La storia di Calatabiano è strettamente collegata a quella del suo castello, che si erge su un'altura a 160 metri d'altitudine, all'imboccatura meridionale della Valle dell'Alcantara. Con tutta probabilità, stante l'importanza strategica e militare del sito, una fortezza doveva già essere presente in epoca greca e forse addirittura sicula. A tal proposito Julius Schubring sostenne che i Siculi dovevano tenere un caposaldo all'imboccatura della valle, di fronte al monte Tauro, nominato come Castello di Bidio, ma tale ipotesi non è mai stata suffragata dai reperti archeologici rinvenuti, che hanno invece datazione posteriore al IV secolo d.C.. Il castello, nella sua conformazione attuale, con l'annesso borgo collinare cinto da mura merlate, è riconducibile a una prima fortificazione sommitale di epoca bizantina, come dedotto grazie agli scavi effettuati alla fine del XX secolo e agli inizi del secolo successivo. La monetazione bizantina ritrovata va dall'epoca dell'Imperatore Eraclio all'Imperatore Leone VI. I ritrovamenti archeologici dell'ultima campagna di scavi del 2008/2009 non hanno dato alcun segno di frequentazione araba del sito. Il toponimo del paese è di derivazione dall'arabo قلعة, kalaat (castello), mentre -biano non è riconducibile a un nome arabo. Sotto il dominio normanno, regnando Ruggero II, nel 1135 Calatabiano fu elevata a baronia. Della presenza di un incastellamento veniamo a sapere solo in seguito, grazie al Libro di Ruggero composto da Idrisi nel 1154, che cita per la prima volta il Kalaat-al Bian. L'uso della lingua araba da parte del geografo ha evidentemente condotto all'errata convinzione che il castello fosse di origine berbera. In epoca sveva, dopo la morte di Federico II, il castello fu dato da Corrado IV a Giovanni Moro, servitore musulmano di suo padre. Dopo la morte di Corrado, Giovanni passò al fianco di Innocenzo IV mettendosi contro Manfredi di Hohenstaufen: in una lettera del 3 novembre 1254, il papa conferma a Giovanni Moro alcuni possedimenti, tra cui il castrum di Calatabiano, in cambio dei quali Giovanni doveva garantire, alla bisogna, aiuto militare per la difesa del Regno di Sicilia. Tra i vari signori che si succedettero nel corso dei secoli, il periodo più fulgido nella storia di Calatabiano si ebbe con la signoria dei Cruyllas. Famiglia di origine catalana, i Cruyllas ottennero la baronia nel 1396 tenendola per circa un secolo, ingrandendo il castello fino alle dimensioni attuali ed edificando la Chiesa del Santissimo Crocifisso. Esauritasi la successione per linea maschile, questa continuò per linea femminile con il passaggio della signoria prima ai Moncada e poi ai Gravina, principi di Palagonia. Nel 1544 si ebbe la venuta del pirata Dragut che, sbarcato sul lido di San Marco, espugnò e saccheggiò il borgo. Nel 1677, a seguito della rivolta antispagnola di Messina i francesi assediarono lungamente il castello, venendo respinti dai 150 difensori spagnoli e poi sopraffatti dai soverchianti rinforzi. Il borgo e il castello vennero completamente abbandonati a seguito del Terremoto del Val di Noto del 1693, che danneggiò gravemente l'abitato. La popolazione si reinsediò ai piedi della collina da dove da qualche decennio insisteva già un piccolo insediamento, primo nucleo della Calatabiano moderna, che progressivamente si espanse sulla pianura. Visitando il castello, spicca il portale di ingresso, costituito da un arco a sesto con dei conci lavici di pietra arenaria, sormontato da beccatelli reggenti. Entrando ci si ritrova in un cortile largo circa 8 m, sulla cui destra si trovano due cisterne con feritoie. Delle mura di cinta rimane il perimetro completo con resti di merlature guelfe. Uno degli ambienti più pregievoli del castello è il "Salone dei Cruyllas", situato al centro del cortile e dal cui interno, attraverso due finestre, si può ammirare una bellisima veduta della valle dell'Alcantara. Al centro del salone vi è uno stupefacente arco in pietra bianca di Taormina che divide simmetricamente in due parti il il grande ambiente, sulla cui pietra di volta si trova il blasone dei Cruyllas. Tra i vani che si affacciano sul cortile vi è ad ovest una cappella con abside, al centro della quale vi è una feritoia. In una zona più alta del maniero, dove fu costruito il primo nucle difensivo, si arriva attraverso un portale decorato da conci lavici artisticamente lavorati. Salendo una scaletta intagliata nella roccia si accede al "Mastio" formato da un corpo centrale rettangolare delimitato alle estremità da due torrioni semicircolari. Nella parte centrale del Mastio vi è una "PUSTERIA", un'apertura che consentiva l'uscita d'emergenza sul pendio ripido del monte. L'approvigionamento idrico del maniero era affidato alla raccolta di acqua piovana nelle 6 cisterne sparse in tutta l'area interna. Solo qualche rudere rimane invece del borgo abbandonato nel 1693. Dopo decenni di abbandoni, nel luglio 2009, il castello di Calatabiano è tornato agli antichi splendori grazie al sapiente progetto di restauro dell'architetto Daniele Raneri, il quale ha ridato lustro non solo ad una delle fortificazioni più suggestive della Sicilia orientale, ma ha praticamente riscritto la storia del castello stesso. Il complesso è stato ristrutturato e divenuto una meta apprezzata dai turisti. La ristrutturazione ha portato alla creazione di bar, pizzerie e sale per convegni edificate all'interno del castello in uno stile decisamente moderno. Il castello, posto sopra una collina alta 220 m rispetto al livello del mare, è raggiungibile tramite una strada tortuosa o tramite una funivia costruita durante la restaurazione del suddetto castello. Ancora oggi sono in atto progetti per il miglioramento del castello e scavi archeologici che portano sempre nuovi reperti risalenti alle epoche precedenti. Ecco il sito web del monumento: https://www.castellocalatabiano.com/. Altri link suggeriti: http://www.medioevosicilia.eu/markIII/castello-di-calatabiano/, https://comune.calatabiano.ct.it/turismo/castello-arabo-normanno/, https://www.youtube.com/watch?v=XFYG3CyzEa8 (video di todaronetwork), https://www.youtube.com/watch?v=19yATztOc0k (video di Vincenzo Adorno), https://www.raiplay.it/video/2019/04/Sapiens-Un-solo-pianeta-Castello-di-Calatabiano-abc302b3-4e92-412f-98b1-c1f90be4176b.html (video), https://www.youtube.com/watch?v=52D62burCys (video di Qui Sicilia)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Calatabiano#Castello, https://www.icastelli.it/it/sicilia/catania/calatabiano/castello-di-calatabiano
Foto: la prima è presa da http://www.italianways.com/il-castello-di-calatabiano-sicilia-di-arabi-e-prosperita/, la seconda è un fermo immagine del video di Vincenzo Adorno (https://www.youtube.com/watch?v=19yATztOc0k)
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