BRUSSON (AO) - Castello di Graines
Sorge su un alto promontorio roccioso, dal quale domina l'abitato di Brusson e gran parte della Val d'Ayas. Si tratta di una posizione decisamente strategica: oltre ad essere ideale dal punto di vista difensivo, la posizione sopraelevata gli permetteva di controllare visivamente il vasto territorio circostante. Non trova alcun riscontro oggettivo la pretesa comunicazione, magari tramite specchi o bandiere colorate, con la torre di Bonot e con il castello di Ville a Challand-Saint-Victor, poiché né l'una né l'altro sono in comunicazione visiva con il castello. Il feudo di Graines possiede una storia molto antica che risale al 515 quando il principe Sigismondo il Santo, re dei Burgundi dall'anno 516, ricostruì l'Abbazia di Saint-Maurice d'Agaune nel Vallese. Per garantire ai monaci rendite sufficienti alle ingenti necessità della nuova abbazia, donò inoltre numerosi possedimenti tra cui il ricco e fertile feudo di Graines. Nel 1263 i monaci infeudarono il maniero ed alcune terre circostanti a Gotofredo di Challant, nipote del Visconte Bosone di Aosta e fedele servitore dei Conti di Savoia. I Challant amministrarono questo feudo fino al tardo 1700, riconoscendosi vassalli dell'Abbazia di Saint-Maurice d'Agaune. A metà del 1400 il castello fu ristrutturato e fortificato e fu una delle roccaforti usate da Caterina di Challant e Pierre d'Introd durante la lotta per la successione al padre Francesco di Challant. All'estinzione della casata degli Challant nel 1800, il castello, ormai allo stato di rudere, passò alla famiglia Passerin d'Entrèves. È stato in seguito acquisito al demanio della Regione Autonoma Valle d'Aosta. Alla fine del XIX secolo il noto architetto Alfredo D’Andrade intraprese degli interventi di restauro volti a ricostruire la parte occidentale del donjon ed alcuni tratti di cortina muraria. Negli anni Novanta del Novecento, ulteriori lavori di messa in sicurezza hanno interessato il sito, senza tuttavia modificare l’immagine ormai storicizzata delle rovine della fortificazione. Una campagna di indagini archeologiche cominciata nel 2010 per acquisire ulteriori dati relativi al castello, ha permesso di completare la fedele ricostruzione di alcune parti del sito, quali la scarpa esterna della cinta muraria meridionale ed i cosiddetti edifici sud-occidentali. Grazie al programma transfrontaliero AVER (Anciennes Vestiges En Ruine) che vede coinvolte Savoia, Vallese e Valle d'Aosta, il castello è stato restaurato ed è liberamente accessibile. Graines è un tipico esempio di castello primitivo valdostano. Era composto essenzialmente da un'ampia cinta muraria, di circa 80 metri per 50 e di forma irregolare per adattarsi alla natura del terreno (è mancante sul lato strapiombante, dove si ritenne inutile realizzarla), che racchiudeva all'interno le altre costruzioni tra cui una grande torre quadrata, la cisterna per la raccolta dell'acqua piovana ed una piccola cappella, le uniche di cui sia rimasta traccia. La torre quadrata, o donjon, poggiante su un solido zoccolo a scarpa, mostra una struttura massiccia e misura più di 5,5 metri di lato. Essa era il mastio del castello, originariamente merlato, ma privo di copertura a vista. Oltre ad essere l'abitazione del signore rappresentava l'ultimo baluardo della difesa, come dimostrano le piccole finestre e l'ingresso posto a quasi cinque metri dal suolo, raggiungibile solo con l'aiuto di una scala che poteva essere rimossa in caso di assedio. In un secondo tempo fu aggiunto alla torre un nuovo corpo di fabbrica per ingrandire l'abitazione. Nell'angolo nord - ovest del perimetro murario, la cappa conica di un camino indica la collocazione degli alloggiamenti militari. L'accesso era difeso da un'avamporta che immetteva in un vano destinato al corpo di guardia; strette feritoie, adatte a vigilare sul territorio proteggendo chi si trovava all'interno, incorniciano un paesaggio di rara bellezza, specie in autunno quando i boschi a valle del castello di Graines si tingono delle più svariate tonalità del rosso e del giallo. La cappella romanica è dedicata a san Martino. La titolatura della cappella, diversa dal patrono dell'abbazia vallesana, San Maurizio, priva di sostegno la supposizione che sia stata costruita dai suoi monaci, che in origine avrebbero anche abitato il castello, supposizione che non trova alcun riscontro storico e neppure nella tradizione locale. È costituita da un'unica navata, lunga circa otto metri, che termina con un'abside semicircolare. Di essa è rimasta unicamente l'abside romanica semicircolare, la muratura perimetrale, la facciata con il campaniletto a vela. La copertura è scomparsa da tempo. Per raggiungerlo bisogna seguire la strada regionale 45 che parte da Verrès e risale la Val d'Ayas. A circa 13 km da Verrès, subito dopo l'abitato di Arcésaz, frazione di Brusson, si imbocca sulla destra la deviazione asfaltata per Graines. Dopo circa due chilometri si può lasciare l'auto e percorrere la mulattiera che, in pochi minuti, permette di arrivare al castello. Secondo una leggenda sotto i resti del castello è sepolto un grande tesoro. Una notte una voce misteriosa apparve in sogno ad un pastore e gli indicò il punto esatto dove scavare per trovare il tesoro, raccomandandogli però di allontanarsi prima che all'alba il gallo cantasse per la terza volta. La notte successiva il pastore seguì le indicazioni e scoprì una botola oltre la quale trovò il tesoro. Abbagliato dalle ricchezze perse però la cognizione del tempo e troppo tardi si accorse del canto del gallo, rimanendo così intrappolato insieme al tesoro e mai più ritrovato. Nel castello di Graines è ambientata una parte del romanzo "Il mercante di lana" di Valeria Montaldi. Altri link suggeriti: https://www.regione.vda.it/cultura/patrimonio/castelli/castello_graines/default_i.asp, https://www.youtube.com/watch?v=GMGjSHlqVIg (video di Marco de Bigontina), https://www.youtube.com/watch?v=JxlEQWROr9I (video con drone di Akhet srl), https://www.youtube.com/watch?v=ZVU91PUzmyE (video di Ivano Conti), https://www.youtube.com/watch?v=LYcypSZ8Zsg (video di gladio2001).
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Graines, https://www.comune.brusson.ao.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/castello-di-graines-39186-1-194e824058defd102d6faceab8acd3dd, http://www.lovevda.it/it/banca-dati/8/castelli-e-torri/brusson/castello-di-graines/867
Foto: la prima è presa da https://www.comune.brusson.ao.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/castello-di-graines-39186-1-194e824058defd102d6faceab8acd3dd, la seconda è di Giuseppe Bozzola su https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Graines#/media/File:Castello_di_graines.jpg
Nessun commento:
Posta un commento