giovedì 10 ottobre 2019

Il castello di giovedì 10 ottobre




AMELIA (TR) - Castello di Montecampano

Fin dall’antichità fu conosciuto con il toponimo di "Mons Campanus". La sua notevole posizione strategica di controllo sulle valli prospicienti e sulla vicina via Amerina suscitò le attenzioni di Amelia che l’acquistò nel 1354. In data 1 ottobre 1387 si procedette alla nomina, per la durata di due mesi, dei Castellani del contado amerino, a Montecampano fu nominato Pietro di Ser Paolo.
Nel 1399 la comunità di Montecampano si rivolse al Consiglio degli Anziani di Amelia perché intervenissero a riparare alcuni tratti di mura franate e nel 1405, ottenne il consolidamento di mura e torri di guardia. Nel 1412 il castello subì tuttavia una prima devastazione da parte di Braccio da Montone, allora comandante delle truppe pontificie e che sarebbe divenuto, pochi anni più tardi, signore di Perugia. Montecampano seguì negli anni successivi le sorti di Fornole, subì diversi attacchi da parte delle truppe papali; ancora nel 1434 fu incendiato per ordine di Niccolò Piccinino, rivale di Francesco Sforza, all’epoca signore di Amelia. Nel corso del Cinquecento il castello fu ancora meta di rovinose incursioni da parte delle famiglie Vitelli e Orsini e da parte dell’esercito della vicina Orte, pronta a sfruttare ogni occasione propizia per sottrarre territori ad Amelia e condurli nell’orbita della sua influenza. Nel consiglio decemvirale di Amelia del 21 ottobre 1561, si delibera che “montecampanenses non colant bona Hortanorum” gli uomini di Montecampano non debbano coltivare proprietà appartenenti agli Ortani e gli Anziani provvedano in merito, “sub pena per eos arbitranda et applicanda” comminando le pene che riterranno più opportune. Successivamente, per molto tempo, il castello fu possedimento dell’aristocratica famiglia dei Conti Cansacchi, una casata proprietaria di diverse tenute terriere e di immobili tra cui due palazzi di grande pregio architettonico situati nel centro di Amelia (Palazzo Cansacchi della Valle Superiore in contrada “Platea” e Palazzo Cansacchi in contrada “Posterola” eretto a fianco dell’Ospedale di Santa Maria dei Laici). Nel 1816, a seguito del motu proprio di papa Pio VII del 6 luglio sull’organizzazione dell’amministrazione pubblica, il territorio di Montecampano venne inglobato nella Comunità di Amelia. Attualmente è frazione del Comune di Amelia. Dell’originario impianto castellano rimangono alcuni tratti di mura e alcune belle torri. L’interno è caratterizzato da via Cansacchi, con ai lati dei bei palazzetti ed un antico orologio pubblico situato su di un cavalcavia che collega due edifici affacciati sui lati opposti della via. La chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli non presenta più l’originario aspetto medievale per le numerose manomissioni subite nei secoli. Tutt’attorno alla collina su cui insiste l’abitato si aprono panorami mozzafiato sulle vallate circostanti che mostrano in lontananza, tra ampi boschi e terreni coltivati, solitarie pievi dirute e antichi casali, residenze appartenute in passato a nobili famiglie amerine tra cui i Venturelli, Racani, Boccarini, Catenacci e i Farrattini.

Fonti: https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-montecampano-amelia-tr/, http://turismoqr.it/amelia/montecampano.html

Foto: entrambe prese da https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-montecampano-amelia-tr/

1 commento:

Susanna ha detto...

Interessantissimo!