mediani, sorretti da peducci con varie decorazioni e con chiavi di volta (fra cui una pendula) anch'esse decorate con stemmi (uno è lo stemma dei Ventimiglia) e con decorazioni geometriche. Il secondo piano, come già accennato, ha il tetto più basso e presenta la medesima divisione degli ambienti del primo piano. Nel salone ad Est si trova una pregevole nicchia ad arco acuto polilobato sorretto da due coppie di semicolonne con capitelli a palmetta, abside della piccola cappella, e una grossa cisterna, a testimoniare l'uso residenziale della torre. Altri link per approfondimenti: http://www.virtualsicily.it/Monumento-Torre%20di%20Ventimiglia-Montelepre-PA-1721, http://www.montelepreweb.it/home/2015/07/27/montelepre-il-comune-condannato-a-restituire-torre-ventimiglia-ai-propreitari/, https://www.vivasicilia.com/itinerari-viaggi-vacanze-sicilia/castelli-in-sicilia/torre-dei-ventimiglia-montelepre.html

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Montelepre, http://digilander.libero.it/montelepre/torre%20ventimiglia.htm (testo tratto da "LA TORRE VENTIMIGLIA A MONTELEPRE: UN DONJON SICILIANO DEL QUATTROCENTO". Tesi di laurea di Giacomo Pizzurro e Maria Previti discussa alla Facoltà di architettura di Palermo. A.A. 1998/99), https://www.siciliainfesta.com/da_visitare/monumenti/torre_di_ventimiglia_montelepre.htm

Foto: la prima è presa da http://www.montelepreweb.it/home/2015/07/27/montelepre-il-comune-condannato-a-restituire-torre-ventimiglia-ai-propreitari/, la seconda è di teleoccidente su http://www.panoramio.com/photo/17731380

Nessun commento: