VACONE (RI) - Castello
Le prime notizie del castello di Vacone risalgono al 1027 quando, Susanna, con il consenso del marito Attone, donò al monastero tutto ciò che aveva ereditato dal padre Landolfo e dalla madre Tassia nel castello di Vacone. Il castello cadde, agli inizi del XIII secolo, in potere di una famiglia nobile romana (Ogdolina) ma la popolazione reagì violentemente all'imposizione del dominio signorile tanto da spingere Papa Gregorio IX a riacquistarne i diritti, in modo da restituire pace e quiete alla comunità, ma anche all'intera Sabina. Il castello passò poi agli Orsini nel 1364 che successivamente lo lasciarono in eredita ai Caetani, che a loro volta lo vendettero al Conte Gaspare Spada. Il dominio di Gaspare Spada su Vacone fu costellato da una serie di vessazioni inflitte agli abitanti, obbligati, tra l'altro, a contribuire alle spese per la costruzione del palazzo baronale. Alla sua morte, avvenuta in Roma nel 1624, gli successe la vedova Virginia Mattei. Il castello fu poi venduto ai Caccia di Sant'Oreste, dai quali passò al marchese Angioletti. Il nobile bolognese nel 1658 la vendette a Guido Vaini, successivamente alla morte di quest'ultimo, il castello venne venduto al nobile reatino Antonio Clarelli. Il 18 novembre del 1816 il marchese Antonio Clarelli rinunciò ai suoi diritti feudali su Vacone che, con 283 abitanti, divenne appodiato di Torri tornando Comune autoctono nel 1827. Arrivati nella piazza del vecchio Municipio (ora Biblioteca comunale dedicata a Rutilio Renzi, sindaco di Vacone a cavallo degli anni ’50 e ’60 del secolo scoso) troviamo l’ingresso meridionale del castello, che occupa una posizione dominante nel poggio su cui sorge l’abitato di Vacone. L'edificio è oggi proprietà di un privato per cui è impossibile visitarlo al suo interno. Continuando a costeggiare a destra le mura del castello si giunge all’entrata nord: qui è possibile ammirare l’imponenza di un leccio secolare tra i più grandi e ben conservati della Sabina. Il castello è costituito da due edifici, una corte-belvedere e un giardino. È stato ristrutturato una decina di anni fa. L’edificio padronale è costituito da 2 piani fuori terra che insistono su una superficie di circa 350 mq. Il primo piano seminterrato (ex cantine), coperto da un soffitto con volte a botte, è stato utilizzato, per molti anni come ristorante e se ne conservano ancora le attrezzature. Il secondo edificio (di servizio), insiste su una superficie di circa 125 mq ed è diviso da quello principale da una corte interna. Si sviluppa su 3 piani e non ha piani seminterrati. L’estremità nord presenta una torretta di guardia accessibile dal 2 piano. Inoltre al primo piano e al piano terra ha un’appendice in cui erano sistemate le stalle e gli ambienti di servizio. Un cenno particolare merita il giardino esposto a nord, non grande, ma occupato per circa la metà della sua superficie dalla chioma eccezionale di un leccio plurisecolare che costituisce uno dei maggiori pregi naturalistici e ambientali offerti dalla zona. L’edificio principale è caratterizzato da grandi saloni coperti a volta o con soffitto in legno a cassettoni dipinti con decorazioni originali di un’eleganza severa. I pavimenti sono per lo più in cotto del’epoca. La copertura del tetto è con falde a padiglione e manto a coppi. Altri link consigliati: https://www.youtube.com/watch?v=JfOOqh60OD4 (video di Riccardo Tonnina), http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=94377 (visita virtuale esterna), http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-vacone-rieti/
Fonti: http://cms.tp-srl.it/comune.vacone/index.php?option=com_content&view=article&id=28&Itemid=11, http://www.prolocodivacone.it/itinerari-culturali-e-monumenti/, https://www.icastelli.it/it/lazio/rieti/vacone/castello-di-vacone
Foto: la prima è presa da http://www.comune.vacone.ri.it/galleria_cultura/images/castello_jpg.jpg, la seconda è presa da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-vacone-rieti/
Le prime notizie del castello di Vacone risalgono al 1027 quando, Susanna, con il consenso del marito Attone, donò al monastero tutto ciò che aveva ereditato dal padre Landolfo e dalla madre Tassia nel castello di Vacone. Il castello cadde, agli inizi del XIII secolo, in potere di una famiglia nobile romana (Ogdolina) ma la popolazione reagì violentemente all'imposizione del dominio signorile tanto da spingere Papa Gregorio IX a riacquistarne i diritti, in modo da restituire pace e quiete alla comunità, ma anche all'intera Sabina. Il castello passò poi agli Orsini nel 1364 che successivamente lo lasciarono in eredita ai Caetani, che a loro volta lo vendettero al Conte Gaspare Spada. Il dominio di Gaspare Spada su Vacone fu costellato da una serie di vessazioni inflitte agli abitanti, obbligati, tra l'altro, a contribuire alle spese per la costruzione del palazzo baronale. Alla sua morte, avvenuta in Roma nel 1624, gli successe la vedova Virginia Mattei. Il castello fu poi venduto ai Caccia di Sant'Oreste, dai quali passò al marchese Angioletti. Il nobile bolognese nel 1658 la vendette a Guido Vaini, successivamente alla morte di quest'ultimo, il castello venne venduto al nobile reatino Antonio Clarelli. Il 18 novembre del 1816 il marchese Antonio Clarelli rinunciò ai suoi diritti feudali su Vacone che, con 283 abitanti, divenne appodiato di Torri tornando Comune autoctono nel 1827. Arrivati nella piazza del vecchio Municipio (ora Biblioteca comunale dedicata a Rutilio Renzi, sindaco di Vacone a cavallo degli anni ’50 e ’60 del secolo scoso) troviamo l’ingresso meridionale del castello, che occupa una posizione dominante nel poggio su cui sorge l’abitato di Vacone. L'edificio è oggi proprietà di un privato per cui è impossibile visitarlo al suo interno. Continuando a costeggiare a destra le mura del castello si giunge all’entrata nord: qui è possibile ammirare l’imponenza di un leccio secolare tra i più grandi e ben conservati della Sabina. Il castello è costituito da due edifici, una corte-belvedere e un giardino. È stato ristrutturato una decina di anni fa. L’edificio padronale è costituito da 2 piani fuori terra che insistono su una superficie di circa 350 mq. Il primo piano seminterrato (ex cantine), coperto da un soffitto con volte a botte, è stato utilizzato, per molti anni come ristorante e se ne conservano ancora le attrezzature. Il secondo edificio (di servizio), insiste su una superficie di circa 125 mq ed è diviso da quello principale da una corte interna. Si sviluppa su 3 piani e non ha piani seminterrati. L’estremità nord presenta una torretta di guardia accessibile dal 2 piano. Inoltre al primo piano e al piano terra ha un’appendice in cui erano sistemate le stalle e gli ambienti di servizio. Un cenno particolare merita il giardino esposto a nord, non grande, ma occupato per circa la metà della sua superficie dalla chioma eccezionale di un leccio plurisecolare che costituisce uno dei maggiori pregi naturalistici e ambientali offerti dalla zona. L’edificio principale è caratterizzato da grandi saloni coperti a volta o con soffitto in legno a cassettoni dipinti con decorazioni originali di un’eleganza severa. I pavimenti sono per lo più in cotto del’epoca. La copertura del tetto è con falde a padiglione e manto a coppi. Altri link consigliati: https://www.youtube.com/watch?v=JfOOqh60OD4 (video di Riccardo Tonnina), http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=94377 (visita virtuale esterna), http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-vacone-rieti/
Fonti: http://cms.tp-srl.it/comune.vacone/index.php?option=com_content&view=article&id=28&Itemid=11, http://www.prolocodivacone.it/itinerari-culturali-e-monumenti/, https://www.icastelli.it/it/lazio/rieti/vacone/castello-di-vacone
Foto: la prima è presa da http://www.comune.vacone.ri.it/galleria_cultura/images/castello_jpg.jpg, la seconda è presa da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-vacone-rieti/
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