sabato 5 settembre 2020

Il castello di sabato 5 settembre


GROSSETO - Tino di Moscona

E' una fortificazione situata nel territorio comunale di Grosseto. La sua ubicazione è sulla cima dell'omonimo poggio, la prima propaggine collinare che si innalza a nord-est di Grosseto e domina l'area archeologica di Roselle, città etrusco-romana. Si presenta come un'imponente fortificazione a pianta circolare, con strutture murarie in pietra; vi si accede attraverso due distinte porte di ingresso. All'interno dell'area delimitata dalla cerchia muraria, si sono ben conservati un vano sotterraneo e i resti di un'antica cisterna di epoca romana che presenta una parte della copertura, mentre sul lato a est della fortificazione sono visibili i resti di un abitato medievale. In questa zona sono inoltre venuti alla luce alcuni reperti villanoviani, tra i quali spiccano oggetti di oreficeria custoditi in vasi cinerari. Il sito venne probabilmente sfruttato anche dagli Etruschi ed in seguito anche i Romani lo utilizzarono come insediamento abitativo, come dimostrano i resti di una cisterna per la raccolta dell'acqua di tale epoca. In epoca medievale vennero costruiti l'imponente cinta muraria di forma circolare e gli attigui fabbricati, dei quali rimangono alcuni resti. La fortificazione costituiva un'opera strategica, a seguito delle ripetute invasioni barbariche a cui fu sottoposta la sottostante città di Roselle nel periodo alto medioevale. Come risulta da un documento del 1179 stipulato tra il Vescovo di Grosseto e il conte Ildebrandino VII degli Aldobrandeschi, esso è identificabile con il castello di Montecurliano che venne edificato su quella collina che all’epoca era disabitata. Nel documento è dichiarato che qui avrebbe dovuto essere costruita la nuova città di Grosseto. Il progetto non fu mai realizzato soprattutto perchè le vere intenzioni di Ildebrandino non erano quelle di spostarvi la città, ma piuttosto di costruire una fortificazione che avrebbe controllato la pianura, il lago Prile, la costa e la via che univa le saline e i castelli della zona. A questo si aggiunge anche il fatto che il posto non era adatto ad accogliere una popolazione numerosa, in quanto mancante di acque sorgive e non era neppure idoneo per le strutture necessarie all’economia della città di Grosseto che si basava sulla produzione e sul commercio del sale. Nei diversi documenti che ci parlano di questo sito, infatti, si legge che nei primi anni del 1200 il castello è abitato da non molte persone e nel 1300 all’interno di esso esistevano poco più di venti abitazioni. Nella divisione della contea tra i due rami degli Aldobrandeschi risulta tra quelli assegnati agli Aldobrandeschi di Sovana. Infine, questo progetto studiato, dagli Aldobrandeschi, non fu mai portato a termine, poiché i Senesi riuscirono ad espugnare l'insediamento fortificato che, fino ad allora, appariva più sicuro della città di Grossseto. Dopo l'assedio vincente dei Senesi, il Tino di Moscona fu gradualmente abbandonato (1305) ed andò incontro ad un lunghissimo periodo di degrado, conclusosi soltanto con i recenti restauri, ultimati nel 2005, che hanno riportato agli antichi splendori i resti dell'antica fortificazione. Il "Tino", che è visibile già da grande distanza, si trova a 317 metri s.l.m. ed ha un diametro di circa 30 metri. Esso ci appare come la parte maggiormente fortificata del Castello (Cassero). Dal Tino partono le mura che hanno una forma irregolare; esse sono quasi completamente distrutte, rimangono solo alcuni tratti alti circa 3 metri, nei quali sono delle aperture descritte in alcuni documenti del XVIII secolo. Gli archeologi pensano che siano le porte di accesso al castello, ma che siano state costruite in un secondo tempo rispetto alle mura e al Tino. In una di esse arrivava la via che dal piano conduceva al Castello. All’interno delle mura vi sono i resti delle abitazioni del castello che sono disposte a ventaglio rispetto al Tino; alcuni di queste sono addossate alla cinta muraria. Vicino alla porta del castello sono stati trovati resti di macine per l’olio e due cisterne con volte a botte. Altri link suggeriti: http://www.archiviodistatogrosseto.beniculturali.it/index.php?it/252/iorestoacasa-il-tino-di-moscona, https://www.youtube.com/watch?v=wGo068_8jtE (video di Maremma di Mauro Sclano), http://atlante.chelliana.it/roselle_tino.htm, https://www.facebook.com/maremma.grossetana/videos/487501321777238 e https://www.facebook.com/watch/live/?v=10155571842193376&ref=watch_permalink (entrambi i video di Maremma).

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Tino_di_Moscona, http://www.maremmachevai.it/index.php?option=com_content&task=view&id=220&Itemid=2

Foto: la prima è presa da http://www.maremmachevai.it/index.php?option=com_content&task=view&id=220&Itemid=2, la seconda è presa da https://www.maremmanews.it/index.php/attualita/49100-grosseto-e-la-leggenda-del-vitello-d-oro-per-la-giornata-nazionale-del-trekking-urbano

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