venerdì 25 settembre 2020

Il castello di venerdì 25 settembre



AVIO (TN) - Castello di Sabbionara

E' tra i più noti ed antichi monumenti fortificati del Trentino. È situato nella frazione di Sabbionara d'Avio e, dalla sua posizione, sulle pendici del Monte Vignola, domina la Vallagarina. Era naturale che la collina di Sabbionara d'Avio, protetta alle spalle dalla montagna e dominante gli antichi guadi sull'Adige, venisse scelta come punto di difesa e vedetta della valle, nonché luogo prestigioso di un potente. La Vallagarina, che il castello domina, fu una delle principali vie di comunicazione tra il Mediterraneo e l'Europa settentrionale, la Pianura Padana col mondo germanico. Le stesse arterie moderne non fanno che ripercorrere il medesimo tracciato dell'antica via Claudia Augusta, che attraversa la valle dal 15 a.C. Le prime fonti storiche che parlano di una fortezza costruita proprio in questo luogo, con il nome Castellum Ava, sono datate 1053. quando il monaco bavarese Gotschalcus vi fece sosta sulla via del ritorno da Verona. Sul finire del XIII secolo le fonti divengono più consistenti, quando è assodato l’incastellamento da parte della famiglia Castelbarco. Con Guglielmo “il Grande” il maniero assunse funzione di rappresentanza, poiché divenne –unitamente al castello di Lizzana – residenza castrobarcense. A Guglielmo si deve la ricostruzione del castello secondo i dettami stilistici testimoniati negli affreschi della “Casa delle Guardie”, di cui probabilmente fu anche il committente. Guglielmo, uomo d’armi ma anche abile nel curare gli aspetti politici e gestionali del territorio, intrattenne relazioni diplomatiche con gli Scaligeri, grazie a cui riuscì a consolidare il potere del suo casato. Agli inizi del Quattrocento, a seguito della volontà testamentaria di Azzone, i domini castrobarcensi vennero acquisiti dalla Repubblica di Venezia, che ne consolidò le strutture difensive e li affidò ad una guarnigione. Dopo questo passaggio di proprietà il Castello di Avio venne ampliato e decorato con una cappella in onore di San Michele insieme ad una facciata riportante gli stemmi dei loro dogi. Il dominio Veneziano si protrasse fino al 1508, quando le truppe imperiali di Massimiliano I (che fece dipingere le proprie insegne araldiche nel castello) liberarono tutta la Vallagarina; il castello venne dunque ipotecato a Gerardo conte d’Arco, che avviò un’imponente opera di restauro, necessaria dopo gli eventi bellici. Nel 1533 il principe vescovo ne riscattò l’ipoteca; i Quattro Vicariati, e con essi il castello di Avio, finirono sotto la reggenza del nuovo principe vescovo, Cristoforo Madruzzo, la cui casata dominò la zona fino alla sentenza del consiglio aulico di Vienna del 1654, che riassegnò i Quattro Vicariati ai Castelbarco – ramo di Gresta. Nel 1703, come molti altri castelli lagarini, il maniero venne dato alle fiamme ad opera dei soldati francesi guidati dal generale Vendome; il castello per quasi due secoli subì continue spoliazioni, che portarono alla sua trasformazione in zona agricola. Dopo la nuova acquisizione da parte dei Castelbarco nel 1937 vennero avviati lavori di consolidamento delle strutture; decisiva per il recupero e la valorizzazione del castello fu la cessione al F.A.I. (Fondo Ambiente Italiano) nel 1977 da parte della contessa Emanuela Rezzonico di Pindemonte di Castelbarco, nipote di Arturo Toscanini. Il castello è costituito da tre cinte murarie che circondano a guisa di corona l'insieme del sistema difensivo e può vantare 5 torri, tra cui quella della picadora, dove in passato venivano eseguite le condanne capitali per mezzo dell'impiccagione; il suo perimetro irregolare eppure armonioso si appoggia al terreno seguendone il dislivello. Per entrare si attraversa una porta-torre coronata da merli a coda di rondine. Dentro le mura le vie sono delimitate da muri, terrazzamenti, passaggi coperti e torri aperte; le porte, le mura e gli interni sono illuminati da notevoli affreschi. Attorno al potente mastio, risalente all'XI secolo, si trovano numerosi edifici tra cui la Casa delle Guardie, la Cappella, il Palazzo Baronale e la Casa d'Amore all'ultimo piano del mastio, tutti quanti affrescati. Gli studiosi hanno individuato negli affreschi la mano di due differenti artisti, con le relative équipe; il primo, già attivo nella chiesa dei Domenicani di Bolzano, è il decoratore della Casa d'Amore: un ciclo di affreschi di grande qualità, pieno di allusioni, allegorie e rimandi. Forse dopo due o tre decenni, opera nel castello un altro artista, di vena più semplice e popolare rispetto al precedente; a lui si devono le battaglie della Casa delle Guardie. Ulteriori scoperte si sono avute nel corso degli accurati restauri: l'esame degli affreschi ai raggi ultravioletti ha rivelato la presenza di disegni preparatori sotto i dipinti attuali. Gli affreschi della Casa delle Guardie rappresentano le arti della guerra necessarie alla formazione del cavaliere. Essi sono opera di un maestro trentino della metà del Trecento che risente sia della pittura veronese sia di stilemi transalpini (contorni marcati e luci violente). Gli affreschi della Camera di Amore nel mastio, raffinati e ricchi di una colta simbologia (pittura cortese), sono ascrivibili a un pittore di ambiente veneto-emiliano vissuto alla metà del Trecento. Di tutto quello che rimane del Castello di Avio, il mastio, in virtù della sua solida costruzione, è la parte che risulta oggi meglio conservata. Di pianta trapezoidale con due lati retti e paralleli che si uniscono ad altri tre lati disuguali e curvilinei, presenta una struttura particolarmente rara in edifici simili. Una porta arcuata serve da ingresso, oggi raggiungibile tramite una scaletta costruita probabilmente intorno al 1957. L'intero complesso è diviso in quattro piani, raggiungibili oggigiorno tramite una scala in legno anch'essa di epoca recente. I quattro piani sono illuminati da tre finestre soltanto, disposte tutte nella facciata principale. Dell'intero castello, la stanza che più desta interesse, grazie ai suoi affreschi, è certamente la cosiddetta "Camera dell'amore". Essa si trova all'ultimo piano del mastio e presenta una pianta di forma circolare ma con ampie irregolarità. La volta è a sesto ribassato con cinque finestrelle strombate. Gli affreschi che qui si trovano rappresentano un raro esempio di pittura profana del primo Trecento. I temi qui raffigurati sono, infatti, per lo più inerenti ad allegorie d'amore e di vita quotidiana. In particolare si può ammirare un uomo trafitto al cuore da una lancia, una dama con un cagnolino - simbolo di fedeltà - e Amore bendato, con arco e frecce. In tutto il ciclo pittorico possiamo osservare colori chiari con scelte di tinte pastello, vivacizzati da inserti di rosso chiaro. Così si può trovare un verde ripetuto più volte per le vesti del cavaliere e del gentiluomo, il rosa per le dame e il verde chiaro per architetture dei troni. Ma il colore più presente è il bianco delle varie fasce disegnate che circondano la stanza. Oggi rimane molto poco di quello che potevano essere gli affreschi di un tempo. La volta, originariamente totalmente affrescata, appare in condizioni rovinose, e anche tutto il resto del ciclo pittorico soffre dell'incuria e soprattutto degli sfregi e del vandalismo dei visitatori. Altri link consigliati: https://www.raiplay.it/video/2018/03/FAI-Tesori-d-Italia-Castello-di-Avio-b4544a9c-fd76-448e-8926-1534933f38dd.html (video), https://www.trentinofilmcommission.it/it/locations/detail/castello-di-avio/, https://dueminutidiarte.com/2018/11/27/castello-avio-trentino/, https://www.youtube.com/watch?v=hSTeVWlyjf8 (video di MiBACT), https://www.youtube.com/watch?v=JUfYSaukMVc (video di Renzo Manganotti)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Avio, https://www.visitrovereto.it/scopri/castelli/castello-di-avio/, https://www.visittrentino.info/it/guida/da-vedere/castelli/castello-di-avio_md_2628, https://www.dolomiti.it/it/luoghi-da-visitare/castelli-e-fortezze/castello-di-avio/, http://www.castellideltrentino.it/Siti/Castello-di-Avio/(language)/ita-IT

Foto: la prima è presa da https://www.fondoambiente.it/luoghi/castello-di-avio, la seconda è presa da https://www.trentino.com/it/cultura-e-territorio/castelli/castello-di-sabbionara-davio/

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