martedì 24 aprile 2018

Il castello di mercoledì 25 aprile




PIEVEBOVIGLIANA (MC) – Castello di Beldiletto (dei Da Varano)

In località Pontelatrave sorge il Castello di Beldiletto, il cui appellativo risale al primo Rinascimento quando era abitudine attribuire nomi evocativi ai luoghi dove i Signori amavano trascorrere ore piacevoli. Tra il 1371 e il 1381 i Da Varano, signori di Camerino, costruirono, nella pianura sottostante a Pievebovigliana, il castello di Beldiletto, sontuosa e splendida residenza estiva della potente famiglia. In queste sale, riccamente affrescate, nel 1382 vennero ospitati Luigi I d’Angiò e Amedeo VI di Savoia, di passaggio su queste terre e diretti alla volta di Napoli. Nel 1419 il castello venne conquistato da Carlo Malatesta, signore di Rimini, in lotta con i Da Varano ed al suo interno vi tenne prigioniera Costanza Smeducci, seconda moglie di Rodolfo III. L’anno seguente il condottiero Bracco da Montone riuscì a riconquistare il castello restituendolo ai Da Varano. Nel 1436 il castello venne occupato da Francesco Sforza. Nel 1464 Giulio Cesare Varano lo trasformò in villa fortificata e lo arricchì con decorazioni e dipinti come era uso fare nelle ville dell’epoca (ad esempio quelle medicee). Tale intervento faceva parte di un processo generale di ammodernamento in senso umanistico della corte dei Da Varano che in quegli anni intrattenevano stretti rapporti culturali con la Toscana e con i Medici. Sono infatti documentati numerosi contratti e quietanze di operatori toscani che vennero a prestare la loro opera a Camerino. Anche altre fortificazioni del ducato furono trasformate in abitazioni signorili e luoghi di delizie perdendo il loro carattere prettamente difensivo. Alle pareti della sala grande del castello Giulio Cesare Varano volle realizzare un vasto ciclo di affreschi raffigurante di 60 personaggi a cavallo a grandezza naturale che ancora oggi è possibile ammirare, seppur il grave stato di degrado ed abbandono. tra essi sono riconoscibili Roberto il Guiscardo, suo figlio Ruggero, re di Napoli e Tancredi d’Altavilla. Soffitti e pareti furono altresì decorati con pitture e intagli rappresentanti pere e/o alberi di tale frutto. Secondo il Lili tale iconografia farebbe riferimento ad una passione amorosa di Giulio Cesare Da Varano per una gentildonna di nome dé Perozzi. Il 12 maggio 1468 papa Paolo II, con bolla emanata da Urbino, confermava alla persona di Giulio Cesare Da Varano la Signoria ereditaria sul territorio di Camerino. In tale atto, accanto alle terre e ai castra che facevano parte dell’antico Stato di Camerino, vengono annoverati tredici luoghi fortificati, tra i quali quello di “Beldelecti”. Nell`inventario fatto redigere da papa Alessandro VI nel 1502, dopo la conquista di Camerino da parte delle truppe del figlio Cesare Borgia (21 luglio), viene nominata anche la Rocca de Beldelecto. Nel 1510 vi soggiornò, con tutto il suo seguito, composto da sette cardinali e 200 uomini a cavallo, il papa Giulio II che, dopo la parentesi dei Borgia, aveva riconfermato i da Varano nel possesso della Signoria di Camerino. Nel 1520 il castello passò a Sigismondo Da Varano ed alla sua morte, avvenuta nel 1522, passò al figlio Egidio che sposò Ippolita Ranieri di Perugia. In epoca non precisata dalle fonti storiche consultate, il castello passò dai Ranieri alla famiglia Strada di Camerino, estintasi nel secolo scorso. Lo stesso castello di Pievebovigliana, oggi dominato dalla mole della chiesa di Santa Maria Assunta, di origine medievale, ma restaurata nel XVIII e nel XIX secolo e che racchiude la cripta romanica risalente ai secoli XI e XII, fu distrutto nel 1528 dalle truppe della duchessa Caterina Cibo, impegnata nelle lotte dinastiche per il controllo della signoria dei Da Varano. Dopo tale data il castello passò ad altre nobili famiglie, tra cui i Canni (o Cianni) di Serravalle, fino ad arrivare alla Paparelli di Muccia che l’ha tenuto fino al 1993 utilizzandolo come casa colonica, fienile e magazzino dell’azienda agricola. La sua struttura è rettangolare, con torri a base quadrata e con muro a scarpa in ogni angolo. In origine era circondato da un largo e profondo fossato alimentato dalle acque del fiume Chienti ed accessibile mediante un ponte levatoio che conduceva ad un androne con volta a botte. Al suo interno si apre una corte con un loggiato, con pilastri ottagonali e con archi a sesto acuto in pietra bianca e rossa. E’ difficile stabilire se il porticato appartenga alla costruzione originaria o se fu fatto costruire da Giulio Cesare Da Varano intorno al 1475. I caratteri gotici delle arcate potrebbero far pensare alla prima ipotesi ma non è escluso che possa trattarsi di uno stile tardo-gotico a quel tempo presente nella zona. A causa del violento sisma del settembre del 1997 che per giorni imperversò in tutta la zona, il castello subì parecchi danni e lesioni un po’ a tutta la struttura che hanno richiesto l’approvazione di un progetto di ripristino e ricostruzione delle parti lesionate. Nel 2002, a seguito di questi restauri, sono stati scoperti in alcune sale, nuovi cicli di pitture e nuove decorazioni. Nel mese di marzo dell’anno 2000 il Tribunale di Camerino dispose la vendita del castello ed il 9 febbraio del 2001 la società romana ‘Beni culturali’, un’immobiliare dell’imprenditore Franco Sensi, si aggiudicò per un miliardo e 10 milioni la gara di acquisto. La stessa società ha acquisito per 900 milioni anche 25 ettari di terreno attorno al castello. Dal 2012 il castello ed i terreni circostanti sono passati ad altro proprietario.

Fonti: http://www.comune.pievebovigliana.mc.it/castello-di-beldiletto/, http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-beldiletto-pievebovigliana-mc/, http://www.sibilliniweb.it/citta/pievebovigliana-castello-di-beldiletto-xivsec/

Foto: la prima è presa da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-beldiletto-pievebovigliana-mc/, la seconda è una cartolina della mia collezione, la terza è presa da http://www.comune.pievebovigliana.mc.it/servizioalcittadino/index.php/le-torri/10-torri/63-castello-di-beldiletto

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