mercoledì 16 settembre 2020

Il castello di mercoledì 16 settembre




POPPI (AR) - Castello in frazione Castelluccio di Riosecco

La fortificazione è ricordata per la prima volta nel 1124, in una donazione fatta dai monaci di S. Fedele di Strumi, riguardo alcune terre poste in “Riosicco castro et in pendice”. Da circa mille anni di storia, dallo sperone roccioso di rimpetto e sulla destra dell’Arno, la torre sorveglia la valle. In totale al suo intorno, dalla terrazza sul tetto, si possono vedere: sette ettari di bosco puntellato da cipressi, il giardino terrazzato a vari livelli, uno specchio d’acqua di sorgente fresca e rivitalizzante, che scaturisce dalla roccia e che serve da piscina. Il restauro della torre è stato mirato a preservare l’edificio e al tempo stesso adeguarlo ad un uso residenziale compatibile col carattere dell’edificio medievale e quindi proteggere i suoi resti come ci sono pervenuti per le generazioni future. I criteri per la ricostruzione sono basati sull’idea di ricreare un nuovo volume all’interno del volume antico ossia un po’ arretrato, in modo da renderlo riconoscibile ripercorrendo fedelmente il perimetro del paramento murario originario. In contrasto con la severità delle strutture portanti in blocchi di pietra lasciate a vista, si è pensato di suddividere gli spazi interni con strutture leggere tessili, così mantenendo inalterate le proporzioni dell’ambiente originario. La rocca e la fortezza di Riosecco, possesso dei conti Guidi di Battifolle, dopo la sconfitta di Anghiari e la caduta del castello di Poppi, si sottomisero a Firenze nel 1440. Il governo della comunità era affidato a due priori o consiglieri, uno di Riosecco e uno di Lucciano, vi erano poi un campaio per entrambi i comunelli. oggi l'edificio è privato e non visitabile. 

Fonti: http://www.casentino.it/it/soggiorna/struttura/132.html, https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=30808

Foto: la prima è presa da http://www.casentino.it/it/soggiorna/struttura/132.html, mentre la seconda è del mio amico, e "inviato speciale" del blog, Claudio Vagaggini, scattata di recente

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